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Elezioni Francia: perchè Draghi, Letta e Renzi applaudono, Conte è in imbarazzo e Salvini resta spiazzato

Draghi, Letta e Renzi esultano per il successo elettorale di Macron in Francia perchè ne apprezzano l’europeismo e lo slancio riformatore. Evidente invece l’imbarazzo di Conte e la frustrazione di Salvini

Elezioni Francia: perchè Draghi, Letta e Renzi applaudono, Conte è in imbarazzo e Salvini resta spiazzato

Il più schietto e il più veloce nel complimentarsi per la rielezione di Emmanuel Macron alla Presidenza della Francia è stato il nostro premier, Mario Draghi: “Splendida notizia per tutta l’Europa” ha twittato al vincitore delle presidenziali francesi.

Elezioni Francia: perché Draghi applaude

Perché Draghi è così contento del successo di Macron? Perchè sa benissimo che il Presidente francese è un baluardo e insieme un motore della difesa e del rilancio dell’Europa, tutto il contrario di quello che all’Eliseo avrebbe fatto Marine Le Pen che, al di là della cosmesi politica dell’ultima ora, avrebbe probabilmente portato alla Frexit e alla crisi definitiva dell’Europa e della Nato. Non scordiamoci poi che l’appoggio di Macron all’Italia è stato decisivo per il lancio del Next Generation Eu che frutterà, se non ci faremo clamorosi autogol, la bellezza di 200 miliardi per il risanamento e la ripresa dell’economia del nostro Paese. E non dimentichiamo nemmeno che Macron è decisivo per spingere l’Europa a intavolare una trattativa di pace tra Russia e Ucraina, non avendo la coda di paglia della Le Pen che s’è fatta finanziare la campagna elettorale da una banca russa controllata da Putin.

L’europeismo e il riformismo di Macron che piace al centrosinistra

Ma, oltre a Draghi, a complimentarsi vistosamente con Macron sono arrivati subito il segretario del Pd, Enrico Letta, e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Letta ha frequentato Macron quand’era a Parigi a dirigere Sciences Po ed è corso in suo sostegno in piena campagna elettorale sbugiardando la Le Pen sui suoi rapporti con Putin e con la Russia. Di Macron Letta apprezza la passione europeista e lo slancio riformatore. Ma il più felice di tutti è sicuramente Matteo Renzi che ha cominciato a frequentare Macron quand’era a Palazzo Chigi e di cui condivide tutto, a partire dalla volontà di scompaginare le forze politiche tradizionali e di lanciare un grande movimento europeista, anti-populista e riformatore. Non a caso En Marche, il partito di Macron, e Italia Viva, la formazione di Renzi, fanno parte dello stesso gruppo al Parlamento Europeo.

Elezioni Francia: l’ambiguità di Conte e la frustrazione di Salvini

Freddo invece il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte che dopo essersi ambiguamente destreggiato in campagna elettorale tra Macron e Le Pen (gliel’ha rimproverato perfino Lili Gruber che una volta stravedeva per lui), facendo molto arrabbiare Enrico Letta, ha cercato di cavarsela con una delle solite capriole quando ha dovuto prendere atto della vittoria di Macron: “Congratulazioni e buon lavoro. È importante che non abbia vinto la destra xenofoba”. Ma, dopo le ambiguità già rivelate in occasione della elezione del nostro Presidente della Repubblica, quando ha fatto ancora una volta comunella con il leghista Salvini, la sua timida correzione di linea fuori tempo massimo non lo riabilita agli occhi di quella parte del Pd che nutre seri dubbi sulla sua affidabilità.

Ovvio, invece, lo sbalestramento di Salvini che scommette da sempre su Le Pen (“RIsultato mai visto, avanti insieme”) che finora non gli ha mai portato fortuna. Più dignitosa la linea sia di Forza Italia (ok Macron) sia di Meloni, che pur simpatizzando per la destra francese, s’è guardata bene dall’immolarsi per Le Pen.

Elezioni Francia: gli effetti sulla politica italiana

Ma la domanda che ora tutti si fanno è: l’onda lunga francese avrà qualche effetto sulla politica italiana? A destra sarebbe logico attendersi una separazione dei destini almeno tra Lega e Forza Italia ma – se non cambia la legge elettorale – è improbabile che succeda. E a sinistra il Pd si deciderà a mollare l’ala pentastellata di Conte e a riavvicinarsi a Renzi e a Calenda? Sarebbe logico ma anche qui il Rosatellum spinge al “fronte largo”, salvo colpi di scena sulla riforma elettorale, che per ora restano molto difficili.

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