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Effetto Brexit sulle Borse. A Milano tiene Enel, vola Astaldi

L’incertezza sul voto a Londra e il calo della fiducia sulla crescita deprimono i listini europei – Si rafforza l’euro a 1,14 sul dollaro – Deboli i titoli industriali con Stm e Fca, giù il lusso – In calo anche i petroliferi

Effetto Brexit sulle Borse. A Milano tiene Enel, vola Astaldi

L’incertezza sul voto della Brexit, l’effetto Gilet gialli sul Pil francese (in frenata da +0,4% a +0,2% secondo la Banque de France) e la guerra commerciale tra Usa e Cina. Sono numerosi gli ingredienti del malessere che regna oggi nelle Borse del Vecchio Continente. Piazza Affari arretra dello 0,5% circa sotto i 18.700 punti. Stesso andamento a Parigi e Francoforte (-0,5%). Il titolo Basf cala del 4,7% dopo che la società chimica tedesca ha tagliato le sue previsioni sugli utili del 2018 venerdì scorso. Basf attribuisce il calo principalmente all’attività chimica, ma tra le cause ci sono anche i bassi livelli di acqua sul Reno e la debole domanda per il settore automotive, specialmente in Cina.

Fa peggio Londra (-0,7%). Sui minimi la sterlina, che scambia a 1,269, dopo la diffusione di possibili indiscrezioni di rinvio del voto. La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha deciso che il governo britannico può unilateralmente revocare la propria decisione di lasciare l’Unione europea, senza consultare gli altri Stati membri. Cross euro dollaro a 1,141 (+0,3%).

Risale lo spread a 285 punti base (-4,4 punti base). Il rendimento del decennale è a 3,09%

Segnali di inquietudine arrivano anche dagli indicatori macro. La fiducia degli investitori della zona euro è scesa ai minimi da quattro anni. L’indice Sentix è arrivato a -0,3 punti, il livello più basso da dicembre 2014, da 8,8 di novembre. Il consensus attendeva una diminuzione più contenuta, a 8,1. Il leading indicator Ocse registra  segnali di rallentamento della crescita per l’economia dell’intera zona euro, francese e tedesca, mentre per il Giappone le prospettive sono stabili e per gli Stati Uniti la valutazione è “primi segnali di indebolimento della fase di crescita”.

Il dato italiano evidenzia il permanere di “segnali di rallentamento della fase di crescita”. Costruito per anticipare le tendenze economiche in un orizzonte di sei-nove mesi, l’indice ‘composito’ si porta a 99,6 da 99,7 di settembre (rivisto da 99,8). Il premier Giuseppe Conte dovrebbe incontrare il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker mercoledì 12 dicembre, secondo due fonti governative italiane.

Il comparto petrolifero perde oltre l’1%, cancellando così i guadagni del 2018. Il petrolio è stato l’ultimo settore a restare in rialzo in Europa: ora tutti gli indici dello STOXX 600 sono in rosso (con un calo del 26% per le automobili e le banche) o piatti. Eni (-0,3%) ha effettuato una nuova scoperta in Angola che, secondo le stime, contiene fra i 170 e 200 milioni di barili di olio leggero. Il gruppo, inoltre, cederà a due soggetti il 45% del giacimento di gas Nour, situato nelle acque antistanti il Sinai, dopo l’operazione, alla compagnia petrolifera italiana resterà il 40%. Saipem -2,70%.

In forte calo Mediaset (-5,7%). JP Morgan taglia il giudizio a Underweight, da Neutral, target price a 2 euro.

Deboli gli industriali a partite da Stm (-1,4%) e Fiat Chrysler (-2,4%). Giù anche il lusso: Moncler -3,2%, Ferragamo -2%.

Fa meglio Enel (+1,1%). L’ad Francesco Starace, ha ridimensionato le aspettative di un’aggregazione tra Open Fiber e la società all’interno della quale sarà conferita la rete di trasmissione ex Telecom Italia.

Prende il volo Astaldi (+11%) in vista della proposta non vincolante da parte di Salini Impregilo (-1,7%).

Tra le banche invariata Banco Bpm in attesa del cda. La cordata Fonspa-fondo Elliott è in vantaggio nella corsa per aggiudicarsi il portafoglio di 7,8 miliardi di Npl messi in vendita dalla banca, più altri 800 milioni di leasing.

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