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Emergenti, il Toro si è spostato in Oriente

Non solo la Cina. Dalla Malaysia al Vietnam, da Seul a Singapore ecco le Borse dove si possono trovare le migliori opportunità d’investimento. A patto, però, di seguire gli affari con prudenza

Emergenti, il Toro si è spostato in Oriente

I dati parlano chiaro: il Toro ha deciso che quest’anno intende svernare in Oriente, rassicurato tra l’altro dalla stretta vigilanza contro la pandemia garantita dalle autorità. Oggi, ad esempio, dopo la scoperta del primo caso positivo dopo 89 giorni, quello di un assistente di volo della compagnia di bandiera, il Vietnam ha messo in quarantena gli aeroporti di Hanoi e di Ho Chi Minh City. Tante precauzioni pagano, anche sul fronte dei mercati azionari. Oggi, sotto la spinta della ripresa dell’attività manifatturiera (l’indice Caixin ai massimi da dieci anni) l’indice delle blue chips di Shanghai +2,15% ha vissuto la giornata migliore dal 12 ottobre. Ancor meglio hanno fatto finanziari +2,83% a conferma che il rally non riguarda solo i consumi, ma sta coinvolgendo anche i settori più esposti alla tensione dei debiti che vanno però seguiti con la massima prudenza: stamane è emerso che una settantina di banche e finanziarie è rimasta coinvolta nel default da 5 miliardi di dollari del Huanchen group, filiale cinese di Bmw. 

Fa ancor meglio la Borsa di Seul. Anche in questo caso l’ottima tenuta della Corea del Sud alla pandemia (526 vittime in tutto su una popolazione paragonabile a quella italiana) ha permesso alla quarta economia del Continente di limitare i danni. Anzi, la crescita del pil è stata ritoccata al rialzo (+2,1% contro una prima stima dell’1,9%) con la prospettiva di una forte accelerazione al 3,8% l’anno prossimo. L’indice Kospi +27% riflette solo in parte le fortune dei chips di Samsung (+45% negli ultimi sei mesi).

Ma Cina e Corea del Sud sono tappe già note e ben frequentate dagli operatori che intendono sfruttare la prospettiva della ripresa del commercio mondiale nel dopo Covid-19. Esistono mercati meno battuti che potrebbero garantire discrete soddisfazioni. Se nel momento della massima tensione tra Usa e Cina (ancora ben viva) le multinazionali hanno scoperto il Vietnam per aggirare i dazi, oggi gode di grande considerazione l’Indonesia, scelta dai gruppi cinesi in alternativa all’India che ha chiuso le porte agli investimenti di Pechino.  Nel corso del 2020 la Cina ha aumentato del 55 per cento la penetrazione nel Paese grazie a Shunwei, una consociata di Xiaomi, e a BaCE, controllata da Ant Group, la società Fintech di Jack Ma.  E una gita in Oriente non può includere Singapore o la Malaysia, ieri la  Borsa più effervescente.

Ancor più interessante è sfruttare il calo del dollaro che dovrebbe proseguire per buona parte dell’anno venturo. Nelle ultime settimane, anche grazie al boom del petrolio, ha avuto ragione chi ha puntato sul rublo (+4,2% a novembre), mentre la vittoria di Biden ha messo le ali al peso messicano. L’indice Bovespa della borsa brasiliana ha superato la soglia dei 110mila punti per la prima volta da fine febbraio. Dal punto di minimo dello scorso marzo ha messo a segno un poderoso rimbalzo nell’ordine dell’80% azzerando le perdite   dal primo gennaio . 

Peccato, però che nel frattempo il Real si sia svalutato parecchio contro le principali valute mondiali. Ma, grazie al recupero delle valute emergenti, anche sotto questo profilo le prospettive volgono al bello. Perfino la Turchia, dopo la recente svalutazione, può essere una bella scommessa di Natale.

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