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Equitalia chiude: sconto anche sulle multe e (forse) sull’Iva

La rottamazione delle cartelle esattoriali non prevede alcuno sconto sugli importi dovuti, per cui la “semi-sanatoria” dovrebbe comprendere anche multe e tributi locali – Più complesso il discorso per l’Iva, che è “una questione europea”

Equitalia chiude: sconto anche sulle multe e (forse) sull’Iva

La sanatoria parziale sulle cartelle Equitalia comprenderà quasi certamente anche le multe per violazione del codice della strada, i tributi locali e l’Iva. È questa la principale novità che emerge a 24 ore dalla presentazione della nuova legge di Bilancio in Parlamento.

Ricapitoliamo. Alla manovra è collegato un decreto fiscale che prevede, fra l’altro, una rivoluzione esattoriale per il 2017. In sostanza, Equitalia chiude i battenti e le cartelle esattoriali che ancora giacciono nei suoi uffici saranno alleggerite.

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, insiste sul fatto che la manovra non contiene “né condoni né sanatorie per gli evasori”. Questo perché (come nel caso della nuova voluntary disclosure sui contanti) i cittadini dovranno saldare per intero i propri debiti con lo Stato. Non solo: nel caso delle cartelle Equitalia rottamate, oltre all’imposta non versata andranno pagati anche gli interessi per il ritardato pagamento, che sono comunque molto bassi (circa lo 0,5% annuo).

Il colpo di bianchetto si abbatterà invece sugli interessi di mora e sulle sanzioni, che scattano dal momento della notifica della cartella e possono far raddoppiare (o addirittura triplicare) l’importo dovuto. Potrebbe essere cancellato o ridotto anche il cosiddetto “aggio”, cioè la commissione che Equitalia impone per i propri servigi. Ad oggi, se si paga il debito entro due mesi dalla notifica, questo ulteriore prelievo vale il 3% della somma dovuta. Per i più ritardatari, invece, sale al 6 percento.

A conti fatti, i risparmi per i contribuenti non saranno affatto trascurabili. Il problema è capire quale sia esattamente il perimetro di questa semi-sanatoria. Fin da subito si è dato per scontato che riguardasse i debiti con il Fisco centrale più quelli con Inps e Inail.

Per quanto riguarda invece le multe prese in auto, “il problema è non invadere l’autonomia impositiva dei Comuni – ha spiegato ieri Padoan –. Non possiamo rottamare di imperio”. Lo stesso discorso vale anche per gli altri tributi locali. Tuttavia, poiché la misura non prevede alcuno sconto sugli importi dovuti, i bilanci di Comuni, Regioni e Province non ne risentirebbero, perciò è probabile che alla fine il via libera arrivi.

La questione è più complessa per l’Iva, che, come ha ricordato ancora il ministro, “è una questione europea”, perché una parte del suo gettito è impiegata per finanziare il bilancio Ue. Padoan ha però confermato che il Governo sta lavorando per includere nella rottamazione anche l’imposta sul valore aggiunto.

Infine, il numero uno del Tesoro ha confermato che sulla durata delle rateazioni per cancellare il pregresso sono ancora in ballo “diverse opzioni”, anche se fin qui si è parlato di un limite massimo di 36 rate mensili, cioè tre anni. In ogni caso, secondo Padoan, ciò che più conta è il cambiamento in arrivo sui meccanismi di riscossione, “che ridurrà l’incentivo a rimanere in arretrato”.

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