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Dazi e Brexit alla stretta finale e Unicredit medita il blitz

Weekend decisivo per Brexit, mentre i mercati sentono profumo di intesa tra Usa e Cina sui dazi – Unicredit scruta lo stato delle trattative tra Deutsche Bank e Commerzbank e pensa all’affondo finale in Germania – Ricchissima la liquidazione della signora Bezos

Dazi e Brexit alla stretta finale e Unicredit medita il blitz

“Stiamo mettendo le basi per un accordo monumentale con la Cina”. Così Donald Trump ha infuso la quotidiana nota di ottimismo ai mercati, spinti a nuovi massimi anche se il presidente ha annunciato che ci vorranno ancora 3-4 settimane per l’intesa. Il vicepremier cinese Liu He, il capo della delegazione cinese alla trattativa si è dichiarato molto soddisfatto del lavoro svolto nell’ultimo round del negoziato. I mercati si avviano così a chiudere una settimana positiva in attesa dei dati del mercato del lavoro Usa di oggi.

A conferma dell’impostazione rialzista della Casa Bianca arriva la scelta di un nuovo membro del board della Fed: Herman Mc Cain, già proprietario della catena di Godfather Pizza, repubblicano amico di Trump, fermamente convinto che la crescita non genera inflazione: al Congresso ci sarà battaglia sul suo nome, viste le accuse per molestie sessuali che hanno frenato la sua carriera politica. Ma non sarà questo a fermare Trump, deciso a dare una mano “al mio buon amico di Kansas City”.

Avanzano con prudenza stamane le Borse asiatiche. All’appello mancano la Cina, Hong Kong e Taiwan in vacanza per la festività di Ching Ming. Salgono le Borse del Giappone +0,3%, della Corea del Sud +0,1% e dell’India +0,3%, In calo il mercato azionario dell’Australia (-0,5%).

IN COREA PARTE LA RETE 5 G

Da segnalare che da ieri funziona sull’intero territorio coreano la rete 5G. Gli economisti segnalano invece con disappunto che in Giappone alla crescita dell’occupazione non fa seguito l’incremento dei salari, premessa per l’aumento del consumo e dell’inflazione: le retribuzioni a febbraio sono scesi dell’1,1% a causa del calo dei bonus aziendali.

La rupia indiana tratta a 69,1 all’indomani del taglio dei tassi da parte della banca centrale: ieri la valuta ha perso l’1%. Il dollaro si appressa leggermente sullo yen.

OGGI I NUMERI DELL’OCCUPAZIONE USA

Anche a Wall Street ha prevalso la prudenza in attesa del dato sui posti di lavoro (attesi 177.000 nuovi occupati). Il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,6%, l’S&P500 dello 0,2% a nuovi massimi. Nasdaq in calo dello 0,1%. Ritracciano i titoli tecnologici, ma non Facebook (+1,4%).

In forte calo Tesla (-8%). Nel primo trimestre dell’anno i veicoli venduti sono stati solo 63.000, in forte calo dai 90.966 del quarto trimestre del 2018. Il ribasso del 31% è da imputare anche a problemi distributivi, particolarmente seri per il nuovo Model 3 Sedan. La società ha confermato i target d’immatricolazioni per il 2019 a 360mila-400mila veicoli.

L’EX SIGNORA BEZOS INCASSA 36 MILIARDI

Amazon -0,1%. Ieri Jeff Bezos e Cynthia Mc Kenzie hannosigliato il contratto di divorzio più oneroso della storia. All’ex moglie toccano titoli Amazon per 36 miliardi di dollari (il 25% del totale della coppia) ma il diritto di voto resta a Bezos.

Sale Boeing +2,9% anche se crescono i problemi per la sicurezza: l’inchiesta in Etiopia sul crash del 737 ha escluso errori dei piloti che hanno al contrario eseguito tutte le operazioni previste dall’azienda.

Volatilità ai minimi per il petrolio Brent, ieri sera ha chiuso piatto a 69,4 dollari il barile, da lì non si è mosso. A Piazza Affari Eni-1%. Saipem-1%, Tenaris-1,7%.

WEEKEND DECISIVO PER EVITARE LA BREXIT

L’euro dollaro si è mosso poco nelle ultime ore, stamattina è a 1,122, fermo sui minimi da un mese, fiaccato dai segnali di debolezza dell’economia tedesca.

La sterlina ieri ha perso lo 0,5% su euro, stamattina il cambio è praticamente invariato a 0,857. Oggi dovrebbero proseguire gli incontri tra laburisti e conservatori su Brexit. Ieri Jeremy Corbyn e Theresa May, si sono parlati per oltre quattro ore, la premier ha detto che è stato un colloquio produttivo

PIAZZA AFFARI SEGNA IL PASSO, FRANCOFORTE AI MASSIMI DA OTTOBRE

Piazza Affari -0,23%, a 21.724 punti, ha segnato il passo. In terreno positivo Madrid (+0,45%). Parigi -0,09%; Londra -0,19%. Nel corso della seduta Francoforte (11.988 in chiusura) ha sfondato quota 12mila punti per la prima volta dall’8 ottobre dell’anno scorso. Da inizio anno il progresso è del 14%.

L’attesa della pace commerciale tra Usa e Cina è un tonico per l’economia del mondo più sensibile alle esportazioni, tanto da far passare in secondo piano la notizia che cinque istituti tedeschi di ricerca economica, tra cui l’Ifo, abbiano tagliato le stime sulla crescita del Pil della Germania nel 2019 a +0,8%. Gli stessi soggetti, sei mesi fa stimavano mediamente un +1,9%.

LA SPAGNA AIUTA I BTP, OGGI L’OFFERITA DEI BOT

Dopo un avvio negativo la carta italiana ha chiuso in territorio positivo una seduta volatile. Il mercato ha invertito la rotta dopo l’asta spagnola, in cui Madrid ha collocato circa 3,5 miliardi in Bonos con scadenza ottobre 2021 e aprile 2029 e un indicizzato novembre 2027. La Francia invece ha collocato 9 miliardi in titoli con scadenza maggio 2029, maggio 2034 e maggio 2050.

In chiusura il differenziale di rendimento tra Italia e Germania sul tratto decennale si stringe a 252 punti base, dai 255 della chiusura precedente.

Il tasso del decennale Btp si attesta in area 2,51%, dopo aver chiuso a 2,54% ieri. Oggi il Tesoro annuncerà i quantitativi di Bot a 12 mesi, con scadenza aprile 2020, in asta il 10 aprile.

I VERBALI BCE: I TASSI BASSI MINACCIANO LE BANCHE

Al vertice dello scorso 7 marzo, gli esponenti della Bce hanno discusso dei rischi che i tassi di interesse ai minimi rappresentano per le banche. È quanto emerge dai verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria in cui è stato deciso di rinviare un primo rialzo dei tassi al prossimo anno. “Da tempo ci sono timori che gli effetti di tassi di interesse bassi per un periodo prolungato possano nuocere ai margini di interesse e alla redditività delle banche, con effetti negativi sul lungo periodo sull’intermediazione bancaria e sulla stabilità finanziaria”, si legge nei resoconti.

SCENDE AL 25% LA QUOTA DI DEBITO IN MANI ALL’ESTERO

L’ammontare del debito pubblico italiano detenuti all’estero è pari a 465 miliardi, ovvero il 24% del totale. Dalla metà dell’anno scorso gli investitori esteri hanno ridotto la quota di titoli italiani in portafoglio e il livello attuale è storicamente molto basso: a fine 2018 la cifra era pari a 578 miliardi (il 30% sul totale). Il dato, comprensivo degli asset in mano agli investitori domiciliati all’estero per motivi fiscali (vedi fondi irlandesi o in Lussemburgo) risulta da uno studio di Chiara Cremonesi di Unicredit.

PIAZZA AFFARI ASPETTA IL BLITZ TEDESCO DI MUSTIER

Al centro delle attenzioni dei mercati europei il possibile affondo di Unicredit -0,7% in chiusura su Commerzbank +2,80%, sulla base di un progetto rivelato ieri dal Financial Times. L’istituto è pronto a scendere in campo nel caso sfumi l’ipotesi di un’aggregazione tutta tedesca con Deutsche Bank. Unicredit punta a prendersi una quota di rilievo in Commerzbank, primo passo di un’operazione più ampia, l’obiettivo finale sarebbe quello di una fusione tra la vecchia HypoVereinsbank, ora dentro Unicredit, e Commerzbank.

Ma se ne parlerà solo dopo l’eventuale fallimento delle trattative con Deutsche Bank. Per ora Unicredit, è la risposta ufficiale, focalizzata sul turnaround che si chiude quest’anno e che è basato sulla crescita organica. Il nuovo piano sarà presentato a Londra il 3 dicembre. Il consiglio di amministrazione di Commerzbank deve invece decidere il 9 aprile se imprimere una accelerazione ai contatti con Deutsche Bank o ritirarsi, ha scritto mercoledì il settimanale finanziario tedesco Wirtschaftswoche.

Positivi gli altri bancari: Ubi +1,62%, Intesa Sanpaolo +0,74%, Banco Bpm +0,49%.
Nel gestito Azimut +0,1%: Kepler-Cheuvreux ha rafforzato il giudizio Buy, alzando il target price a 18 euro da 16 euro

TECH IN VOLO ANCHE A MILANO: STM SUPER

Anche in Europa, come a Wall Street, è proseguita la corsa dei chips: Stm sale dell’1.64% dopo il volo della vigilia, sostenuta dalle attese di un accordo Usa-Cina sui dazi.

In rialzo anche Leonardo (+0,38%): Banca Imi ha confermato il rating add, alzando il target price a 12,2 euro da 12,1.

SALONE DEL MOBILE E VINITALY SPINGONO FIERA E MASI

La prospettiva di un accordo sui commerci, combinata con il successo scontato del salone del Mobile, hanno messo le ali a Fiera Milano (+9,53%).

Alla vigilia del Vinitaly sale Masi Agricola (+2,6%), leader nella produzione di vini pregiati, è in rialzo del 2,6% a 3,94 euro.

Debole Fiat Chrysler (-0,3%). Non ci sono trattative formali e specifiche con PSA Peugeot, lo dice Carlos Tavares, l’amministratore delegato del gruppo francese.

Brilla nella scuderia Agnelli il titolo Juventus (+2,02%): è in arrivo l’ottavo scudetto di fila.

ANALISTI DIVISI SUL PIANO A2A

Nuovo segno meno per A2A (-2,21%) che segue alla flessione -2,61% registrata dopo la presentazione mercoledì del nuovo piano industriale. Gli analisti hanno dato giudizi discordanti sui numeri e sulle prospettive presentati dal management. MainFirst ha tagliato il target price a 1,60 euro da 1,70 euro. Giudizio Neutral confermato. Fidentiis ha alzato a 1,85 euro da 1,75 euro. Giudizio Buy confermato.

In ribasso anche Italgas: -0,86% nel giorno dell’assemblea.

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