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Elezioni Madrid: la destra trionfa, Sanchez al minimo storico

Rieletta a furor di popolo la presidente uscente Ayuso, che sulla gestione della pandemia è in scontro aperto col governo nazionale. Il suo partito, il PP, raddoppia i seggi, socialisti superati anche da Mas Madrid. Male anche Podemos: Iglesias dà l’addio

Elezioni Madrid: la destra trionfa, Sanchez al minimo storico

Avanza la destra in Spagna e si indebolisce il governo Sanchez. A dare questo verdetto sono state le elezioni regionali dell’area metropolitana di Madrid: una tornata locale, certo, ma che comunque ha coinvolto oltre 5 milioni di aventi diritto ed era un banco di prova per testare sia la solidità della maggioranza al Parlamento nazionale, sia lo stato di forma del Partito Popular, il principale partito di opposizione, sia la crescita dell’estrema destra di Vox. Ebbene la riconferma della presidente uscente Isabel Díaz Ayuso, esponente proprio del PP che ha voluto le elezioni anticipate per liberarsi dell’ex alleato Ciudadanos (missione compiuta: i centristi passano da 26 a 0 seggi) e ottenere la maggioranza assoluta da sola (missione quasi compiuta), ha dato tutte le risposte che poteva. Intanto, è vero che a Madrid la destra vince da 26 anni, ma stavolta lo ha fatto alla grande: il PP ha più che raddoppiato i seggi, da 30 a 64, ed è ad un passo dall’agognata maggioranza assoluta fissata a 69. Per arrivarci potrebbe bastare l’astensione dei populisti di Vox, saliti a 13 seggi, ma c’è anche l’ipotesi che la formazione di Santiago Abascal entri a far parte del nuovo governo regionale.

Di certo c’è che la sinistra ha perso: i seggi ottenuti dal Partito socialista (PSOE), Mas Madrid e Unidas Podemos non arrivano infatti a pareggiare quelli del solo PP (ecco perché Ayuso potrebbe persino riuscire a governare senza l’appoggio esplicito di Vox). Se però il flop di Podemos era ampiamente annunciato (si ferma al 7,2% e lo storico leader Pablo Iglesias annuncia il ritiro dalla politica), a destare qualche preoccupazione in più è il tonfo del PSOE, il partito del premier Pedro Sanchez, che mette a segno il peggior risultato della sua storia nella capitale, facendosi superare persino da Mas Madrid, la lista che fa capo a Mas Pais, partito nato dalla scissione di Podemos e che ha raccolto un buon 17%, eguagliando i seggi (24) dei socialisti. I socialisti hanno raccolto un modesto 16,8%, riducendo i propri seggi nell’assemblea regionale da 37 a 24 nonostante la candidatura di Angel Gabilondo, professore universitario e già ministro con Zapatero, fosse considerata autorevole. La disfatta potrebbe essere un campanello d’allarme visto che questa era la prima elezione di rilievo da quando c’è il Covid ed è anche sulla gestione della pandemia che si è giocata la partita, stravinta dalle destre.

Anche in Spagna infatti il duello è tra la sinistra di governo “rigorista” e l’opposizione più “aperturista”, tanto che non sono mancati gli scontri frontali proprio tra la Ayuso e il premier Sanchez, con la prima che più volte ha preso decisioni in contrasto con le linee del governo nazionale e dei tecnici. La presidente uscente, e rieletta a furor di popolo, ha giocato buona parte della campagna sulla libertà, sulla necessità di non esagerare con le restrizioni per non fermare l’economia. Il risultato è che nella regione di Madrid i contagi e i decessi da Covid sono mediamente superiori rispetto ad altre aree del Paese: ma nonostante questo, e nonostante gli scandali giudiziari che hanno travolto il PP solo pochi anni fa, quando c’era ancora il premier Rajoy, anche in Spagna il vento sembra essere tornato a destra.

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