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De Lillo (Pdl) promuove class action contro Seat Pagine Gialle

A promuoverla un centinaio di piccoli azionisti – Sotto accusa un’operazione di leverage buy out che avrebbe fatto perdere valore alle azioni con pesanti perdite – Interpellanza al Senato.

De Lillo (Pdl) promuove class action contro Seat Pagine Gialle

In arrivo una class-action contro la Seat Pagine Gialle. A promuoverla un centinaio di piccoli azionisti. A scatenare l’iniziativa un’operazione di leverage buyout, ovvero acquisizione attraverso il debito, che avrebbe danneggiato gli azionisti di minoranza. 

A preannunciare la class action il senatore Pdl Stefano De Lillo. che ha presentato un’interpellanza ai ministri dell’Economia, dello Sviluppo economico e della Giustizia.

Il parlamentare denuncia che i piccoli risparmiatori ”sarebbero stati espropriati della loro titolarita’ azionaria, perdendo anche i loro risparmi, con cifre che partono da 10mila fino a toccare 50mila euro”.   

Al momento e’ stato presentato un atto giudiziario ai tribunali di Roma, Torino e Milano.

L’obiettivo e’ “il risarcimento del danno per la perdita di valore del titolo”.  In sostanza si vuole appurare ” se ci sono stati controlli nei vari passaggi di proprieta’ di Seat Pagine Gialle. Perche’ vi e’ stata un’acquisizione con indebitamento (leveraged buy out) che ha portato negli anni il valore di un’azione a calare da 7 euro a 0,04 centesimi di euro”.

Un’operazione, sottolinea De Lillo, “che ha visto circa 300 mila azionisti coinvolti in pesanti perdite. Per cui va verificato se l’acquisizione della societa’ da parte di fondi esteri abbia seguito le corrette procedure”.

Certo la questione e’ abbastanza complessa: infatti – viene fatto notare – si tratta del primo caso di leveraged buy out che viene portato all’attenzione della politica e della giustizia italiana.

Nell’interpellanza De Lillo chiede ai titolari dei vari dicasteri se siano a conoscenza che esista anche “un progetto di ristrutturazione dei debiti insoddisfatti dalla societa’, per l’ammontare di circa 3 miliardi di euro, che comporta l’avvicendamento nel controllo proprietario, per circa il 90 per cento del capitale, del principale obbligazionista, un altrettanto anonimo fondo di diritto lussemburghese rispondente al nome ‘Lighthouse”.

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