Visto il successo di pubblico e i profitti connessi derivanti da fonti assai diversificate, il modello americano dello sport business è certamente quello più attraente per chi decide di investire nel disastrato calcio italiano di oggi. Quello che non è noto, però, è quanto sia importante anche la mano pubblica nella crescita di questo modello negli Usa. Mano pubblica che ha un ruolo importante in primo luogo dal punto di vista burocratico, dando certezza del diritto (si pensi ad esempio al problema della contraffazione in Italia) e rimuovendo gli ostacoli che si pongono di fronte, in generale, alla crescita di un business. Inoltre, e al di là di quanto si possa pensare, sono molti i soldi pubblici che finiscono nello sport Usa, in particolare nella costruzione di stadi. Secondo quanto riporta Bloomberg, la cifra totale degli interessi sui bond municipali emessi per costruire strutture sportive per club professionistici ammonta a $146 milioni l’anno. Su un totale di $17 miliardi in sgravi e debito accumulato dal 1986 ad oggi, con l’ultimo bond in estinzione per il 2047, il totale dei sussidi da parte dei contribuenti nei confronti dei club per la costruzione dei propri stadi ammonta a $4 miliardi.
Tutto qui (per così dire)? Non proprio. Club professionistici e società di entertainment (AEG, Disney, ecc.) sono molto bravi a farsi finanziare dalle autorità locali, grazie alla loro capacità di assicurare un adeguato ritorno sull’economia del territorio e perché sanno fare il proprio lavoro sicuramente meglio delle autorità stesse. Autorità che in Italia non solo non finanziano alcunché, vista anche la situazione economica del paese, ma non si sono nemmeno mostrate in grado di risolvere i notevoli impedimenti burocratici per la costruzione di nuove infrastrutture sportive. L’ultimo esempio al riguardo viene proprio dalla Disney, proprietaria – tra le tante altre cose – dell’ESPN Wide World of Sports Complex, in quel di Orlando, dove fino al 2 gennaio prossimo soggiornerà la AS Roma, con cui la Disney ha stipulato un accordo pluriennale lo scorso marzo.
La Disney e la Central Florida Sports Commission stanno da tempo lavorando per far diventare Orlando un hub per gli amanti del calcio d’America e non solo, motivo per il quale, dopo la partenza della Roma, a febbraio prenderà il via il “Soccer Spring Training Program” che vedrà sei club della Major League Soccer volare in ritiro per 18 giorni in vari centri sportivi della Florida centrale. Incluso nell’accordo c’è anche il torneo Disney Pro Soccer Classic che si giocherà proprio all’ESPN Wide World of Sports Complex, con in campo Columbus Crew, DC United, il Montreal Impact di Alessandro Nesta e Marco Di Vaio, Philadelphia Union, Toronto FC eSporting Kansas City. Per l’evento sono attese almeno 15.000 persone.
Per lo stesso periodo la Disney ha anche previsto una dozzina di eventi di contorno, metà dei quali si terrà al campus ESPN, inclusa una combine (una serie di sessioni allenamento) per giocatori di college in cerca di contratti da professionisti, un President’s Day “soccer festival,” ed un torneo di calcio 7 contro 7. Dietro a tutte queste iniziative c’è un contributo da $ 1 milione da parte della Florida Legislature, ottenuto dalla Disney a seguito di una ben condotta attività di lobbying durante una legislatura che ha visto in Florida tagli per ospedali e università. In realtà la Disney aveva puntato assai più in alto, facendo presentare insieme alla Speedway Corporation (proprietaria del Daytona International Speedway) un disegno di legge che avrebbe consentito alle due compagnie di ottenere sgravi fiscali fino a $20 milioni l’anno per nuovi investimenti, passanti anche attraverso l’istituzione di zone franche a tempo – definita “Sports Tourism Economic Development Zones” – per ogni complesso di entertainment sopra una certa superficie. Un piano che avrebbe avuto conseguenze vantaggiose anche per i proprietari di stadi. Il disegno si è però arenato con la fine della legislatura, anche a causa delle polemiche suscitate, ma i lobbisti Disney sono già ripartiti all’assalto, e certo faranno pesare i notevoli finanziamenti elettorali elargiti.
Tutto questo per far capire la differenza in termini di pianificazione tra chi opera nello sport come un business, e chi invece – come in Italia – in gran parte vive di improvvisazione e spesso tende solo al lamento, senza alcuna preparazione in un’ottica di crescita. Il milione erogato dallo Stato della Florida servirà in parte a sussidiare le spese dei 6 team MLS (circa $30,000 ognuno) e – modello voucher, da $50 a $125 ognuno – dei pacchetti vacanza che i tifosi al seguito delle squadre. In tal modo si darà così ad ogni franchigia la possibilità di guadagnare fino ad ulteriori $75,000 a seconda dei pacchetti venduti. Solo per fare un esempio, lo Sporting KC – vincitore della US Open Cup 2012 – dovrebbe essere accompagnato da almeno un centinaio di tifosi quest’anno.
In realtà più che gli incentivi, ad attirare i team MLS in Central Florida, come confermato ad es. dallo Sporting Kansas City, è certamente il clima, oltre “alla qualità del centro tecnico, l’ottimo livello della competizione e il bellissimo ambiente, che ci hanno consentito di prepararci molto bene all’ottima stagione terminata a novembre“. Per tutti i club partecipanti è prevista una serie di impegni, al di là della singola partecipazione al torneo Disney Pro Soccer Classic. Dovranno infatti mandare almeno un capo osservatore ad assistere ad una sei giorni di provini aperti a giocatori in cerca di contratto, e ad una combine di tre giorni dedicata a giocatori di college. Entrambi gli eventi saranno ospitati dall’ESPN Wide World of Sports. Ogni team, inoltre, dovrà inviare due giocatori titolari più l’allenatore o il suo vice ad un evento riservato in cui insieme a “Soccer Mickey” dovranno incontrare e farsi delle foto con i tifosi. Impegni simili caratterizzano il contratto tra la Disney e la Roma, contratto di cui, però, non sono stati resi noti i particolari. Qualche indiscrezione è uscita solo alcuni mesi fa sullo Sports Business Journal: in base ai presunti termini dell’accordo (di 6 anni), la Roma avrebbe la possibilità di sfruttare le risorse presenti presso l’impianto, utilizzare le cliniche di accoglienza, giocare un’ amichevole annuale e portare la sua squadra giovanile nel torneo che si svolge Showcase Disney Soccer. In cambio la AS Roma pagherà a Disney una quota di affitto mantenendo però il diritto di vendere i biglietti e i diritti televisivi per le amichevoli che si giocheranno ogni anno. La prima sarà contro l’Orlando City SC (USL Pro) il prossimo 2 gennaio.
Niente soldi pubblici quindi per la Roma; soldi pubblici che neppure andranno tutti alle squadre MLS. Kevin Coulthart, vice president of marketing and events della Central Florida Sports Commission, ha dichiarato che circa $250,000 serviranno a coprire i costi amministrativi e per il marketing. Ma proprio su quest’ultima voce la Disney ha lavorato molto a livello lobbistico: si pensi che nel corso del 2012 è riuscita a persuadere i membri della legislatura della Florida ad aumentare le spese di marketing per il turismo (con inevitabile ricaduta positiva sulla Disney) fino a $54 milioni. Sarebbe da chiedersi se le squadre di Serie A, o la Lega nel suo insieme, si siano mai attivate su questo fronte per fare in modo che almeno una parte dei milioni di turisti che visitano l’Italia ogni anno possa assistere a qualche partita…ma forse qualcosa presto cambierà, anche perché l’alternativa per il calcio italiano è una mediocrità senza fine.
Nell’anno fiscale 2012 la Disney ha prodotto $5,7 miliardi di profitti. Quando i numeri parlano da soli.