Condividi

Educazione finanziaria e tutela del risparmio sono la ricchezza della Nazione

Per la prima volta l’educazione finanziaria diventa legge anche in Italia ed entro agosto il Miur e il Mef dovranno presentare una strategia nazionale per attuarla ma sarà decisivo come realizzarla

Educazione finanziaria e tutela del risparmio sono la ricchezza della Nazione

Giovedì 30 marzo si è tenuto a Roma il convegno “La ricchezza della nazione. Educazione finanziaria e tutela del risparmio”, organizzato dalla Commissione Finanze e Tesoro presso la sala Capitolare del Senato. E’ stato un evento che mi ha un po’ sorpreso perché, dopo anni di lavoro nel settore pensavo, che non saremmo mai passati da una fase sperimentale a una più strutturata e di sistema e che vale perciò la pena di raccontare. 

Gli intervenuti (Marino Presidente Commissione Finanze, Marcucci Presidente Commissione Istruzione, Vegas Consob, Visco B.I., Padoan Ministro Finanze) hanno illustrato le iniziative svolte di propria competenza e ripercorsa la road map dei mesi a venire. È seguita una tavola rotonda con una dozzina di rappresentanti di associazioni di imprese finanziarie.

In sostanza, con la legge di conversione del decreto legge 237/2016 a metà febbraio 2017 si introducono per la prima volta in assoluto nel nostro Paese disposizioni legislative concernenti l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. Essa è definita come il processo attraverso cui le persone migliorano la comprensione dei prodotti finanziari e sviluppano le competenze per individuare rischi e opportunità nel mondo della finanza.

Il Mef e il Miur dovranno presentare entro il 22 agosto il Programma per la strategia nazionale sulla base delle conclusioni di un apposito comitato che avrà il compito di promuovere e programmare tutte le iniziative. La previsione di una cabina di regia è dovuta alla necessità di coordinamento delle tante iniziative censite in un precedente convegno del gennaio 2017: circa 300 soggetti attivi che compongono un quadro estremamente frammentato ed estemporaneo della formazione in banca e finanza.

Nel corso di questo primo e importante Convegno, si è ribadito che l’educazione finanziaria ha un alto valore strategico, promuove il concetto di cittadinanza economica basata sulla responsabilità nelle scelte individuali e completa la stagione delle riforme sul sistema bancario. Nel fissare gli obiettivi e le priorità bisognerà allineare il nostro paese alle migliori prassi internazionali e, con uno sguardo retrospettivo alla nostra storia, a quanto scritto da Luigi Einaudi nel 1921: “Il risparmiatore deve studiare attentamente con prudenza e senza ingordigia, le occasioni di impiego che di volta in volta si presentano” perché “sarebbe un gran male se la crisi di borsa spaventasse i risparmiatori contro tutti gli investimenti industriali”.

L’educazione finanziaria arriva tardi in Italia ma è finalmente benvenuta e potrà apprendere molto da quel che è accaduto nella fase preliminare della sua esistenza durata quasi 10 anni. In questo periodo, infatti, la situazione delle banche si è fortemente deteriorata e in molte aree del paese sono scomparse proprio quelle più vicine ai risparmiatori: le banche del territorio. Nel tracciare le linee guida della formazione finanziaria del Paese, tuttavia, non possiamo limitarci a promuovere solo l’alfabetizzazione finanziaria delle persone.

C’è bisogno di ridare fiducia al risparmiatore per evitare che ritiri i propri depositi da banche in crisi come sta accadendo per non subire gli effetti nefasti del bail in e di favorire l’inclusione di soggetti deboli (donne sole, famiglie, migranti). Molti soggetti interessati, invece, illustrano in modo sempre compiacente e positivo le proprie esperienze e più che Einaudi fanno venire in mente il gatto e la volpe che hanno una gran fame degli zecchini d’oro del povero Pinocchio.

Poiché non partiamo da zero bisogna inoltre saper leggere e fare tesoro delle reazioni degli educandi fin qui registrate, valutarle e analizzarle. Ciò al fine dei futuri tavoli di lavoro che dovranno stabilire elevati standard di qualità, su cui si gioca l’efficacia dell’educazione finanziaria. Nella mia esperienza, a volte sono rimasto stupito dal fatto che dopo qualche ora di impegno didattico i partecipanti non hanno posto domande, segno di scarso interesse per questioni che pure rientrano nella nostra vita quotidiana o per tematiche (che cosa è un mutuo, un conto corrente, ecc.) oggi facilmente rintracciabili su internet.

Altre volte, proprio per le ragioni di cui ho fatto cenno, le domande che ponevano erano degne del massimo interesse ed estremamente impegnative perché erano il triste cascame delle crisi bancarie nella vita degli individui e nei sogni spezzati delle famiglie. Molti secoli addietro da storie di vita simili Shakespeare ha tratto la figura indimenticabile di Shylock nel Mercante di Venezia che nel caso di mancato pagamento pretendeva una libbra di carne da parte del garante del prestito.

In conclusione, ignorare domande del tipo come risparmiare sui servizi bancari o se i risparmi sono al sicuro presso una determinata banca significa credere che l’educazione finanziaria sia una passeggiata, un pannicello caldo. Si rafforzerebbe allora l’idea degli scettici che vi intravedono il rischio che si vogliano vendere determinati prodotti finanziari a scapito di altri o che sia una pudica foglia di fico per rimediare agli errori di chi dovrebbe controllare, autorità di vigilanza incluse.

Commenta