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Eni vola in Borsa: utile netto 2012 a 7,79 miliardi (+13,5%), cedola a 1,08 euro

Utile netto adjusted a 7,13 miliardi (+2,7%), di cui 1,52 miliardi nel solo quarto trimestre – Se si esclude il contributo di Snam, il dato risulta in crescita del 7,6% nel 2012 e del 9,2% negli ultimi tre mesi dell’anno – L’ad Scaroni: “Anno record per l’esplorazione con i risultati in Mozambico, Africa, Mare di Barens e Indonesia” – I mercati apprezzano.

Eni vola in Borsa: utile netto 2012 a 7,79 miliardi (+13,5%), cedola a 1,08 euro

Eni ha chiuso il 2012 con un utile netto di 7,79 miliardi di euro (+13,5% su base annua) e il Cda ha proposto un dividendo di 1,08 per azione (1,04 nel 2011), di cui 0,54 euro distribuiti come acconto. L’utile netto adjusted si è attestato a 7,13 miliardi (+2,7%), 1,52 miliardi solo nel solo quarto trimestre (-3,6%). Se si esclude il contributo di Snam, il dato risulta in crescita del 7,6% nel 2012 e del 9,2% nell’ultimo trimestre. I dati sono stati diffusi questa mattina dalla società: numeri che hanno messo le ali al titolo in Borsa del colosso energetico, in testa ai rialzi del Ftse Mib con un balzo di quasi tre punti. 

La struttura patrimoniale di Eni si modifica in misura sostanziale rispetto al 2011 per la cessione di una quota in Snam (circa il 30% venduto alla Cdp per 3,52 miliardi), che comporta la perdita del controllo e il conseguente deconsolidamento del debito di 12,45 miliardi che grava sulla società d’impiantistica. L’indebitamento finanziario netto di Eni a fine 2012 era pari a 15,45 miliardi, in calo di 12,59 miliardi sul 2011, anche grazie al flusso di cassa netto da attività operativa delle continuing operations (12,42 miliardi) e alle altre operazioni di dismissione (2,5 miliardi). Questi flussi positivi sono stati parzialmente assorbiti dalle esigenze di cassa per gli investimenti (13,33 miliardi) e per il pagamento dei dividendi agli azionisti (3,84 miliardi) e alle minoranze (0,54 miliardi).

Il 2012 “è stato un anno record per la nostra esplorazione con risorse scoperte pari a circa 6 volte la produzione annua, grazie ai risultati eccezionali raggiunti in Mozambico e ai successi ottenuti nell’Africa Occidentale, nel Mare di Barents e in Indonesia”, ha commentato Paolo Scaroni, l’amministratore delegato della società.

“Abbiamo fatto progressi anche nei progetti di sviluppo – ha proseguito Scaroni -, incrementando le nostre riserve e portandole sui migliori livelli di sempre. La nostra divisione Exploration & Production, grazie alla crescita della produzione, ha conseguito utili operativi eccellenti. In Gas & Power e Refining & Marketing abbiamo ottenuto significativi recuperi di efficienza che ci hanno permesso di assorbire buona parte degli effetti di uno scenario europeo ancora difficile. Eni, con una struttura patrimoniale rafforzata anche dalle dismissioni di Snam e Galp, conseguirà nell’upstream tassi di crescita al top dell’industria”.

Nel quarto trimestre dell’anno scorso, la produzione di idrocarburi del gruppo Eni ha registrato una crescita del 7% su base annua. Un risultato dovuto soprattutto alla ripresa delle attività in Libia, all’avvio di operazioni in Russia e alla maggior produzione in Iraq. Nello stesso periodo le vendite de gas hanno raggiunto i 25,08 miliardi di metri cubi, in calo dell’1,5% rispetto al quarto trimestre 2011. Ma al netto della dismissione di Galp le vendite di gas sono risultate sostanzialmente in linea. Quanto all’attività esplorativa, nel 2012 ha aggiunto 3,64 miliardi di boe, principalmente grazie all’enorme volume di gas scoperto in Mozambico.

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