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Elezioni Turchia: Erdogan trionfa, la lira rimbalza

Il Sultano vince le presidenziali al primo turno e la coalizione guidata dal suo partito si aggiudica la maggioranza assoluta in Parlamento, dove però entra anche una rappresentanza dei curdi – La lira turca rimbalza dopo un crollo durato mesi, ma secondo gli esperti si tratta solo di ricoperture: una nuova fase di calo è alle porte

Elezioni Turchia: Erdogan trionfa, la lira rimbalza

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan trionfa ancora una volta alle elezioni, conquistando un potere quasi assoluto, e di riflesso la lira turca rimbalza sui mercati valutari. Con il 99% dei seggi scrutinati, Erdogan si aggiudica al primo turno le presidenziali con il 53% dei voti, mentre la coalizione formata dal suo partito, l’Akp, e dagli ultranazionalisti del Mhp porta a casa la maggioranza assoluta in Parlamento con 343 seggi su 600. C’è però una nota negativa per il Sultano: il partito curdo (Hdp) è riuscito a superare la soglia di sbarramento del 10% e avrà quindi una voce, per quanto flebile, in Parlamento. Stando ai dati ufficiali, l’affluenza sarebbe stata altissima, pari all’87 per cento.

La reazione dei mercati è stata immediata. Il cambio dollaro/lira turca è sceso del 2%, a 4,58, ai minimi da due settimane. Stesso trend per l’euro/lira a 5,35 (-2%). Intanto, la Borsa di Istanbul sale del 2%. La risalita del cambio è favorita anche dalla flessione dei prezzi del petrolio, di cui Istanbul è importatore, dopo gli accordi Opec della scorsa settimana.

Secondo gli esperti di Unicredit Research, il rimbalzo della lira turca riflette principalmente il venir meno dell’incertezza politica in Turchia, anche se il quadro che emerge dal voto è quello considerato meno auspicabile dai mercati nel medio-lungo periodo, visto che non ci saranno probabilmente cambiamenti nelle strategie di Erdogan che possano supportare il rilancio dell’economia del Paese. Per questo motivo, fanno notare gli analisti, dopo le ricoperture sulla divisa locale, è probabile che la lira andrà incontro a una nuova fase di calo.

Negli ultimi 14 mesi la lira ha già perso il 30% nei confronti del dollaro americano (il 50% dal 2015). In questo scenario, Erdogan ha intenzione di aprire le ostilità con la Banca Centrale, colpevole ai suoi occhi di aver deciso tre rialzi dei tassi di interesse negli ultimi due mesi. Il Presidente non ha mai nascosto di voler guidare la politica monetaria del Paese.

Grazie alla riforma iper-presidenziale varata l’anno scorso, Erdogan non avrà più a che fare con un premier, perché la sua figura è stata rimossa. E potrà contare su un Gabinetto di ministri non obbligato a rispondere al Parlamento. Inoltre, il Sultano potrà nominare i membri del Consiglio Superiore della Magistratura, i pubblici ministeri, e sarà anche in grado di emanare ordini esecutivi (non però in materia di diritti fondamentali e diritti politici). Tutto questo restando a capo del suo partito e scegliendo i candidati al Parlamento. Avrà una serie di poteri anche sul budget.

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