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Eurogruppo, compromesso su Eurobond e Mes: piano da 500 miliardi

Dopo settimane di scontro, l’Europa raggiunge un primo accordo sugli aiuti economici: 500 miliardi per contrastare la recessione. Ma sui punti cruciali restano ambiguità che solo i capi di Stato e di governo proveranno a superare la settimana prossima

Eurogruppo, compromesso su Eurobond e Mes: piano da 500 miliardi

Niente Eurobond, per ora. Sì invece al Fondo salva-Stati (Mes) senza “condizionalità”, ma solo “per le spese sanitarie dirette o indirette”. Dopo una trattativa esasperante, l’Eurogruppo ha trovato un primo accordo sulle misure economiche da varare per combattere la crisi innescata dal coronavirus. Dopo il via libera dai ministri economici della zona euro, il piano passa ai capi di Stato e di governo, che si riuniranno la settimana prossima per il consiglio europeo.

Il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, parla su Twitter di “un pacchetto di dimensioni senza precedenti per sostenere il sistema sanitario, la cassa integrazione, la liquidità alle imprese e il Fondo per un piano di rinascita”.

Nel dettaglio, il piano si articola su tre livelli:

  • 100 miliardi per “Sure”, il nuovo fondo per finanziare una sorta di cassa integrazione europea;
  • 200 miliardi destinati dalla Banca Europea per gli investimenti alle imprese, soprattutto di medie e piccole dimensioni;
  • altri 200 miliardi in arrivo dal Mes (che in pancia ne ha 410).

Il Fondo salva-Stati potrà fornire gli aiuti attraverso una linea di credito dedicata alla pandemia (Pandemic credit line) senza alcun patto preventivo su nuove misure d’austerità, ma solo a condizione che i soldi vengano usati per le “spese sanitarie dirette e indirette legate alla crisi del coronavirus”. Ora, cosa si intenda per “spese sanitarie indirette” non è ancora del tutto chiaro.

I governi potranno richiedere questa linea di credito per tutta la durata dell’emergenza fino a un massimo del 2% del Pil. Per l’Italia, dunque, il tetto è intorno a quota 36 miliardi di euro. A pandemia esaurita, comunque, i Paesi dovranno “rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità”.

Tra le misure non sono citati esplicitamente gli Eurobond. Nel documento finale si precisa comunque che “l’Eurogruppo è d’accordo a lavorare ad un Recovery Fund per sostenere la ripresa. Il fondo sarà temporaneo e commisurato ai costi straordinari della crisi e aiuterà a spalmarli nel tempo attraverso un finanziamento adeguato. Soggetti alla guida dei leader, le discussioni sugli aspetti pratici e legali del fondo, la sua fonte di finanziamento, e strumenti innovativi di finanziamento, coerenti con i Trattati, prepareranno il terreno per una decisione”. Una formulazione volutamente oscura.

Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha spiegato che questi “strumenti innovativi di finanziamento” non sono EurobondCoronabond. Tuttavia, Le Maire ha anche sottolineato che “strumenti di finanziamento di debito comune saranno menzionati nella lettera del presidente Centeno”.

Da parte sua, Gualtieri assicura che i bond europei arriveranno presto sul tavolo della discussione:

Sul fronte opposto della barricata, il ministro olandese delle finanze, Wopke Hoekstra, la pensa diversamente: “Il Mes può fornire assistenza finanziaria ai Paesi senza condizioni per le spese mediche” e “sarà anche disponibile per il sostegno economico, ma a condizioni. È giusto e ragionevole”. Ma sugli Eurobond, ha aggiunto, “pensiamo che questo concetto non aiuterà l’Europa o l’Olanda a lungo termine”.

“L’Europa è unita nella lotta contro il coronavirus, sono rincuorata”, ha detto la numero uno della Bce, Christine Lagarde.

Ma per capire davvero quale sarà la portata e l’impatto potenziale del piano bisognerà aspettare ancora qualche giorno. Fino al Consiglio europeo che si terrà dopo Pasqua.

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