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Enel e industrie in zona ASI avviano la prima Comunità energetica italiana vicino Salerno

La prima area industriale a Bu7ccino, in provincia di Salerno,avvia l’uso del fotovoltaico per le produzioni. Sinergia tra Enel , FICEI e Gruppo Magaldi

Enel e industrie in zona ASI avviano la prima Comunità energetica italiana vicino Salerno

L’area industriale di Buccino (SA) è la prima Comunità Energetica Rinnovabile formata dalle aziende di un’Area di Sviluppo Industriale. Enel X la società del Gruppo Enel per lo sviluppo dell’ efficienza energetica ha firmato con la Federazione Italiana Consorzi Enti Industrializzazione (FICEI) un accordo che ha consentito di realizzare la prima Comunità Energetica a favore di aziende attive. Un prototipo che potrà essere replicato ovunque ci siano aree industrriali. La formazione delle Comunità energetiche in Italia procede con grande lentezza. Le aspettative sono interessanti per qualficare la trasformazione di produzione e consumi di energia sia per le famiglie che per le industrie. Tuttavia, accettare il passo lento è un evidente controsenso rispetto alla declamazione degli obiettivi green che arrivano da destra e da sinistra. A Buccino, interessante agglomerato industriale al confine della provincia di Salerno con quella di Potenza, per dare vita alla Comunità è stata fatta un’analisi delle superfici dell’Area Industriale e del fabbisogno energetico delle aziende. La presenza di capannoni energivori o che operano in settori hard-to-abate è alimentata oggi da due impianti fotovoltaici per una potenza di 1,6 MW di energia rinnovabile. In 20 anni produrranno circa 1.250 MWh. Il risparmio di CO2 all’anno è stato calcolato in 807mila kg.

Le Comunità energetiche fondamentali per la transizione

Tra i soci fondatori della Comunità c’è il Gruppo Magaldi che fornisce le batterie per lo storage. Un ruolo in continuità con la partnership di Enel X, visto per l’inaugurazione del MGTES, con un valido sistema di accumulo di energia. Lo storage è la chiave per sbloccare il potenziale dell’energia rinnovabile, è il principio che guida il business di Magaldi. Nel caso specifico si spiega che la batteria a sabbia alimentata da un impianto fotovoltaico è in grado di immagazzinare energia e rilasciarla sotto forma di vapore ad alta temperatura.Rendere autosufficienti le nostre imprese, mettendo a disposizione il bagaglio di infrastrutture e la capacità di coordinamento che hanno i Consorzi di Sviluppo Industriale, rappresenta l’obiettivo sul quale la FICEI è impegnata”, dice Antonio Visconti, presidente FICEI. Proseguire in questo impegno significa coinvolgere tutti e trenta i Consorzi – da Pordenone a Cagliari, da Bari a Salerno – e puntare alla sostenibilità, alla decarbonizzazione e soprattutto all’autonomia energetica delle industrie. La FICEI, fondata nel 1963, comprende, appunto, i Consorzi e gli Enti di industrializzazione che gestiscono le aree produttive più strategiche dell’Italia. Sono Enti Pubblici Economici che riuniscono quasi il 70% dell’industria del Mezzogiorno: 20 mila aziende che danno lavoro a oltre 500 mila persone. Gli anni ’70 con le politiche di sviluppo del Sud ne segnarano il successo. Oggi devono comunque affrontare la trasformazione energetica e digitale. “Le ASI raccolgono la sfida delle CER e puntano a diventare hub energetici, potendo contare al loro interno sulla presenza di molte imprese”, aggiunge Visconti. Una conversione indispensabile richiesta dalla crisi climatica.

Il Gruppo Magaldi è presente negli Stati Uniti, in Messico, Emirati Arabi, India e fattura 50 milioni di euro nel settore delle rinnovabili. La scelta verso Enel è coerente con la strategia del Gruppo che finora ha installato 76 MW di capacità di accumulo post contatore. Lo sforzo che si deve compiere rispetto al PNRR e al sostegno europeo per le fonti rinnovabili deve essere pragmatico e condiviso secondo uno schema industriale-sociale che parte dalle aziende ed aarriva alle famiglie. Proprio come accadde con la prima elettrificazione dell’Italia.

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