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Dossieraggio, Cantone all’Antimafia su politici e vip spiati: “Verminaio mostruoso. Da Striano 10 mila accessi e il numero crescerà”

Cantone in audizione all’Antimafia su politici e vip spiati parla di “numeri inquietanti” e su Striano dice: “Ha effettuato il download di 33.528 file dalla banca dati dell’Antimafia”. Poi cita Falcone: “Istituzione per me sacra”

Dossieraggio, Cantone all’Antimafia su politici e vip spiati: “Verminaio mostruoso. Da Striano 10 mila accessi e il numero crescerà”

“Gli accessi sono maggiori di 800. Dal primo gennaio 2019 al 24 novembre 2022, all’interno della banca dati Siva, Pasquale Striano ha consultato 4.124 Sos (vale a dire le segnalazioni di operazioni sospette, ndr), un numero spropositato. Digitato 171 schede di analisi e 6 schede di approfondimenti seguite digitando il nominativo 1531 persone fisiche 74 persone giuridiche. Ha cercato 1.123 persone sulla banca dati Serpico, ma potrebbero essere pure 3 mila le ricerche, io sto parlando delle persone. Ha effettuato 1.947 ricerche alla banca dati Sdi. Siamo ad oltre 10 mila accessi e il numero è destinato a crescere in modo significativo”. Così il procuratore di Perugia Raffaele Cantone in commissione parlamentare antimafia. Sia Cantone, infatti, sia il procuratore Antimafia Giovanni Melillo avevano chiesto nei giorni scorsi di essere sentiti dal Comitato di presidenza del Csm, dal presidente della commissione Antimafia e da quello del Copasir nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto “dossieraggio” che ha scoperchiato un numero decisamente elevato di accessi abusivi a banche dati pubbliche per raccogliere informazioni su personaggi politici ma anche su “normali cittadini”. Melillo è stato audito in Antimafia ieri. Oggi è stata la volta di Cantone.

Dossieraggio, l’inchiesta: accuse e accusati

Al centro dell’inchiesta condotta dalla procura di Perugia, le sbirciate negli affari e nei conti di politici e vip, mediante ripetuti accessi abusivi al sistema informatico delle Sos. L’uomo chiave dell’inchiesta della procura di Perugia, che indaga sugli ingressi informatici alle banche dati della Procura nazionale antimafia, è il tenente della Guardia di finanza Striano, il quale avrebbe consultato quei file senza averne il titolo. La domanda rimane: in che modo possono essere state utilizzate le informazioni recuperate nelle banche dati del luogotenente, indagato per accesso abusivo a sistemi informatici, falso e abuso d’ufficio? E c’è stata una regìa? I medesimi reati sono contestati all’altra figura chiave dell’inchiesta: il sostituto procuratore Antimafia Antonio Laudati, il quale allo stesso modo respinge le accuse.

Cantone: ecco quanti download da banca dati Antimafia

Ha quindi proseguito Cantone durante l’audizione: Striano “ha effettuato un download, 33.528 file dalla banca dati della direzione nazionale Antimafia. Questo numero enorme di dati. Questo numero di atti scaricati che fine ha fatto? Quante di queste informazioni possono essere utili anche ai servizi stranieri? Striano interrogava il sistema spesso perfino se stesso, o la moglie, probabilmente per vedere se c’erano delle Sos che lo riguardavano. Quella che è stata effettuata da Striano è stata una ricerca spasmodica di informazioni. Se questo è dossieraggio o meno non spetta a me dirlo”. Al momento non sono emersi “elementi che ci facessero pensare a finalità economiche”, ha detto ancora, sottolineando che sono stati ovviamente svolti controlli sui conti del finanziere indagato.

Cantone, cosa ha detto all’Antimafia su presunto dossieraggio

 “Credo – ha proseguito il procuratore di Perugia – ci sia l’esigenza di ripristinare la verità sui fatti che sono stati detti in questa fase, alcuni riportati in modo generico non avendo conosciuto gli atti, e per intervenire a tutela di un’istituzione sacra come la procura nazionale”.

E poi: “Le ragioni che ci hanno portato a chiedere questa audizione, sono varie, tra queste l’esigenza di ripristinare la verità sui fatti, riportati in modo generico, ma soprattutto intervenire a tutela di un’istituzione che per me è sacra, la Procura nazionale Antimafia, tra i lasciti più importanti di Giovanni Falcone. Ogni magistrato ha il dovere di difendere questa istituzione”.

Cantone va avanti: “Io non mi occupo di bolle di sapone, non me ne sono occupato mai neanche da bambino. Esiste un limite a tutto, se uno non conosce gli atti non può esprimere giudizi”. 

“In questi mesi – ha sottolineato poi – abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa (Guido Crosetto, ndr) e credo vada ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria per aver fatto uscire questo verminaio”.

Quanto al mercato delle Sos, il procuratore ha spiegato che “non si è affatto fermato. Abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie è uscito un riferimento ad una Sos riguardo a un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa, quella Sos non era stata vista da Striano. C’era qualcuno che continuava a vendere sotto banco le Sos. Questa indagine è stata trasmessa alla procura di Roma”. 

Cantone: “Indagine Perugia danneggiata da fuga di notizie”

“Questa è la seconda fuga di notizie in questa inchiesta. Però ancora non abbiamo capito chi e come questa notizia l’ha fatta uscire, danneggiando l’indagine”, ha detto Cantone che ha inoltre aggiunto: “La funzione del pm è individuare l’esistenza dei reati, dei fenomeni non se ne occupano. Esistono fatti di rilevante gravità di cui se ne occupa ognuno per le sue competenze”.

Cantone su Laudati

“Laudati ha detto che intende rendere dichiarazioni e lo aspettiamo”, ha sottolineato Cantone all’Antimafia.

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