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Effetto Trump su Borse e dollaro ma Ferrari super

L’indebolimento della Presidenza Usa penalizza il dollaro e le Borse – Piazza Affari arretra (-0,3%) ma salava quota 20 mila – Tonfo di Buzzi, Stm, Cnh e Tenaris – In controtendenza la Ferrari, vera regina di Borsa (+2,8%) dopo il ritorno al successo in Formula 1 – Bene anche Recordati, Terna e Telecom Italia – Stefanel continua a volare

Effetto Trump su Borse e dollaro ma Ferrari super

I mercati europei chiudono in rosso, ancora in scia alla bocciatura della riforma sanitaria proposta da Donald Trump al Congresso. Cala il dollaro, mentre Wall Street apre negativa; in rally i T-bond a spese dell’azionariato.

Milano lima le perdite nel finale e si ferma a -0,32%, restando oltre la soglia dei 20.000 punti, con i finanziari in ordine sparso. Sugli scudi Ferrari (+2,87%) che, dopo la vittoria a Melbourne, passa il traguardo per prima anche in Borsa. Simile l’andamento delle altre piazze continentali, nonostante una serie di dati macro incoraggianti: Francoforte -0,57%, Londra -0,59%, Madrid -0,14%, Parigi -0,07%.

Nessun sostegno arriva da New York, con Dow e S&P 500 in calo frazionale nelle prime ore di scambi e Nasdaq piatto. Le vendite colpiscono soprattutto le grandi banche americane, mentre le promesse elettorali del nuovo presidente sembrano oggi più difficili da mantenere.

Il dollaro si indebolisce verso tutte le principali monete. L’euro si apprezza dello 0,44%, portandosi a 1,088. Petrolio sotto la soglia dei 48 dollari: il greggio WTI del Texas scende dello 0,73% a 47,62 dollari al barile mentre il Brent di Londra cede lo 0,41% a 50,71 dollari. Paesi Opec e non Opec  dovrebbero riunirsi nuovamente in aprile per valutare un allungamento di sei mesi dei tagli alla produzione. Secondo il ministro per l’energia russo, Alexander Novak, però è ancora troppo presto per prendere una decisione. 

In questo contesto l’oro risale a 1254,60 dollari l’oncia. +0,9%. Seduta positiva per l’obbligazionario italiano: lo spread del decennale col bund tedesco scende a 179.50 punti base (-1,86%), rendimento 2,21%.

Tornando in Piazza Affari: il cavallino rampante traina l’indice grazie alla vittoria in Formula 1, ma in giornata altri titoli si fanno avanti. Fra i finanziari si distinguono Banca Mediolanum, +1,05%, grazie al giudizio “buy” di Citigorup e al rialzo del prezzo obiettivo; Banca Generali +0,68%. Acquisti su Recordati, +1,39%; bene Campari +0,49%. Positive Poste +0,56%.

In buona forma le utilities: Snam +0,96%, Italagas +0,56%, Terna +1,36%, Enel +0,51%. Tonica Telecom, +1,68%, con i conti 2016 e i programmi sulla fibra ottica. Secondo l’ansa, Luca Cordero di Montezemolo potrebbe diventare presidente al posto di Giuseppe Recchi. Il cambio della guardia, al vertice della società telefonica, è previsto a maggio.

Le vendite però colpiscono pesantemente i titoli industriali più esposti al dollaro: Buzzi -3,27%, Cnh -2,73%, Stm -2,91%, Calo frazionale per Fca -0,6%.

In caduta i petroliferi, Saipem -2,03% e Tenaris -2,22%, mentre Eni, -0,13%, contiene le perdite.

Deboli i bancari: Unicredit, -1,11%, Banco Bpm, -1,54%, Bper, -1,8%. Contiene i danni Intesa, -0,24%, che  si è data un nuovo obiettivo sugli Npl e prevede il calo di 15 miliardi dei crediti deteriorati entro il 2019.

Fuori dal paniere principale prosegue il rally di Stefanel, +39,47%, mentre si va all’incasso sui titoli dell’editoria. In calo il Sole 24 ore, -8,9%, Rcs -3,3%.Debole Cairo, -0,16%, dopo i conti 2016. 

Notizie anche per Mps, ormai fuori dal listino da diversi mesi. “Siamo nelle battute finali dei colloqui con la Commissione”, ha affermato Danièle Nouy, responsabile della supervisione bancaria della Bce. E alla domanda se la banca senese fosse solvibile tre mesi dopo aver fatto richiesta allo stato italiano per la ricapitalizzazione precauzionale, risponde: “Sì, altrimenti non staremmo discutendo sulla ricapitalizzazione precauzionale”

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