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Def: nella bozza il Pil 2016 scende a +1,2%, deficit confermato a 2,4%

Revisione al ribasso delle stime di crescita del PIL, rapporto Deficit-Pil al 2,4%, sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, riduzione debito pubblico – Ecco gli argomenti centrali del Def che il Consiglio dei Ministri varerà oggi.

Def: nella bozza il Pil 2016 scende a +1,2%, deficit confermato a 2,4%

Previsioni di crescita del PIL riviste al ribasso, sterilizzazione delle clausole di salvaguardia fiscali, flessibilità anche per il 2017, rapporto Deficit-Pil in salita al 2,4%. Sono questi i dati più importanti che il Governo dovrebbe inserire nel Documento di Economia e Finanza che il Consiglio dei Ministri dovrebbe varare nel pomeriggio di oggi.

Previsioni derivanti sia dalle performance poste in essere nel 2015 che dalle prospettive per gli anni a venire.

Parlando del Prodotto Interno Lordo, si prevede una revisione al ribasso per il 2016 rispetto alla stime dello scorso autunno (+1,6%). In base alle previsioni, il Governo dovrebbe mettere nero su bianco una crescita pari all’1,2 -1,3%, anche se secondo alcuni rumors la percentuale potrebbe salire all’1,4%. La diminuzione è dovuta alla crescita meno marcata del previsto e dalle incerte evoluzioni della congiuntura internazionale.

Per il biennio 2017-2018 invece, tutto dovrebbe essere confermato. In questo frangente occorre sottolineare però che i nuovi provvedimenti per la crescita in arrivo il prossimo maggio ( dall’esenzione totale del prelievo sul capital gain per chi investe sulle Pmi agli sgravi sugli utili reinvestiti fino alla riforma di contrattazione e salari) potrebbero dare una spinta pari allo 0,2% nel breve periodo e all’1% nel lungo.

Per quanto riguarda invece il PIL nominale (che tiene conto anche dell’indice dei prezzi al consumo) per il 2016 si stima quota 2% per poi salire al 3% nel 2018 e nel 2019.

Il rapporto deficit-PIL, in attesa delle risposte da Bruxelles sui margini di flessibilità richiesti dal Governo italiano dovrebbe assestarsi al 2,4% ma, nel caso in cui la risposta della Commissione UE fosse negativa, secondo i calcoli del Sole 24 Ore, potrebbe arrivare un aggiustamento da 3 miliardi di euro finanziati in parte con le maggiori entrate derivanti dalla voluntary disclosure.

Nel Def dovrebbe essere contenuta infine una richiesta di flessibilità che riguarderà anche il 2017 e che potrebbe arrivare ad un punto percentuale di Pil.

Inoltre, per il 2017, il Documento di Economia e Finanza dovrebbe contenere la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia che scatteranno nei prossimi anni, prima fra tutte quella riguardante l’IVA il cui valore per l’anno prossimo è pari a circa 15 miliardi.

Infine, impossibile non affrontare l’argomento debito pubblico. In base alle stime rilasciate lo scorso autunno, il rapporto debito – Pil dovrebbe scendere all’131,4%, una percentuale che di discosta dalle previsioni della Commissione UE che parla invece di un 132,4% nel 2016. Il Governo conferma l’impegno di ridurre la percentuale indicando un percorso graduale e in linea con le aspettative.

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