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Exor: “Su Partner Re niente sconti”. E guarda a Fca-Psa

Dopo il dietrofront di Covéa e il fallimento della vendita di Partner Re la holding di casa Agnelli cade in Borsa e alza le difese. La parola ora passa agli arbitri

Exor: “Su Partner Re niente sconti”. E guarda a Fca-Psa

Exor paga a caro prezzo in Borsa (fino a -6% a 44,45 euro) – in una giornata dominata dal pessimismo a Milano e sulle Piazze europee – il passo indietro di Covéa che, in assenza di un robusto sconto (due miliardi di euro sui nove già pattuiti), ha deciso di non procedere all’acquisto di Partner Re, il riassicuratore delle Bermuda consigliato a suo tempo a John Elkann da Warren Buffett in persona. Un brutto colpo, anche se gli analisti sottolineano la solidità finanziaria della holding di casa Agnelli, trattata sul mercato a forte sconto sul Nav e fanno notare che un eventuale cedimento di Elkann avrebbe rappresentato un brutto precedente anche per l’operazione Fca/Psa. Ma la frattura con Covéa, assieme alle difficoltà che incontrano lo spin off di Iveco da Cnh Industrial, costringerà comunque la holding a rivedere gli obiettivi. Anche perché sembra in pratica impossibile rammendare lo strappo con la compagnia francese, già frenata dalle perplessità dell’autorità dei mercati parigini a proposito della governance e sotto il tiro di Axa, che non vedeva di buon occhio il salto di dimensioni del concorrente. 

E adesso? I due contendenti escludono nuove intese o una spartizione, Più facile, perciò, che la questione finisca in mano di arbitri o di tribunali che dovranno stabilire l’enti dei danni subiti da Exor che ha già messo le mani avanti. “Nel tentativo di rinegoziare i termini dell’accordo – si legge nella nota della cassaforte di casa Agnelli. Covéa non ha mai indicato l’esistenza di cambiamenti sostanziali negativi, incluso il rischio della pandemia”. Di qui la richiesta di danni per una cifra di alcune decine di milioni di dollari, giustificata dalla mancata cessione di uno dei più importanti portafogli di riassicurazione del mondo, oggetto di una profonda ristrutturazione da parte di Exor che l’aveva rilevata per 6 miliardi di dollari nel 2016. Uno scivolone imprevisto, ma sostenibile senza affanno, come si rileva dall’analisi di Mediobanca Securities che ha   rivisto stamani il target price da 86 a 62 euro, conservando un notevole margine di apprezzamento per il titolo (potenziale+ 32% , giudizio outperfom). Resta il fatto che, almeno per un po’, i piani per nuovi M&A finiranno nel cassetto.

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