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Emanuele Fiano, punire le violenze della Polizia di Verona e mantenere il reato di tortura ma senza polveroni

Quando gli agenti o i dirigenti della Polizia sbagliano meritano “punizioni esemplari” ma non si può generalizzare. Piuttosto sarebbe ora che il ministro dell’Interno Piantedosi si svegliasse e avviasse un dialogo serio con la Polizia

Emanuele Fiano, punire le violenze della Polizia di Verona e mantenere il reato di tortura ma senza polveroni

Che vergogna le violenze della Polizia di Verona, non è roba da Stato civile. Il garantismo impone accertamenti rigorosi su quanto è avvenuto a Verona ma, se le ipotesi di reato fossero definitivamente confermate, occorrono “punizioni esemplari” e occorre anche che sia mantenuto il “reato di tortura” per chi “vestendo una divisa commette reati contro la persona”. Il caso Cucchi è indimenticabile e le volgari parole dell’agente Migliore sono insopportabili. Però, attenzione: niente polveroni e “niente generalizzaziinsopooni” perché “su 95 mila appartenenti alla Polizia di Stato, stiamo parlando di un ventina di persone coinvolte nell’indagine di Verona”. In altre parole: la Polizia dello Stato è uno corpo sano, ma questo non esclude che ci siano mele marce che vanno severamente punite. Chi parla così dalle colonne de “Il Riformista” è Emanuele Fiano, già deputato per quattro legislature ed ex responsabile Sicurezza del Pd. Parole esemplari che meritano un plauso e di cui farebbe bene a prendere nota anche il Governo Meloni che, dopo “tante chiacchiere” in campagna elettorale, non ha ancora avviato un dialogo con la Polizia di Stato. Ma finora il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è rivelato una vera delusione.

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