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Decreto Servizi Pubblici: soddisfatti o rimborsati

Se bus e metro ritarderanno più di mezz’ora i passeggeri avranno diritto al rimborso del biglietto, ma chi viene “beccato” senza biglietto rischia sanzioni salatissime – Agenti accertatori pagati dalle aziende e videosorveglianza per contrastare l’evasione tariffaria – Le novità più importanti della bozza del decreto sui servizi pubblici locali

Decreto Servizi Pubblici: soddisfatti o rimborsati

Autobus in ritardo di più di 30 minuti? Il passeggero avrà diritto al rimborso del biglietto. Un cambiamento che, se approvato, potrebbe davvero modificare la vita di milioni di italiani che ogni giorno devono affrontare l’incubo “mezzi pubblici”.

Questa è solo una delle misure contenute all’interno della bozza del decreto sui servizi pubblici locali (testo unico attuativo della riforma Madia) che mira a riformare l’universo dei trasporti, eliminando i ritardi e tutelando i cittadini. Secondo quanto si legge nel provvedimento, il rimborso scatterà dopo mezz’ora se il ritardo riguarda i mezzi pubblici cittadini, mentre a livello locale si dovrà attendere un’ora prima di aver diritto al risarcimento, ovviamente fatti salvi scioperi, calamità naturali o altri eventi imprevedibili.

La bozza prevede inoltre l’inasprimento delle sanzioni nei confronti dei passeggeri che vengono “beccati” senza biglietto o con il ticket non obliterato. In questo caso la multa verrà definita con legge regionale o in mancanza si seguirà uno standard comune, vale a dire una sanzione pecuniaria “è pari a 60 volte il valore del biglietto ordinario e comunque non superiore a 200 euro”.

In aggiunta sono previste altre due novità importanti: le aziende Tpl potranno affidarsi a soggetti esterni “qualificabili come agenti accertatori”, che, nei limiti del loro servizio, acquistano la “qualità di pubblico ufficiale”. Il ministero dell’Interno potrà poi mettere a disposizione “agenti ed ufficiali aventi qualifica di polizia giudiziaria, secondo un programma di supporto agli agenti accertatori” per periodi non superiori ai 3 anni e con copertura dei costi a carico dell’ente che fa la richiesta.

Infine, allo scopo di contrastare il fenomeno “dell’evasione tariffaria”, le società potranno utilizzare “rilevazioni dei sistemi di videosorveglianza presenti a bordo dei veicoli e sulle banchine di fermata” da usare come prova per l’identificazione dei trasgressori.

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