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Design & green economy: Italia che vince

Il Rapporto dell’Associazione Symbola certifica un’eccellenza della tradizione italiana. Il Ministro Bonisoli annuncia il progetto di un Museo permanente.

Design & green economy: Italia che vince

Un’impresa di design su sei in Europa parla italiano. Abbiamo il più alto numero di occupati e battiamo concorrenti agguerriti. Di più: l’Italia è terza tra i paesi big nel mondo con un fatturato di 3,8 miliardi di euro. Ci voleva il Rapporto “Design econom” dell’Associazione Symbola, per sapere che un settore così creativo della nostra economia ha fatto tanta strada in Europa. A scapito di altri Paesi, che ormai ci prendono a modello. Il design èdiventato un marchio di fabbrica del made in Italy, connesso al grande tema della sostenibilità e della green economy. Cultura, arte, tradizione, saperi : un miscuglio di ingredienti potente quanto invidiato dai Paesi vicini. Dal 2017 la leadership si è consolidata con dati impressionanti . Il numero di imprese ha superato le 30 mila, con 50.226 lavoratorioccupati. Questo nonostante Germania e Regno Unito creassero nello stesso periodo occasioni strutturali molto migliori di quelle italiane. Nel nostro Paese, infatti, la stragrande maggioranza delle strutture ha meno di due addetti. All’estero hanno saputo fare un pò meglio , ma poi non sono andati in cima alla classifica. Intanto a Milano la Triennale inaugura una prima parte di oggetti iconici prodotti dal dopoguerra fino al 1981. Il presidente di Symbola, Ermete Realacci dice che il design non è legato solo all’estetica, ma anche alla capacità di risolvere problemi che vanno dall’ideazione di nuovi prodotti all’individuazione di nuovi mercati, fino alla ricerca di nuovi significati. Una infrastruttura culturale immateriale del made in Italy ben descritta ed apprezzata alla Triennale di Milano, dove il Rapporto è stato presentato.La capacità innovativa che si trova nelle nostre città, ad opera di artigiani e di giovani talenti va incentivata. I prodotti si affermano come elemento strategico nell’uso di materiali derivati dall’economia circolare. Per Realacci il successo italiano a livello continentale vuol dire anche minore impiego di materia ed energia, riciclabilità, riutilizzabilità. Un passaggio fondamentale per un’ economia in grado di affrontare la grande sfida dei mutamenti climatici, aggiunge e non ha certamente torto. Perché, allora, non celebrare il settore con una struttura permanente ? Il Ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, è all’opera . E se tiene il passo entro il 2021 si  completeràl’allestimento del Museo. Lavoriamo affinché venga inaugurato quanto prima, ha detto e i designer sperano . Bonisoliha detto anche che il nostro design “ è un tratto culturale prevalente della realtà contemporanea, perché in essa e di essa progetta le forme della cultura materiale e immateriale, utilizzando e trasformando l’immaginario, il simbolico, le conoscenze, le fruizioni ” . E’ una risorsa strategica e trasversale per il Paese. Certamente, ma i numeri dicono che Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte sono le Regioni con oltre il 50% del valore economico e degli addetti del settore. Dietro, Veneto, Lazio e Toscana che , comunque, messe insieme alle prime tre stanno dando o prestigio all’Italia. Il potere politico ne deve approfittare . Nel 2017, dai 59 istituti di formazione riconosciuti dal MIUR sono usciti 7453 professionisti del design . Cresciuti in un solo anno del 9%, con più preparazione e voglia di affermarsi sulle piazze mondiali. Va bene , quindi, anche la sfida dell’apprendimento perché sul territorio abbiamo 17 Università, 13 Accademie di Belle Arti, 14 Accademie Legalmente Riconosciute, 10 Istituti autorizzati al rilascio di titoli specialistici , 5 Istituti Superiori per le Industrie Artistiche (ISIA). Il design e la spiccata sensibilità dei giovani va a traino di una competitività tutta green. Si studia per eccellere, mostrare e non distruggere le risorse, come fanno anche tanti artisti ecosostenibili. Il Politecnico di Milano, per esempio è al 3° posto in Europa e il 6° nella classifica QS World University Rankings by Subject per il design. Sintesi italiana tra creatività, business sostenibile.****

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