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Edison: Iren affianca nella trattativa A2A, che giudica “irricevibile” la proposta Edf

Oggi il dg dell’utility lombarda (capofila dei soci italiani in Edison), Renato Ravanelli, incontra il direttore finanziario di Edf, Thomas Piquemal. L’obiettivo è quello di dire no alla proposta formulata lunedì dal gruppo francese e ripartire dal pre-accordo di marzo. In rappresentanza di Delmi sarà presente all’incontro anche Andrea Viero, dg di Iren.

Tutti d’accordo? Probabilmente no. Oggi il direttore generale di A2A, capofila dei soci italiani in Edison, Renato Ravanelli, gioca in trasferta una delicata partita con il direttore finanziario di Edf, Thomas Piquemal. Ravanelli, secondo quanto filtra da A2A parte con un mandato ben preciso: no alla proposta arrivata da Edf a inizio settimana. Semmai si riparte dal pre accordo di marzo, già raggiunto con A2A poi stoppato da Giulio Tremonti che invano ha tentato di allestire una cordata di casa nostra coinvolgendo Eni, Enel o chissà chi. Ma Ravanelli non sarà solo. Al suo fianco ci sarà anche Andrea Viero, direttore generale di Iren, in rappresentanza degli altri partner di Delmi.

Piquemal, dunque, ha buoni motivi per sospettare che la proposta francese sia stata giudicata dagli altri soci di Delmi assai meno “irricevibile” di quanto non affermino i vertici dell’utility lombarda. Al contrario di A2A, sia Iren, cioè l’utility che riunisce Torino, Genova e Reggio Emilia (15% di Delmi) al pari di Sel e Dolomiti Energia (il 10%) che i partner finanziari dell’operazione , ovvero Fondazione Crt, Mediobanca e Bpm (in tutto il 14%) non disprezzano la base di trattativa proposta da Edf.

La ragione di questo diverso parere, che è emerso nel corso del cda di Delmi, è facilmente comprensibile. Dal punto di vista industriale l’intesa di marzo, contrattata da Edf con la sola A2A (forte del 51% ) prevedeva per le quote delle utility la cessione di due grandi gruppi idroelettrici ad A2A. Ora, al contrario, l’offerta riguarda la cessione del 100% di Edens, il quarto gruppo delle rinnovabili in Italia, che possiede impianti più piccoli sparsi un po’ per tutta la Penisola. Lo spezzatino, insomma, risulta assai più facile e conveniente per i soci di minoranza.

A una parte del fronte italiano, banche ed utility minori, piace poi il lato finanziario dell’offerta. I francesi hanno proposto una put a tre anni sul 100% della quota di Edison in mano a Delmi (circa il 30% del capitale) a un prezzo che verrà calcolato in base ai margini di Edison moltiplicati per il multiplo medio di un gruppo di utility ancora da precisare. Negli accordi di marzo la put era garantita solo sul 25% della quota in mano agli italiani, mentre sul restante 75% Edf avrebbe rilevato le azioni in base al prezzo di mercato con richiesta di ‘esenzione dall’Opa totalitaria.

Il fatto di poter essere liquidati in contanti piace alle banche ma tenta la stessa Iren. Intanto il tempo, oltre che l’incomparabile maggior potenza di fuoco finanziaria gioca a favore dei francesi. Edf ieri ha annunciato di aver trovato l’accordo per acquistare il 20% di Edipower in mano all’utility svizzera Alpiq per una cifra tra 150 e 200 milioni, cosa che implica una potenziale svalutazione del 50% di Edipower in carico ad Edison nell’ordine dei 500 milioni. Un modo eloquente per avvertire i soci italiani che non c’è spazio per trattare generosi rilanci.

La missione dei due ambasciatori italiani, perciò, difficilmente si chiuderà con un accordo definitivo. Si fa strada così l’ipotesi di una proroga, anche perché in ogni caso manca il tempo materiale per stilare un contratto così complesso entro i quattro giorni che mancano alla data limite prevista dagli accordi. A Brescia, intanto, si riunisce oggi il consiglio di sorveglianza di A2A fa per affrontare la complessa matassa.

Edf, infine, ha risposto alle richieste di informazioni della Consob in merito alla richiesta di esenzione dall’opa. “Al fine di garantire trasparenza al mercato – si legge nel comunicato – Edf ha ritenuto di fornire un’informazione rilevante al mercato”. “Non vi è alcuna garanzia – si precisa – che tale esenzione possa essere disponibile” ma Edf in caso di accordo con Delmi si impegna “ a comunicare al mercato le condizioni in base alle quali sarà richiesta l’esenzione”.

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