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Disney non trova personale e offre un bonus da 1.000 dollari

L’azienda di Topolino segue la “dottrina Biden” per riaprire i suoi parchi, dai quali aveva licenziato 32.000 dipendenti che sta faticando a riassumere. I casi analoghi di Amazon e Mc Donald’s

Disney non trova personale e offre un bonus da 1.000 dollari

“Non trovate persone da assumere? Pagatele di più”. Così ha parlato qualche giorno fa il presidente americano Joe Biden, e qualcuno inizia a dargli ascolto. Ad esempio Disney, che finalmente dopo un anno e mezzo di chiusura forzata può riaprire i parchi di divertimento in Florida e California, dai quali aveva licenziato ben 32.000 dipendenti. Ora però sta facendo fatica a riassumere il personale necessario a ripartire a pieno regime (ne ha riassunti per adesso solo il 75%) e per completare l’organico ha pensato bene di seguire la dottrina Biden e offrire un premio una tantum da 1.000 dollari ad ogni nuovo impiegato. Anche negli Stati Uniti dunque il mercato del lavoro sta vivendo un paradosso analogo a quello italiano: sussidi pubblici che disincentivano la ricerca di un lavoro; paura di esporsi al Covid accettando impieghi a contatto col pubblico; difficoltà delle famiglie nel reperire persone che possano occuparsi dei figli in caso di rientro al lavoro.

In particolare negli Usa è successo che i sostanziosi aiuti varati da Biden per la classe media hanno fatto sì che oggi l’assegno di disoccupazione sia più vantaggioso che in passato, e anche più vantaggioso di alcuni contratti di lavoro. “Tutto questo fa sì che molti potenziali lavoratori preferiscano rimanere a casa”, arriva ad ammettere Bloomberg. Per superare questo ostacolo Disney si è dunque decisa a riconoscere qualcosa in più, anche perché mancare la ripartenza sarebbe un grosso problema visto che l’azienda di Topolino ha già pagato il Covid a caro prezzo: il 2020 è stato il primo esercizio in rosso dopo 40 anni, a causa della chiusura dei parchi in tutto il mondo e soprattutto dei cinema, che ancora rappresentano un terzo del fatturato. A poco è servito il lancio della piattaforma streaming Disney+, che ha fatto buoni numeri ma non tali da evitare perdite operative per quasi 3 miliardi di dollari (dopo i 10,4 miliardi di profitti del 2019).

Ovviamente Disney è solo uno dei casi, ma nelle ultime settimane ci sono stati altri esempi analoghi nell’ambito di turismo, commercio e ristorazione. La prima azienda ad allinearsi è stata nientemeno che il colosso Amazon, da sempre accusato di pagare poco i suoi dipendenti e di non riconoscergli adeguati diritti, ma che già in primavera ha annunciato 75.000 nuove assunzioni tra Usa e Canada, con un aumento salariale compreso tra 50 cent e 3 dollari in più l’ora. Dunque oggi lo stipendio medio di un nuovo assunto è di 17 dollari l’ora, e se il dipendente è anche vaccinato contro il Covid riceve un premio una tantum da 100 dollari. Anche Mc Donald’s ha deciso che nei 650 punti vendita di sua proprietà diretta il salario sarà aumentato del 10%, dunque 11-17 dollari l’ora per un impiegato e 15-20 dollari l’ora per un responsabile. Ci sono però altri 14.000 ristoranti in franchising, ai quali per ora la catena di fast food ha solo potuto consigliare di fare altrettanto.

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