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Draghi: “Iva giù fino al 5% sul gas, 16 miliardi contro gli aumenti”. Catasto: “L’emergenza non ferma il Governo”

Durante il question time alla Camera Draghi ha parlato di “crisi umanitaria senza precedenti”. Arrivati oltre 23mila profughi. La strategia sul gas

Draghi: “Iva giù fino al 5% sul gas, 16 miliardi contro gli aumenti”. Catasto: “L’emergenza non ferma il Governo”

“Il Governo è consapevole delle conseguenze che la guerra in Ucraina potrebbe avere sull’economia italiana e faremo di tutto per mitigarne gli effetti”.  È un nuovo “whatever it takes” quello pronunciato dal Premier Mario Draghi alla Camera nel corso del question time sui provvedimenti che il governo sta mettendo in piedi per l’accoglienza dei profughi ucraini in Italia, ma anche sul Pnrr, la crisi energetica, la proroga della sospensione del Patto di stabilità e la riforma del catasto.

“Ci troviamo di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti” e l’Italia “farà la sua parte”. Una situazione che richiede uno “sforzo organizzativo” che “coinvolge tutti i livelli di Governo”, ha assicurato il Presidente del Consiglio.

La riforma del catasto

“C’è un equivoco profondo, ovvero che siccome c’è l’emergenza bisogna fermarsi, non bisogna fare altro, niente riforme, niente cambiamenti, sempre fermi: questo non è, non è il motivo per cui è nato questo governo”, ha detto Draghi rispondendo alle accuse di Fratelli d’Italia sulla riforma del catasto, che ieri ha ricevuto il via libera con un solo voto di scarto. Il Premier ha poi nuovamente ribadito che  “l’intervento della legge delega non porta alcun incremento dell’imposizione fiscale sugli immobili regolarmente accatastati. Nessuno pagherà più tasse per questo. E devo dire che un po’ di credibilità sul fatto di non far pagare tasse questo governo se l’è guadagnata, eccome”.

“La riforma – ha chiarito il Presidente del Consiglio – serve per eliminare gli abusi e le irregolarità. La mappa catasto è del ’39, ci sono state tante cose in mezzo, tra le quali la seconda guerra mondiale. L’introduzione dell’Ici, dell’Imu, l’abolizione dell’Ici, l’introduzione della Tasi sono state fatte sempre su valori inesistenti, che non hanno senso, valori di 33 anni fa: questa procedura di applicare un coefficiente fisso su valori che non hanno senso deve finire, vogliamo trasparenza“.

Draghi: “Iva ridotta del 5% sulle utenze del gas”.

Per far fronte alla crisi economica, provata prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, “ho fatto prima la cifra di circa 16 miliardi di euro come intervento di sostegno, che è previsto duri fino al secondo trimestre di quest’anno. Abbiamo previsto l’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le imprese, e l’abbassamento dell’Iva al 5% per le utenze del gas. Abbiamo potenziato i sussidi energetici per le famiglie più svantaggiate. E abbiamo introdotto un credito d’imposta per i consumatori industriali energivori pari al 20 per cento dell’incremento del costo della fornitura di elettricità del primo trimestre 2022”, ha detto il premier. 

“Seguiamo con grande attenzione le conseguenze di questa crisi sull’economia e sulla situazione finanziaria dei cittadini italiani, l’aumento del prezzo dell’energia e l’incremento e disponibilità delle materie prime”, ha assicurato Draghi. 

“Il Governo non può fermare questi eventi ma possiamo muoverci con rapidità e decisione come abbiamo fatto e come continueremo a fare per difendere il potere di acquisto delle famiglie e la competitività e la sopravvivenza delle imprese”, ha aggiunto. 

Le sanzioni alla Russia e la tutela delle famiglie

“Le sanzioni non dureranno poco e quindi per durare devono essere sostenibili, noi non abbiamo intenzione di derogare dal regime di sanzioni ma dobbiamo fare di tutto per renderle sostenibili al nostro interno”. “Le sanzioni – ha proseguito – servono ad applicare la massima pressione possibile sul governo di Mosca perché cessi le ostilità e riprenda la strada della diplomazia. L’impegno sul fronte sanzionatorio da parte dell’Italia è stato attuato con coraggio ed equità. Tutto questo impegno deve essere uguale all’impegno per aiutare famiglie e imprese in questa situazione e sostenere soprattutto i più deboli”, ha dichiarato Mario Draghi alla Camera.

“Noi siamo tutti impegnati a intervenire con forza per tutelare il potere d’acquisto“, l’intenzione è di “mantenere una politica di bilancio prudente che non implichi nuove rilevanti misure permanenti di spesa ma permetta tutti gli interventi necessari a sostenere l’economia ora, nell’emergenza”, ha detto Draghi.  “Sono al lavoro anche in sede Ue per chiedere alla commissione misure che aiutino ad affrontare l’emergenza dei prezzi dell’energia”, un tema “affrontato lunedì” con la presidente Ursula von der Leyen “e anche domani” al consiglio Ue informale. 

Il Pnrr

Rispondendo a una domanda sulla possibile necessità di apportare modifiche al Pnrr per far fronte alle conseguenze economiche della guerra, il Presidente del Consiglio ha detto: çla normativa europea prevede la richiesta di una revisione degli obiettivi degli Stati membri che possono chiedere modifiche – ha sottolineato -. Si tratta di un’evenienza eccezionale che richiede un nuovo processo negoziale che è prematuro prospettare. Il governo pone tutta la sua attenzione alla realizzazione del Pnrr. È chiaro che molte delle regole che ci hanno accompagnato in questi anni devono essere rilette”, ha osservato riferendosi in particolare al patto di stabilità Ue.

Le forniture di gas

Parlando del gas, il Premier ha spiegato che “Siamo al lavoro per ridurre la dipendenza dal gas russo in tempi rapidi. È necessario farlo anche perché la quota di gas russo è aumentata molto negli ultimi 10-15 anni, anche dopo l’invasione della Crimea. Questo dimostra una sottovalutazione di politica estera e internazionale”. 

“Siamo impegnati per diversificare le forniture e aumentare le fonti rinnovabili: questa è l’unica strategia nel lungo periodo”, ha detto Draghi, entrando poi nei dettagli di questo piano: “Aumentiamo la produzione nazionale di gas, con la prospettiva di raggiungere una quota di produzione interna di 5 miliardi di metri cubi. L’incremento avverrà sfruttando le concessioni esistenti, per il periodo 2022-2031. I nuovi volumi di gas saranno offerti alle industrie, con una riserva di almeno un terzo per le piccole e medie e imprese. Procediamo con il riempimento degli stoccaggi per aumentare il grado di sicurezza delle forniture di gas naturale per il prossimo autunno”. 

Il Presidente del Consiglio ha assicurato che l’Italia si sta muovendo anche a livello diplomatico per diversificare le forniture: “Puntiamo sia sulla massimizzazione della capacità di rigassificazione esistente, sia sull’acquisizione di nuovi rigassificatori. Per avere una vera sicurezza energetica senza una profonda semplificazione burocratica, soprattutto in merito ai nostri obiettivi di aumento di produzione da energie rinnovabili. Il grosso ostacolo oggi è rappresentato dai procedimenti autorizzativi, e se non lo superiamo non andiamo da nessuna parte”.

Draghi su eolico e nucleare

Lo scopo dell’Esecutivo rimane quello di “rispettare l’obiettivo 70 gigawatt di rinnovabili nel 2026 se si sbloccano le autorizzazioni. Siamo impegnati nella produzione di diversi gigawatt di eolico offshore grazie ad una semplificazione delle autorizzazioni, c’è anche il ricorso al biometano con l’obiettivo di 200mila tonnellate nel 2023 ed un incremento di 50 mila nel successivo triennio. La ricerca è fondamentale in ogni ambito”.

Parlando del nucleare Draghi ha assicurato che “l’impegno tecnico ed economico è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile. La strategia europea per l’energia da fusione è sviluppata dal Consorzio Eurofusion, che gestisce fondi Euratom pari a oltre 500 milioni di euro per il periodo tra il 2021 e il 2025. Questo consorzio prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-28”. 

Draghi: “Oltre 23mila ucraini arrivati in Italia”

 “La forza di un Paese di una democrazia si misura anche con la capacità di difendere i valori della dignità umani e della democrazia: per questo il mio pensiero va anche ai cittadini russi che manifestano il loro dissenso contro l’invasione in Ucraina”, ha detto il Presidente del Consiglio, ringraziando l’opposizione “per la grande prova di unità” e le associazioni di volontariato per l’impegno profuso nelle ultime settimane in favore dei rifugiati ucraini. 

Per far fronte all’attuale crisi umanitaria “l’Unione europea ha applicato per la prima volta dal 2001 la direttiva sulla protezione temporanea e anche questo testimonia la compatezza dell’Ue. Una unità di intenti e di azioni che è indispensabile mantenere e ci vede in prima linea”, ha ricordato Draghi che ha poi fornito i primi numeri sugli arrivi in Italia: “All’8 marzo in Italia erano arrivati 21.095 cittadini ucraini, oggi sono 23.872, soprattutto dal confine italo-sloveno. Oltre il 90% è costituito da donne e bambini: ieri 10.500 donne, oggi 12 mila. Gli uomini erano 2mila ieri, oggi 2.200, i bambini 8.500 ieri e oggi 9.700. Il flusso è destinato ad aumentare”.

Riguardo alla questione sanitaria, “Tutti i rifugiati – ha aggiunto il Premier – o accettano un tampone ogni 48 ore o il vaccino. Le mascherine sono distribuite nei posti dove avvengono le vaccinazioni”.

Draghi: un lavoro ai rifugiati

“Per i profughi ucraini che vogliono svolgere attività lavorativa abbiamo previsto una prima misura che consente loro sulla base della sola richiesta del permesso di soggiorno e in deroga alle quote del decreto flussi di lavorare sia in forma autonoma che stagionale”, ha spiegato Draghi  “Abbiamo predisposto – ha aggiunto – la piena integrazione di studenti e studentesse anche in raccordo con la comunità di connazionali integrati in Italia. Accoglienza, fratellanza e solidarietà sono dimostrati dalle azioni intraprese dall’Italia ma molto di più sarà necessario perché forse la reazione non è di giorni e mesi, forse è più lunga”. 

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