Condividi

Dazi, Trump aiuta agricoltori con piano da 12 miliardi

Il Dipartimento dell’agricoltura Usa ha annunciato un piano che si articola in tre fasi: nella prima, saranno in tutto stanziati 6 miliardi in aiuti, acquisti da parte del governo e sostegno sul mercato estero – Coldiretti: “Accordo con Messico e con Ue segnali importanti” – In calo il commercio nel G20 dopo 8 mesi di crescita.

Dazi, Trump aiuta agricoltori con piano da 12 miliardi

Guerra dei dazi, si corre ai ripari. Le contromosse della Cina, che per rispondere alle mosse di Trump ha alzato le tariffe sulla soia americana, hanno messo in difficoltà come era prevedibile gli agricoltori statunitensi, e così il presidente ha deciso di aiutarli, con un piano che si svilupperà in tre fasi per un valore complessivo di 12 miliardi di dollari. Secondo quanto annunciato dal Dipartimento dell’agricoltura Usa, la prima fase partirà il 4 settembre, subito dopo il Labor day, e prevede un pacchetto di aiuti per circa 6 miliardi di cui circa 4,7 miliardi andranno ai produttori agricoli di sette materie prime, così come negli acquisti del governo federale fino a 1,2 miliardi di “materie prime ingiustamente prese di mira da ritorsioni ingiustificate”. La fetta più grossa di aiuti andrà per l’appunto ai produttori di soia, ma sussidi sono previsti anche per mais, cotone, latte, maiale, grano e sorgo. Un’altra parte dell’aiuto consisterà in una spesa fino a 200 milioni per contribuire allo sviluppo dei mercati esteri.

La decisione è stata commentata anche dalla Coldiretti italiana: “L’aiuto – sottolinea la Coldiretti – è solo una parte dei 12 miliardi di dollari promessi dall’amministrazione Trump per compensare le difficoltà causate ai farmers dalla guerra commerciale. Si tratta della conferma della scelta di Trump di sostenere la propria agricoltura come dimostra il nuovo accordo NAFTA con il Messico che accoglie le richieste dei farmers Usa ma anche la tregua raggiunta nell’incontro tra il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker con l’impegno europeo ad importare più soia dai produttori Usa duramente colpiti dalle ritorsioni cinesi scattate dopo le prime misure adottate dagli Stati Uniti nei confronti del gigante orientale. Un segnale importante per l’Italia e l’Unione Europea che deve difendere e valorizzare il proprio patrimonio agroalimentare a partire dal prossimo bilancio mentre invece nella proposta della Commissione Europea sono previsti tagli insostenibili per l’agricoltura che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione”.

Intanto i dazi continuano a incidere, negativamente, sul commercio internazionale, in calo nel G20 nel secondo trimestre del 2018, dopo otto trimestri consecutivi di crescita. In base ai dati diffusi dall’Ocse, destagionalizzati e in dollari Usa correnti, le esportazioni sono diminuite dello 0,6% (dopo +5,3% nel primo trimestre) e le importazioni dello 0,9% (da +5,8%). A pesare, indica l’Ocse, è in parte il deprezzamento di alcune valute verso il dollaro, parzialmente controbilanciato dall’aumento del prezzo del petrolio. Lo scenario all’interno del G20 è di conseguenza vario. L’export ad esempio è aumentato nel secondo trimestre in Arabia Saudita (+9,7%), India (+5,7%), Stati Uniti (+4,4%), Canada (+4,4%), Russia ed Australia (+1,2%). Per contro la contrazione è stata molto forte in Argentina (-19,9%) e decisamente elevata anche in Brasile (-9%) e Gran Bretagna (-6,9%). In flessione anche l’export della Cina (-2,9%) e dell’Unione Europea (-1,9% dopo +4,7% nel primo trimestre). Più nel dettaglio, l’export italiano è calato dell’1,7% (dopo +3,3%), mentre per la Germania la contrazione è dell’1,5% (da +4,7%) e per la Francia dell’1,8% (da +2,7%).

Commenta