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Elezioni, paradossi a gogò: destra in ginocchio da Draghi e sinistra Pd in crisi d’astinenza da Cinque Stelle

Vedere Salvini e Berlusconi in ginocchio da Draghi perchè risolva l’emergenza gas dopo averlo impallinato in Parlamento è semplicemente patetico, non meno dei sussulti nostalgici dell’ala populista del Pd verso i Cinque Stelle

Elezioni, paradossi a gogò: destra in ginocchio da Draghi e sinistra Pd in crisi d’astinenza da Cinque Stelle

Se la politica non fosse, come invece è, una cosa seria, verrebbe da sorridere a vedere gli ultimi giri di valzer di destra e sinistra nel pieno della campagna elettorale. Vedere la destra di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in ginocchio da Mario Draghi perchè risolva la crisi del gas dopo che lo hanno incredibilmente pugnalato in Parlamento per motivi a dir poco meschini e puramente elettorali è semplicemente allucinante. Ma gli ottimisti, che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno, avvertono che nella mossa di Lega e Forza Italia c’è implicitamente il riconoscimento che Draghi, che è un extraterrestre rispetto ai nanetti della politica italiana con rare eccezioni, è l’unico in grado di risolvere il rebus del gas.

SALVINI E BERLUSCONI IN GINOCCHIO DA DRAGHI SUL GAS

E nella mossa di Salvini e Berlusconi c’è anche l’apprezzamento per l’idea del Premier di battersi per un price cap a livello europeo che farebbe abbassare i prezzi del gas, come s’è visto negli ultimi giorni da quando il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha sostanzialmente aperto all’ipotesi draghiana del tetto al prezzo del gas che sarà al centro del vertice europeo del 9 settembre. Naturalmente Draghi avrebbe potuto e potrebbe fare molto di più in campo europeo se fosse nella pienezza dei suoi poteri, ma è inutile piangere sul latto versato.

L’ALA POPULISTA DEL PD IN GINOCCHIO DAI CINQUE STELLE

Ma, rispetto alla patetica autocritica della destra su Draghi, non meno paradossale è il sussulto di nostalgia a getto continuo che manifesta l’ala populista del Pd, quella capeggiata da giganti incompresi della politica italiana come il ministro Andrea Orlando, il “thailandese” Goffredo Bettini e gli inossidabili MIchele Emiliano, Francesco Boccia, Nicola Zingaretti, Giuseppe Provenzano e Gianni Cuperlo, tanto per citare i più in vista. E’ lo stesso gruppo che prima ha spinto il Pd all’abbraccio mortale con i Cinque Stelle fino a considerare Giuseppe Conte “il punto più alto del progressismo italiano” e poi, dopo il clamoroso passo falso di M5S in Parlamento con la mancata fiducia a Draghi, ha masticato amaro di fronte alla netta scelta di campo del segretario Enrico Letta di tagliare i ponti con Conte e di escludere alleanze elettorali con lui. Ora l’ala populista e nostalgica del Pd non esita a criticare lo stesso Letta, preludio della resa dei conti dopo le elezioni del 25 settembre.

CALENDA FACILE PROFETA: CINQUE MINUTI DOPO IL VOTO IL PD TORNERA’ AD ABBRACCIARE I CINQUE STELLE

Basta ascoltare Boccia, nato lettiano ma ora reggicoda di Emiliano, che gli garantisce la rielezione in Puglia: a suo avviso la separazione dai Cinque Stelle “è stato un errore, perchè dopo aver superato insieme 99 cancelli ci siamo fermati al centesimo, quello della prossima legge di Bilancio. Lì abbiamo diviso le nostre strade e adesso non ci resta che marciare divisi per colpire uniti”. E Zingaretti, che come Emiliano fa il Governatore di una maggioranza Pd-Cinque Stelle, non perde occasione per avvertire che “la crisi nazionale non può intaccare il buon lavoro fatto sui territori”. Non sorprendono perciò le parole di Emiliano che dice: con i Cinque Stelle “siamo destinati a provarci di nuovo”. Del resto, come scriveva ieri su “la Repubblica” lo psicanalista Massimo Recalcati, la politica è spesso dominata dalla nostalgia perchè “la paura per l’avvenire sospinge a ricuperare nostalgicamente le antiche certezze”

Quando perciò il leader di Azione, Carlo Calenda, sostiene che “cinque minuti dopo la chiusura dei seggi alle elezioni del 25 settembre, il Pd tornerà all’abbraccio con i Cinque Stelle” fa una profezia fin troppo facile. Errare è umano, perseverare è diabolico.

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