Condividi

Effetto referendum sulla Borsa, Draghi in trincea e petrolio in altalena

“La sostenibilità dipende dalla volontà e dalla capacità di pagare gli obblighi e su entrambi il debito italiano è sostenibile”: così il Presidente della Bce cerca di spegnare la speculazione sull’Italia alla vigilia del referendum ma Piazza Affari e spread restano sotto tiro – Oggi asta Btp – Generali in soccorso di Mps.

Effetto referendum sulla Borsa, Draghi in trincea e petrolio in altalena

“La sostenibilità del debito dipende dalla volontà e dalla capacità di pagare gli obblighi del debito e su entrambi il debito italiano è sostenibile”. Quando il gioco si fa duro, per l’Italia (e non solo) scende in campo Mario Draghi. Il presidente della Bce interviene alla commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo, proprio mentre i titoli bancari affondano sotto le vendite stimolare anche dall’articolo del Financial Times sul rischio fallimento per otto banche del Bel Paese. Draghi non ne fa cenno ma ribadisce che l’Italia, a sei giorni dal referendum, non è una vettura sull’orlo del baratro. Anzi, “anche grazie alle nostre misure di politica monetaria – ha aggiunto – la crescita sta gradualmente accelerando”, unico cenno alla probabile conferma del piano di acquisti della Banca centrale che verrà approvato il prossimo 8 dicembre. Quel giorno sarà noto l’esito del voto italiano che sta seminando l’incertezza in tutta l’eurozona, costruzione “oggi fragile in quanto è come una casa costruita a metà”. C’è da sperare che le fondamenta reggano allo stress.

Non è solo stata la tensione sulle banche italiane (-4% l’indice di settore a fine giornata, -1,9% quello europeo) a condizionare l’avvio della settimana finanziaria. Sui mercati pesa l’incertezza sull’accordo tra i Big del petrolio impegnati per l’intera giornata di ieri. Alcuni Paesi, vedi Russia, Iran ed Iraq sono disponibili a congelare la produzione sui livelli attuali (peraltro elevati), ma ostili a tagli. L’Arabia Saudita minaccia, a questo punto, di far saltare l’accordo che dovrebbe esser siglato domani perché, dice il ministro dell’energia, “tanto il mercato troverà da solo un equilibrio”. Di qui una serie di saliscendi scandito da dichiarazioni e notizie di contatti (compresa una telefonata di Putin al presidente iraniano Rouhani) che hanno alimentato dubbi ed incertezze a scapito sia del dollaro che dei listini azionari. E così i mercati hanno vissuto la giornata più debole dall’elezione di Trump.

STRETTA DELLA CINA SUI MOVIMENTI DI CAPITALE

Deboli stamane i mercati asiatici: Tokyo -0,2%, condizionata dal calo del dollaro sullo yen. In ribasso le principali piazze dell’area Asia-Pacific. Sale l’indice Kospi di Seul dopo che il presidente Park Geun- hye ha dichiarato in un discorso televisivo di essere pronta a dimettersi se il Parlamento la metterà formalmente sotto accusa. La Borsa dell’india è in rialzo dello 0,6%.

Pechino vuole frenare la fuga di capitali dallo yuan. Da oggi i merger all’estero oltre 1 miliardo e gli investimenti di portafoglio oltre i 10 miliardi dovranno essere autorizzato dalle autorità. Nei primi dieci mesi dell’anno le società i cinesi hanno effettuato acquistato per 146 miliardi (contro 121 per l’intero 2015). Il South China Morning Post anticipa un provvedimento analogo anche per i privati: ci saranno vincoli per le operazioni oltre i 5 milioni di dollari. La decisione ha provocato un rimbalzo della moneta, dopo i forti cali dei giorni scorsi. In lieve ribasso dello 0,2% sia Hong Kong che Shanghai.

IL DOLLARO SI FERMA, RALLENTANO I FINANZIARI

Prese di beneficio a Wall Street dopo la recente pioggia di record: Il Dow Jones ha ceduto lo 0,28%, l’indice S&P 500 lo 0,53%. Nasdaq -0,56%. Sotto pressione i titoli finanziari, principali protagonisti del boom post-elezioni: Wells Fargo perde il 2%, Bank of America -2,7%, Citigroup -2,3%. Dall’economia reale arrivano nuovi segnali di forza in attesa della riunione della Fed: spettacolare il boom dell’attività industriale in Texas, l’indice della Fed di Dallas è balzato sui massimi degli ultimi due anni a 10,1 in ottobre, cinque volte più in altro delle aspettative del consensus.

Frena anche Amazon (-1,7 %) nonostante I dati in arrivo dal Cyber Monday: le vendite via web sono salite del 9,4%, in lieve calo quelle del commercio tradizionale del Black Friday: gli americani hanno speso 288 dollari a testa (uno in meno di un anno fa). Balzo del titolo Time Ind (+17,6%) dopo che la società ha rifiutato l’offerta del miliardario Edgar Bronfman.

OPEC VERSO L’ACCORDO, CAUTI I MERCATI

I delegati del’Opec hanno chiuso ieri sera il loro incontro a Vienna senza aver trovato un accordo finale sulle modalità dei tagli alla produzione. Ma sui mercati regna l’ottimismo: salvo una clamorosa rottura, che farebbe precipitare i prezzi, è probabile un compromesso entro la scadenza di domani. L’andamento dei prezzi riflette l’incertezza degli investitori: stamane in Asia le quotazioni del Brent scendono (-0,4% a 48,07 dollari) dopo il rialzo di ieri che a sua volta aveva fatto seguire al busco calo (-4%) di venerdì.  

In calo i prezzi delle Big oil a Wall Street: Exxon chiude a -0,65%, Chevron -0,45%. I petroliferi perdono quota anche a Piazza Affari: Saipem -2,5%. Tenaris -2,6%.

EDISON PUNTA AI CLIENTI DEL GAS ENI. E CERCA PARTNER

Eni è scesa dell’1,5%. Il cane a sei zampe punta a ridurre ulteriormente la propria quota nel giacimento di gas di Zohr, dopo la vendita a BP di un 10% la scorsa settimana, fino al 50%. “Ci saranno sicuramente altre fasi di diluizione, perché pensiamo di poter operare con il 50% (dal 100% attuale). Questo è il mio obiettivo”, ha detto l’ad Claudio Descalzi. Per il Ceo è maturo anche l’accordo sul giacimento in Mozambico, ma ci sono questioni legate alle autorizzazioni che stanno allungando i tempi.

Edison ha annunciato ieri di voler triplicare la base clienti ed è perciò pronta ad acquistare il portafoglio clienti di Eni. Lo ha detto ieri il Ceo, Marc Benayoun, aggiungendo che Edf potrebbe cedere il 20-35% della quota in Edison a un investitore italiano di lungo termine per finanziare l’operazione.

SPREAD AI MASSIMI. OGGI ASTA CALDA SUI BTP

Borse nel mirino a mano a mano che si avvicina il referendum italiano. Milano, com’è logico, è l’epicentro della crisi: Piazza Affari si aggiudica ancora una volta maglia nera a quota 16.2174 punti, in calo dell’1,8%. Negativi anche gli altri listini del Vecchio Continente: Parigi -0,9%, Francoforte -1,1%, Londra -0,6%. Nel corso della giornata lo spread tra il decennale italiano e il Bund tedesco è salito fino a 193 punti ai massimi dall’ottobre 2015 per poi chiudere a quota 187. Il rendimento del decennale dicembre 2026, ancora a distanza di sicurezza dai recenti picchi fino a 2,17%.

In tensione anche gli spread dei decennali francese, spagnolo e olandese. Ha pesato sull’Italia anche l’asta a medio-lungo di oggi. Il Tesoro offrirà stamane tra 4 e 6,25 miliardi in Btp a 5 e 10 anni e due Ccteu. Ieri sono stati assegnati 6 miliardi del Bot a 6 mesi con rendimento a -0,199%, in rialzo dal minimo storico di -0,295% segnato nel collocamento di ottobre.

GENERALI VA IN SOCCORSO DI MPS NELLA BUFERA

“A nessuno piace andare per mare con un mare agitato – ha commentato Pier Carlo Padoan, riferendosi ai rischi sulle banche evocati dal Financial Times – ma tornerà il sole”. In attesa che si realizzi la visione poetica del ministro occorre però registrare l’aumento della febbre sul settore bancario italiano.

A piazza Affari è andata in scena l’ennesima tragedia di Monte Paschi (-13,8%), nel giorno del via libera della Consob al prospetto informativo relativo alla conversione volontaria di bond subordinati in azioni, Opa che durerà, “salvo proroga”, fino alle 16 di venerdì prossimo.

La Banca, prima dell’apertura dei mercati, ha voluto sottolineare che l’operazione di salvataggio, che prevede il deconsolidamento di 27 miliardi di sofferenze e un aumento da 5 miliardi, presenta “significative incertezze” esponendo l’istituto a un rischio di bail-in. Il prospetto predisposto per l’offerta è composto da 146 pagine zeppe di cautele ed avvertenze. La Commissione Ue, ha annunciato il vicepresidente Valdis Dombrovskis, si è detta pronta a gestire eventuali situazioni di volatilità che si dovessero verificare sui mercati dopo il referendum costituzionale o in caso di fallimento del piano di aumento di capitale di Mps.

In attesa dell’arrivo di un anchor investor (possibile, ma solo dopo il referendum, l’intervento nel capitale del fondo sovrano del Qatar, che potrebbe investire tra 0,75 e 1 miliardi di euro), la Banca ha incassato il parere favorevole del Cda delle Generali (-2,4%) alla conversione dei bond subordinati, circa 400 milioni, in azioni MontePaschi e ha dato mandato al Ceo Philippe Donnet di proseguire nell’operazione che porterà la compagnia a disporre dell’8% pre-aumento di capitale.

NEL MIRINO ANCHE CARIGE E CREVAL

Giornata di passione anche per Carige -9%, altra banca a rischio bail in nella mappa del Financial Times. Analogo ribasso per il Credito Valtellinese. In rosso tutti gli altri istituti. Bper arretra del 6,58% senza beneficiare della trasformazione in spa, approvata sabato scorso dall’assemblea degli azionisti. Ribassi nell’ordine del 5% per Banco Popolare e Popolare di Milano. Male anche i Big: Unicredit -4,5%, Intesa -3,2%. Si difende meglio Ubi (-2,6%) in attesa di concludere l’acquisto delle good banks.

FCA: PER EVERCORE PUÒ RADDOPPIARE

Si difende Fiat Chrysler (-0,4%) in una giornata nera per il resto del listino. Nel corso della seduta il titolo si è spinto in rialzo fino all’1,8%. Contribuisce alla performance il report del broker Evercore ISI (International Strategy & Investments) che ha promosso il giudizio a Buy da Sell, raddoppiando il prezzo obiettivo a 10 euro da 5,0 euro. L’analista George Galliers giustifica l’inversione a U del prezzo scrivendo che “il grande giorno è arrivato”. Secondo l’analista molti fattori lavoreranno a favore del titolo nei prossimi 18 mesi: il gruppo Fiat Chrysler registrerà profitti in crescita, batterà la attese e riceverà beneficio dalla riduzione del debito.

“In un mondo – si legge ancora – in cui i ceo sembrano propensi a tranquillizzare gli investitori promettendo nuovi modelli di business e consistenti esborsi di capitale Sergio Marchionne è rimasto relativamente calmo. Però, secondo noi, non c’è un ceo che dia maggior considerazione al valore per gli azionisti. Anche se Marchionne non ha sempre ottenuto i risultati, crediamo che si preoccupi veramente più degli azionisti rispetto a tutti gli altri suoi pari nel settore. Il suo stretto rapporto con Exor(-1,59%%) e il presidente John Elkann probabilmente ha un ruolo” così come il fatto che Marchionne stesso sia azionista”.

Segno meno anche per Cnh (-1,4%): in mattinata Mediobanca Securities ha ridotto la raccomandazione da outperform a neutral, aumentando al contempo il target price da 8 a 8,7 euro.

YOOX AVANZA ANCHE NEL GOLFO

Enel arretra dello 0,8%: Kepler Cheuvreux ha alzato il target price a 4,7 euro da 4,6 euro, confermato il giudizio Buy. Corre Terna (+1%), promossa a Buy dal broker americano Jefferies. Avanza Yoox Net-A- Porter, in controtendenza rispetto al listino (+0,23%), beneficiando dell’annuncio di una joint venture con Symphony Investments di Mohamed Alabbar e delle vendire record per il ‘Cyber Weekend’ e il ‘Black Friday’.

Commenta