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Def, via libera dal Cdm: “3 miliardi di deficit per taglio del cuneo fiscale”

Il Consiglio dei ministri ha deliberato anche lo stato di emergenza dopo i 2000 sbarchi nelle ultime 48 ore – Ad horas le nomine delle grandi partecipate pubbliche

Def, via libera dal Cdm: “3 miliardi di deficit per taglio del cuneo fiscale”

Via libera del Consiglio dei ministri al Documento di economia e finanza 2023: il primo vero atto di politica economica del Governo Meloni, che fornisce il quadro macro e in cui si delineano le misure che l’Esecutivo intende portare avanti e sul cui aggiornamento di settembre (la Nadef) si imposterà poi la prossima Legge di bilancio. All’ordine del giorno anche due disegni di legge: il primo proposto dal ministero della Cultura contro gli atti di eco-vandalismo sulle opere d’arte, il secondo recante interventi a sostegno della competitività dei capitali (cosiddetto “decreto Borsa”). Inoltre, dopo i 2000 sbarchi nelle ultime 48 ore il Governo ha varato lo stato d’emergenza su tutto il territorio nazionale.

Entro giovedì 13 aprile, l’esecutivo dovrà trovare la quadra sui rinnovi delle partecipate pubbliche che sta suscitando fibrillazioni in maggioranza.

Def: risorse aggiuntive 2023 per taglio cuneo fiscale

La parola d’ordine è “prudenza” di fronte ad un 2023 incerto e ad un 2024 che sancirà l’uscita definitiva dallo stato emergenziale ed il ritorno del patto di Stabilità. La crescita programmatica centrerà nel 2023 l’1% (il Def di fine novembre scorso formulava una proiezione su quel dato a +0,6%). Pe quanto riguarda il rapporto deficit/Pil il Governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel documento dello scorso novembre: 4,5% nel 2023, 3,7 nel 2024, 3 nel 2025, fino al 2,5 nel 2026. A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del Pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente consentirebbe a reperire qualche risorsa in più (circa 3 miliardi) che permetterà di “introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi”. Per il 2024, invece, il Def stima una crescita del Pil programmatico al ribasso +1,4% contro l’1,9%, mentre il deficit si attesta oltre il 3%. Il debito intanto proseguirà un percorso di lenta riduzione fino ad attestarsi “nel 2025 al 140,9%”.

Tra le variabili che impatteranno sulla crescita c’è il Pnrr. Da settimane al centro di una disputa politica per i ritardi nei bandi che metterebbero a rischio l’utilizzo di una parte delle risorse europee. La scorsa settimana anche l’ultimo Italian Macroeconomic Bulletin elaborato da EY ha avvertito che se le risorse nel Pnrr verranno spese per il 70% ed il 90% di quanto previsto nel 2023 e 2024, il Pil potrebbe non crescere quest’anno e riprendere dell’1,8% il prossimo. Se invece verrà utilizzato circa il 50% del previsto, l’economia italiana tornerebbe a crescere nel 2024 a un tasso dell’1,5%, dopo una contrazione dello 0,3% nel 2023.

Migrazione: il Governo dichiara lo stato di emergenza

Su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, il governo ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. “Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ben consapevoli della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300%”, ha detto Musumeci aggiungendo che “non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea”. Lo stato di emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, avrà la durata di sei mesi.

La stretta contro gli atti di eco-vandalismo sulle opere d’arte

Il Governo ha anche approvato il disegno di legge con “disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici” e delinea una stretta: multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali” ed altre sanzioni amministrative, che vanno da 10 a 40mila euro per chi “deturpa o imbratta” questi beni “o destina ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione o incompatibile con il loro carattere storico o artistico I proventi delle multe saranno destinati al Ministero della Cultura in modo che siano impiegati per il ripristino dei beni”.

Ddl capitali, norme semplificate per la quotazione in Borsa

Semaforo verde anche al ddl Capitali che prevede la “semplificazione delle procedure per l’ammissione alla quotazione” in borsa e negli altri mercati regolamentati. In particolare, sale da 500 milioni a 1 miliardo di euro la soglia per la classificazione delle Pmi quotate in borsa o nei mercati regolamentati. Prevista anche la “dematerializzazione delle quote di Pmi, che potranno “esistere in forma scritturale” come previsto dal Tuf.

L’educazione finanziaria diventa programma nelle scuole al pari dell’educazione civica. In particolare, le linee guida per l’insegnamento dell’educazione finanziaria saranno definite “d’intesa con la Banca d’Italia e la Consob e sentite le associazioni maggiormente rappresentative degli operatori e degli utenti bancari e finanziari”. Inoltre, al Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria istituito con la legge 15 del 2017 spetta il compito di approvare il “piano triennale di attività”. Spetta poi al ministero dell’Istruzione sottoscrivere accordi con Bankitalia, e la Consob per “promuovere la cultura dell’educazione finanziaria, nel rispetto dell’autonomia scolastica e nei limiti delle risorse disponibili” dopo aver sentito il comitato.

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