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Effetto Bce su Grecia: Borsa di Atene crolla, spread vola

I mercati ellenici accusano il colpo della stretta alle banche decisa dalla Bce, ma il Governo di Atene assicura: “La liquidità non manca, Draghi fa pressione politica sull’Eurogruppo”.

Effetto Bce su Grecia: Borsa di Atene crolla, spread vola

Dopo la decisione della Bce di chiudere i rubinetti alle banche elleniche, lo spread della Grecia si impenna, arrivando a 941 punti, contro i 902 registrati ieri in chiusura. Sul fronte azionario, invece, la Borsa di Atene apre la seduta con un tonfo di otto punti e mezzo percentuali.

Quanto agli altri principali listini europei, negli stessi minuti Piazza Affari perde l’1,2%, mentre la Borsa di Madrid cede intorno al punto percentuale. Più contenute le flessioni di Francoforte (-0,2%), Parigi e Londra (entrambe -0,46%).

Intanto, anche il differenziale italiano fa segnare un rialzo, seppur lieve, arrivando a 123 punti base, dai 118 dell’ultima chiusura. Poco mossi i rendimenti sui Btp decennali (all’1,58%), per cui l’ampliamento della forbice si deve principalmente al calo dei tassi sul Bund, al centro degli acquisti dopo la mossa comunicata ieri sera da Francoforte. 

A poche ore dalla “discussione fruttuosa” fra il neoministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis e il numero uno dell’Eurotower Mario Draghi, la Banca centrale europea ha fatto sapere che, a partire dall’11 febbraio, non accetterà più i titoli di Stato della Repubblica di Grecia come garanzia che le banche elleniche possono presentare per finanziarsi presso la Bce stessa. Per la precisione, viene sospesa la deroga ai requisiti minimi di eleggibilità dei titoli emessi da Atene, che da tempo non ha più un rating accettabile. 

Rimane però in vigore il canale di liquidità Emergency Liquidity Assistance (Ela), che permette alla Bce di fornire alla Banca centrale greca finanziamenti per gli istituti che hanno gravi problemi di liquidità e di evitare così casi di drammatica insolvenza, ma renderà comunque più caro il finanziamento delle banche greche. 

Varoufakis ha provato a ridimensionare la portata della scelta operata dalla Bce, affermando che Draghi spinge così per una rapida soluzione politica a livello di Eurogruppo, che si dovrebbe riunire d’urgenza proprio l’11 febbraio.

La decisione dell’Eurotower “non avrà ripercussioni negative” sul settore finanziario del Paese, che resta “totalmente protetto” grazie ad altri canali di liquidità tuttora disponibili, ha scritto il ministero delle Finanze di Atene in un comunicato. 

“La liquidità e il finanziamento del sistema bancario greco sono assicurati e non c’è alcuna ragione di preoccuparsi – ha spiegato il portavoce del Governo, Gabriel Sakellaridis, citato dalla televisione Mega – Quello della Bce è uno strumento di pressione politica in un momento in cui ci sono consultazioni a tutti i livelli. E’ necessario che ci sia una volontà di discutere, di trovare un terreno comune per concludere nuovi accordi” tra la Grecia e i partner. Atene, ha ripetuto il portavoce, vuole “un accordo transitorio”.

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