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Elezioni in Sicilia: Musumeci vittima del Cavaliere, Crocetta in testa, grillini primo partito

Voci di dimissioni di Alfano – Musumeci, prima del comizio di villa Gernetto, era favorito, ma ora i primi dati lo danno sotto di cinque punti nei confronti del vincitore Rosario Crocetta, sostenuto da Pd e Udc – Ottimo risultato del grillino Cancelleri, ma l’astensionismo questa volta ha superato il 50% – Sulla carta la Regione resta ingovernabile

Elezioni in Sicilia: Musumeci vittima del Cavaliere, Crocetta in testa, grillini primo partito

Lo spoglio per le elezioni in Sicilia è ancora in corso, ma alcune precise indicazioni politiche si possono cogliere sin d’ora. La prima, la più forte e per certi versi la più drammatica, viene da quel 47% e rotti di affluenza alle urne: un minimo storico che forse non riguarda soltanto la Sicilia. Un dato che però ha evidenti motivi: la politica è percepita da gran parte degli elettori come qualcosa di brutto, qualcosa di contiguo con la delinquenza comune e organizzata. Ed è normale che questa percezione sia forte in Sicilia, dove è nata la mafia, ma non soltanto in Sicilia, visto che ormai l’espansione delle organizzazioni criminali si è estesa alla gran parte del territorio organizzato. Dinanzi a questa percezione le vecchie clientele non tengono più. Neanche in Sicilia. Anche se di questo non tutti i partiti sembrano tener conto.

Le prime indicazioni di voto danno il candidato del Pd e dell’Udc Rosario Crocetta (già sindaco anti-mafia di Gela) in vantaggio attorno al 32%. E’ un buono risultato e un buon viatico soprattutto per Bersani in vista di primarie e quant’altro. Anche se non va dimenticato che in Sicilia proprio il Pd ha consentito al pessimo governatore Raffaele Lombardo (a giudizio per contiguità con la mafia) di continuare a governare la regione. Crocetta ha anche il sostegno dell’Udc, che tuttavia non sembra aver ottenuto un buon successo di lista. Difficile prevedere un’evoluzione dell’alleanza siciliana a livello nazionale.

Delusione invece per Nello Musumeci, il candidato di destra (attestato attorno al 26%) sostenuto soprattutto dal Pdl di Alfano e Schifani. I sondaggi lo davano leggermente in testa fino a poco prima del discorso di Berlusconi a villa Gernetto. Probabilmente è stato la prima vittima del fuoco amico del fondatore all’interno del Pdl. Vedremo tra poco quale sarà la reazione di Alfano, altra vittima sacrificale dei furori saturnini di Berlusconi.

Miccichè, con il sostegno di azzurri dissidenti (soprattutto da Alfano), si disputa il terzo posto con il grillino Cancelleri. Entrambi attorno al 15%. Ed è soprattutto il movimento 5 stelle a segnare un successo politico importante, anche se non stravolgente: il 15% in Sicilia conferma la portata nazionale del movimento di Grillo e legittima le sue aspirazioni per le prossime politiche. Anche Bersani dovrà tenerne conto.

Infine una considerazione che riguarda la regione Sicilia: difficilmente si troverà una maggioranza in Consiglio. Se Crocetta vorrà governare dovrà allargare la sua coalizione in più direzioni, a prima vista tra loro contraddittorie. Non sarà facile, anche se in Sicilia si è visto di tutto.

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