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Dazi, la schiarita fa bene alla Borsa: brillano le utilities

Domanda record per i Bot mentre la schiarita sui dazi Usa-Cina spinge al rialzo i principali listini azionari – Piazza Affari guadagna lo 0,7% sospinta da A2A, Italgas, Hera e dalla Juventus – vendite sui petroliferi

Dazi, la schiarita fa bene alla Borsa: brillano le utilities

I listini europei rimbalzano e chiudono in rialzo, riuscendo a cogliere oggi l’ancora lanciata ieri da Donald Trump sui dazi (l’accordo potrebbe arrivare prima del previsto), mentre oggi la Cina ha detto che riprenderà ad acquistare carne e soia dagli Stati Uniti. Piazza Affari guadagna lo 0,73% e si avvicina nuovamente alla soglia psicologica dei 22mila punti (21.947), con le utility in verde e la Juventus in ripresa.

Lo spread è in leggera discesa a 140 punti base e il rendimento del decennale italiano arretra a +0,82%. Sul primario è andata bene l’asta dei Bot semestrali, con tassi a -0,224%, minimo da aprile 2018. In attesa di notizie sulla manovra, s’indeboliscono però le prospettive di crescita per l’Italia. S&P global ratings conferma la stima 2019 a +0,1% (invariata rispetto a giugno), ma taglia quella per il 2020 ipotizzata tre mesi fa, portandola a +0,4% da 0,5%. Per Standard and Poor’s soffre anche l’economia dell’Eurozona, che si avvia a rallentare ancora nel 2020, con una crescita del pil che non dovrebbe andare oltre +1,1%, dopo +1,2% nel 2019, perché non è atteso un rimbalzo della domanda esterna. Nel dare il quadro previsionale l’agenzia si chiede se la zona della moneta unica stia entrando in “una stagnazione secolare”, cioè bassa crescita e bassa inflazione, con molti tassi d’interesse in territorio negativo e suggerisce quindi di fare ricorso allo spazio fiscale per rilanciare l’economia.

Nonostante queste prospettive Francoforte sale dello 0,46%; Parigi +0,66%; Madrid +0,47%. Fuori dalla zona euro il clima è più favorevole: Londra +0,89%; Zurigo +1%.

Al contrario Wall Street, dopo la buona performance della vigilia e un’apertura contrastata, si muove attualmente in rosso, impensierita da sempre nuove rivelazioni  sull’”Ucraina gate”. E ancora una volta Donald Trump sembra dettare la linea: se ci sarà un impeachment, avverte il presidente, “i mercati potrebbero crollare. Pensate che sia stata la fortuna a portarci ad avere il mercato azionario e l’economia migliore della nostra storia? Non è cosi’”. 

Nel mercato monetario americano continua inoltre la sete di liquidità. Lo dimostra la domanda superiore all’offerta dalla Federal Reserve attraverso un’operazione chiamata “term repo” con la quale banche e hedge fund possono attingere al cash per un periodo più lungo del solito, di 14 giorni. L’istituto ha messo sul piatto 60 miliardi di dollari (ammontare raddoppiato oggi rispetto a ieri) ma la domanda è stata pari a 72,75 miliardi. Sempre oggi la Fed di New York ha fatto anche un’altra operazione “repo” overnight: sono stati offerti overnight 100 miliardi, contro i 50,1 miliardi richiesti dalle banche che in cambio hanno dato collaterali sotto forma di Treasury e bond ipotecari.

Poco mosso il fronte valutario, con l’euro che resta piatto contro il dollaro, ma vicino ai minimi da 28 mesi a 1,0936. L’oro si muove in rialzo a 1515,85 dollari l’oncia, mentre il petrolio va giù per il terzo giorno consecutivo. Il Brent perde lo 0,51%, 62,07 dollari al barile.

In Piazza Affari la big cap peggiore della seduta è Nexi, -3,24%, che paga lo scotto del suggerimento a vendere da parte degli analisti di SoGen. Secondo un trader pesano anche le dimissioni dal cda di Robin Marshall, managing director e Co-Head dell’European Private Equity team di Bain Capital che, con Advent International e Clessidra, attraverso Mercury UK, controlla il 60,1% della società Un passo che alimenterebbe i timori di una cessione della quota dei fondi in vista della scadenza del lock up. A metà ottobre scadrà il lock up di 180 giorni, successivi all’esordio in Borsa il 16 aprile scorso, da parte dei fondi di private equity sul titolo. “Oltre quella data le azioni dei fondi diventeranno vendibili e, quindi, da metà ottobre potrebbe esserci un rischio di collocamento”, osserva il trader.

Le vendite penalizzano i titoli oil, Tenaris -1,56% e Saipem -1,02%. In calo Prysmian -1,34%; Cnh -0,82%; Telecom -0,37%; Generali -0,33%.

Gli acquisti premiano i titoli della Juventus, +2,82%, dopo una fase negativa seguita all’annuncio di un aumento di capitale. Regina del listino è A2a +3%, seguita da Hera +2,38%, Italgas +2,12%, Snam +1,74%, Terna +1,71%, Enel +1,52%.

In ripresa Campari +1,76%. Dalla galassia Agnelli le performance migliori arrivano da Exor +1,73% e Ferrari +1,43%.

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