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Energia, mancano incentivi all’offerta industriale

Giovanni Lelli, commissario dell’Enea, in commissione Industria al Senato parla dei nodi da sciogliere per il settore energetico.”I consumatori non hanno scelto il mercato libero”- “Mancano incentivi all’offerta industriale” – “Prendere esempio dalla Germania”.

Energia, mancano incentivi all’offerta industriale

Se da un lato “è necessario ridurre la dipendenza energetica dall’estero del nostro Paese”, dall’altro la capacita’ di risposta tecnologica della nostra industria è ridotta, a causa anche della mancanza di una politica per la ricerca e la crescita. E allora l’esempio da seguire è quello della Germania che ha bilanciato incentivi alla domanda tecnologica con incentivi all’offerta industriale. E’ il quadro che traccia il commissario dell’Enea, Giovanni Lelli, sentito dalla commissione Industria del Senato sulla strategia energetica nazionale.

La premessa è che “ è necessario ridurre la dipendenza energetica dall’estero del nostro Paese e, al contempo, contribuire agli obiettivi previsti in ambito UE per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, attraverso il risparmio di energia, l’uso delle energie rinnovabili e una maggiore efficienza energetica”.

Ma “la struttura dei mercati energetici, nonostante i processi di liberalizzazione, è ancora condizionata da pochi operatori- dice Lelli- e limitata da carenze nelle infrastrutture di rete, in particolare nel Mezzogiorno. La possibilità per i consumatori finali di passare al mercato libero, consentita dal 2003 per il gas e dal 2007 per l’elettricità, è sfruttata ancora oggi da un numero limitato di utenti. Il livello dell’imposizione fiscale sui prodotti energetici è tra i più alti d’Europa: superiore di oltre il 40% a quello medio della UE”.

E c’e’ un altro “aspetto critico”, che riguarda le fonti rinnovabili: la capacità di risposta tecnologica offerta dall’industria del nostro Paese, che in questi anni “non ha saputo adeguarsi sufficientemente al rapido aumento della domanda di sistemi e componenti, fortemente stimolata a sua volta dagli incentivi “. Spiega Lelli:.”Se da un lato l’Italia si distingue per la generosità delle tariffe incentivanti all’energia verde, soprattutto riguardo alla generazione elettrica, dall’altro risulta piuttosto carente sul fronte delle politiche a supporto della crescita dell’industria nazionale, in particolare nei settori in più rapida espansione, come ad esempio il fotovoltaico. La domanda interna di sistemi e componenti per le installazioni a fonte rinnovabile, infatti, è ancora coperta in misura prevalente con il ricorso alle importazioni dall’estero”.

 Il commissario dell’Enea esibisce alcune cifre: nonostante nel 2010 l’Italia sia stato il quarto Paese al mondo in termini di investimenti nei settori delle energie rinnovabili con quasi 14 miliardi di euro, registrando il maggiore tasso di crescita (+136%) tra i 18 Paesi che hanno investito di più nelle energie rinnovabili, “la quota di risorse destinate all’innovazione tecnologica e allo sviluppo della capacità manifatturiera risulta ancora troppo esigua rispetto al totale. I settori delle fonti rinnovabili, infatti, costituiscono ad oggi un mercato complesso e sempre più globale, e in questo contesto un aumento della capacità manifatturiera nazionale assicurerebbe maggiori certezze di sviluppo anche sotto il profilo occupazionale, agganciando i profitti delle aziende non più esclusivamente all’andamento della domanda interna di tecnologie, la quale a breve tornerà probabilmente a ridimensionarsi, ma anche all’espansione in atto in numerosi mercati esteri.”

Ecco allora che “ in quest’ottica la Germania costituisce un caso emblematico da seguire, in quanto ha saputo bilanciare tra incentivi alla domanda di tecnologie e incentivi all’offerta industriale, basandosi- spiega Lelli- su politiche mirate e stabili nel tempo che hanno saputo garantire la certezza degli investimenti e attirare capitale straniero sul territorio nazionale. Le misure previste a supporto delle aziende, che comprendono rimborsi cash dei costi diretti, prestiti a tassi agevolati, garanzie pubbliche alle banche, incentivi a sostegno dei costi del personale e per le attività di R&S tecnologico, hanno saputo stimolare gli investimenti in nuova capacità produttiva localizzata sul territorio nazionale e di conseguenza ridurre la tendenza all’import di tecnologie per le rinnovabili, nonostante la Germania sia ai primissimi posti in Europa in termini di potenza installata”.

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