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Draghi: “Bce da sola non basta, più coraggio sulle riforme”

Il presidente della Bce a Bologna per i 40 anni di Prometeia: “In troppi Paesi dell’Eurozona prevale più l’esitazione che la determinazione” – La replica alle critiche: “I nostri interventi sono stati efficaci. Li intensificheremo se necessario. Sulle banche in crisi: “Accelerare lo smaltimento dei prestiti deteriorati”

Draghi: “Bce da sola non basta, più coraggio sulle riforme”

Il ritardo sulle riforme strutturali può avere in alcuni Paesi spiegazioni politiche ma mai economiche. Così Mario Draghi ha concluso il suo intervento in occasione dell’evento di celebrazione dei 40 anni di Prometeia tenutosi questa mattina a Bologna.

Il presidente della Bce è tornato a parlare dell’urgenza di attuare le riforme strutturali nei singoli Paesi dell’Unione europea per permettere il pieno dispiegamento degli effetti positivi della politica monetaria. Ogni Paese ha la propria lista di cose da fare ma, ha sottolineato, “i ritardi costituiscono un freno serio alla crescita”.

“Quando si tratta di dare concretezza all’agenda riformatrice sembra che in molti paesi dell’eurozona prevalga più l’esitazione che la determinazione”, ha detto spiegando che “certamente occorre ricordare come i cambiamenti necessari siano di portata tale da non poter essere attuati senza un vasto consenso. Ma occorre anche ricordare come il ritardo nell’attuazione delle importanti riforme strutturali, che rendono un Paese più ricco e più capace di affrontare le sfide di oggi, può avere talvolta spiegazioni politiche, mai economiche”. 

Per quanto riguarda l’Italia Draghi ha comunque accolto con favore la recente disciplina sullo stato d’insolvenza che, ha detto, “è da giudicare positivamente” stimando che la durata media delle procedure fallimentari verrà dimezzata e che i tempi delle procedure di pignoramento diminuiranno in misura non trascurabile. 

Draghi, che fa solo un veloce riferimento al caso della ristrutturazione delle quattro banche italiane (“E’ naturale – ha detto – avvicinare il tempo di oggi a quello di ieri e mentre si cerca di sventare in Italia il rischio di una crisi bancaria sentire la mancanza di personalità come quella di Nino Andreatta”), ha infatti insistito sulla necessità di “creare le condizioni per un rapido smaltimento dei prestiti deteriorati” che “deve essere parte delle misure di politica economica volte a ripristinare condizioni favorevoli all’ accumulazione”. Qui il ruolo dell’Unione dei capitali deve avere “l’obiettivo di armonizzare i regimi di insolvenza e di elevare complessivamente la loro qualità, convergendo verso le migliori pratiche. Ciò dovrebbe a sua volta ampliare il mercato secondario per le partite deteriorate, agevolando così il loro collocamento da parte delle banche”.  Se l’Unione riuscirà a sviluppare mercati europei di titoli garantiti da assets delle piccole e medie imprese le banche, infatti, potranno diversificare più agevolmente i rischi di credito connessi con i prestiti a questa categoria di imprese, irrobustendo l’offerta di credito.

SULLE BANCHE IMPATTO NULLO

BCE PRONTA A INTENSIFICARE LE MISURE

Nel suo discorso Draghi ha anche colto l’occasione per rispondere alle critiche di alcuni sugli impatti che le misure varate dalla Bce avrebbero avuto sul settore bancario.  “Le nostre misure, specialmente le operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, riducendo i costi di provvista per nuovi prestiti, hanno incoraggiato le banche a riavviare il credito. L’accresciuta concorrenza sui mercati ha compresso i tassi, sospingendo il credito e migliorando il quadro macroeconomico. Siamo così riusciti a invertire il circolo vizioso”, ha detto Draghi spiegando che “queste misure non hanno danneggiato le banche. Tutt’altro. Sebbene talvolta possano aver portato a una contrazione del margine di interesse, le nostre misure hanno anche determinato guadagni in conto capitale dal lato dell’attivo delle banche, volumi e qualità del credito più elevati. Considerando tutti questi effetti lo staff della Bce stima che l’impatto delle nostre misure sulla profittabilità del settore bancario sia stato sostanzialmente nullo per l’area dell’euro nel suo complesso”.

Il bilancio sulle condizioni economiche dopo otto anni di crisi stilato da Draghi sembra comunque ottimista. “L’economia europea sembra finalmente reggersi su basi più salde. La ripresa è ora sospinta dalla domanda interna piuttosto che dalle esportazioni; ha mostrato di saper resistere al recente rallentamento del commercio mondiale”, ha detto il presidente della Bce rivendicando i meriti da attribuire alla politica monetaria dell’Eurotower.  “A ciò la politica monetaria – ha detto Draghi – ha dato un impulso decisivo. Gli strumenti messi in campo dal giugno del 2014, in particolare il programma di acquisto di attività di titoli privati e pubblici avviato nel settembre dello scorso anno e ampliato nel gennaio di quest’anno, stanno determinando gli effetti voluti. Dopo la ricalibrazione dei nostri strumenti attuata questo mese dal Consiglio direttivo, ci attendiamo che l’inflazione raggiunga il nostro obiettivo senza indebiti ritardi”.

In ogni caso Draghi ha ribadito, come aveva già avuto modo di dire in occasione dell’ultima riunione del Consiglio della Bce, che la Bce, se necessario, intensificherà l’utilizzo dei suoi strumenti per raggiungere l’obbiettivo di stabilità dei prezzi.

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