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D’Alema incontra Renzi a Firenze: “Un errore escluderlo dai grandi elettori per il Quirinale”

Giorni amari per il segretario del Pd Pierluigi Bersani che, dopo aver mancato la formazione di un governo di minoranza da lui guidato, vede ora montare la fronda nel partito anche in vista dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Bindi non le manda a dire: “Niente scambi tra Quirinale e Governo”. E D’Alema incontra Renzi e ne prende le difese

D’Alema incontra Renzi a Firenze: “Un errore escluderlo dai grandi elettori per il Quirinale”

Dopo Renzi e Franceschini ecco la levata di scudi della Bindi e soprattutto di D’Alema. Dopo aver mancato la formazione del governo, per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, arriva la resa dei conti nel partito. Ormai c’è un ampio fronte che non condivide la linea intransigente di Bersani che continua a muoversi come se avesse vinto le elezioni pur non avendo in tasca il 51% e continua a negare l’utilità di un confronto aperto con il Pdl pur avendo ricevuti schiaffi e ceffoni da Grillo. Ma i numeri sono implacabili se si vuole dare un governo Paese: o con Grillo o con Berlusconi, piaccia o non piaccia.
 Dopo le dure critiche di Renzi e di Franceschini, alfieri di una linea politica più realistica e basata su un confronto alla luce del sole con Berlusconi – cioè l’esatto opposto di inciucio in ginocchio per mendicare i voti sottotraccia ora del M5S o della Lega o dello stesso Pdl -, ieri la fronda ha alzato la testa con la Bindi e soprattutto con D’Alema, che potrebbe diventare presidente della repubblica se il suo partito e in particolare Bersani non si lascoasse sfuggire l’occasione.

D’Alema ha incontrato a Firenze Renzi e ne ha preso apertamente le difese, dimenticando le polemiche del passato e   sostenendo che “è un errore escludere Renzi dai grandi elettori del Presidente della Repubblica”. L’ex premier, riecheggiando le recenti parole di Giorgio Napolitano, ha detto anche che occorre “una larga convergenza” per l’elezione del nuovo Capo dello Stato e poi per la formazione del nuovo governo.

  Il segnale è chiaro e fa capire che attorno a una linea alternativa a quella di Bersani, che ha dimostrato di non andare da nessuna parte, si sta saldando un vasto fronte per un governo del Presidente o di scopo che faccia la riforma elettorale e gestisca l’emergenza economica prima di andare di nuovo alle urne.

Con la sua linea, schiacciata sul massimalismo di Vendola e sui cosiddetti “giovani turchi”, Bersani sembra essersi infilano in un vicolo cieco. Glielo ha duramente ricordato anche il presidente del Pd, Rosy Bindi che gli ha detto: “Caro Bersani, così non va: un governo di minoranza ci consegna a Berlusconi” mentre “la via è quella di un governo di scopo senza ministri indicati da noi e dal Pdl”.

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