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Energia: bilanci drogati da guerra e caro-prezzi. Che succederà quando le materie prime si raffredderanno?

Le imprese energetiche stanno beneficiando del rincaro delle materie prime per incassare fatturati stellari e colmare i rossi. Che ne sarà di loro quando la fiammata si spegnerà? Ecco i primi dati.

Energia: bilanci drogati da guerra e caro-prezzi.  Che succederà quando le materie prime si raffredderanno?

Raffica di trimestrali e semestrali in questi giorni per il settore energetico che mostrano, è vero, dati stratosferici, ma c’è il forte rischio che nascondano una bolla da rialzo dei prezzi delle materie prime, la quale potrebbe sgonfiarsi non appena la situazione – alimentata anche dalla guerra Russia-Ucraina oltre che dal rimbalzo dell’economia post Covid – dovesse raffreddarsi.
Repsol, Total Energie, Shell, Edf, sono solo alcune delle società che hanno mostrato conti sfavillanti per il secondo trimestre, sostenuti, come dicono in coro i loro manager, da margini di raffinazione stellari e alte quotazioni del petrolio e prezzi della benzina. Non sfuggono alla regola Enel e Terna. Eni pubblica i conti venerdì, ma anche di ExxonMobil, Chevron e Bp sono attese in linea con i conti del settore.
Le nuove entrate da una parte serviranno a ripianare il rosso dei bilanci accumulato nel corso del periodo pandemico. Ma quale sarà la situazione al netto dei prezzi nei mesi futuri? La politica della distribuzione degli utili dovrà tenerne conto.

I prezzi del petrolio sono aumentati nel secondo trimestre, con il greggio Brent di riferimento in media a circa 113 dollari al barile nel trimestre, rispetto a 102 dollari al barile nei primi tre mesi.
“Vista la quantità di revisioni di bilancio già avvenuta negli ultimi 18 mesi, riteniamo che ci sia un vantaggio nei piani di distribuzione degli azionisti in tutto il settore”, dice in una nota l’analista di RBC Capital Market Biraj Borkhataria.

Semestre Repsol: utile netto migliore di sempre dopo profonde perdite 2019-20

L’utile netto del gruppo petrolifero spagnolo Repsol ha registrato 2,539 miliardi tra gennaio e giugno con un rialzo del 165%, il miglior risultato di sempre. Un grande recupero, se si pensa che nel 2019 e 2020 la società aveva subito perdite per 7,1 mld “derivate dalle rettifiche patrimoniali per l’obiettivo zero emissioni e dalla pandemia sanitaria globale”, dice la società. Ma i dati di questo semestre sono stati condizionati “da un aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati mondiali” derivanti dalle tensioni causate dalla guerra in Ucraina. Tra gennaio e giugno, poco più della metà dell’utile netto rettificato della società è arrivato dalle sue attività internazionali, impegnate principalmente nell’esplorazione e produzione di idrocarburi. Il valore crescente degli idrocarburi mantenuti nelle riserve strategiche in Spagna ha contribuito per 1,2 miliardi di euro all’utile netto di Repsol nel primo semestre, dice la socità.

TotalEnergies: utili triplicati nel semestre, anche dopo accantonamenti

Il gruppo francese TotalEnergies ha annunciato di aver realizzato un utile netto di 5,7 miliardi di dollari nel secondo trimestre, più che raddoppiato in un anno, sfruttando appieno l’aumento dei prezzi del petrolio e del gas a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. “Questo profitto è stato realizzato dopo aver effettuato un nuovo accantonamento di 3,5 miliardi di dollari legato al potenziale impatto delle sanzioni internazionali sul valore della sua partecipazione nel gruppo russo Novatek”, ha detto il gruppo in un comunicato stampa.

Escludendo queste voci eccezionali, l’utile netto rettificato ha raggiunto i 9,8 miliardi di dollari nel trimestre, contro i 3,5 miliardi dell’anno precedente. Nel semestre ha raggiunto i 18,8 miliardi, quasi triplicando rispetto alla prima metà del 2021. “Gli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina sui mercati energetici sono continuati nel secondo trimestre, con prezzi del petrolio che hanno superato in media i 110 dollari al barile nel corso del trimestre”, ha affermato l’amministratore delegato Patrick Pouyanné nel comunicato stampa.

Shell: utile moltiplicato per 5 nel secondo trimestre

Il gruppo petrolifero britannico Shell ha quintuplicato l’utile netto nel secondo trimestre, a 18 miliardi di dollari, sulla scia dell’impennata dei prezzi degli idrocarburi, afferma una nota della società. Il risultato ha beneficiato anche di uno storno di accantonamenti per 4,3 miliardi di dollari, dopo che la major petrolifera ha rivisto al rialzo le proiezioni dei prezzi di petrolio e gas a medio e lungo termine, ribaltando parte dei miliardi di dollari di addebiti per svalutazioni prese durante la pandemia.

ExxonMobil, in vista un trimestre ai massimi storici

ExxonMobil all’inizio di questo mese ha dichiarato che potrebbe registrare il suo trimestre più forte, con un profitto che potrebbe superare i 16 miliardi di dollari, quasi il doppio dei suoi guadagni del primo trimestre, tanto che il presidente Joe Biden ha accusato ExxonMobil di fare “più soldi di Dio” e ha affermato che le aziende stanno sfruttando la carenza di approvvigionamento globale di petrolio per aumentare i profitti.

Edf: in perdita a causa del nucleare, ma forte per i prezzi

La francese Edf che faceva affidamento sul nucleare, come parte consistente del suo business, ha subito una delle perdite più pesanti della sua storia nel primo semestre dell’anno a causa dalla chiusura di 12 reattori su 56 in Francia e di altri 18 sono soggetti a operazioni di manutenzione. Secondo i dati resi noti oggi, Edf ha registrato una perdita di 5,3 miliardi, “a causa del calo della produzione di elettricità nucleare legata a problemi di corrosione di alcuni reattori e del contributo dello Stato al contenimento delle bollette”.

Anche per Edf però è in forte crescita il fatturato complessivo (+67,2%) a 66.262 miliardi, per il forte aumento dei prezzi di elettricità e gas. “I risultati del primo semestre riflettono le difficoltà incontrate in termini di generazione nucleare in Francia e in misura minore idroelettrica, e anche l’effetto dello scudo tariffario attivato dal Governo francese per il 2022”, ha commentato l’amministratore delegato Jean -Bernard Lévy, riferendo della necessità di acquistare energia elettrica dall’esterno in un contesto di prezzi di mercato elevati.

In arrivo nuovi dati dalle major energetiche nelle prossime ore

Terna presenterà i dati della sua semestrale nel pomeriggio, Enel attenderà la chiusura di Borsa.
Venerdì sarà il turno di Eni invece che proprio oggi ha annunciato di aver completato le trattative per l’avvio del New Gas Consortium in Angola. Anche Exxon e Chevron pubblicheranno i loro dati di bilancio venerdì, mentre il 2 agosto sarà la volta di BP.

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