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Cultura e sostenibilità: borghi d’Italia tra storia e riscatto

Cresce l’interesse anche finanziario per paesini e borghi dimenticati. L’esempio della startup Amavido con il modello di finanza partecipata.

Cultura e sostenibilità: borghi d’Italia tra storia e riscatto

Nei borghi c’è la storia, l’origine delle migliori tradizioni e la sensibilità per non cadere sotto i colpi della speculazione, assai spesso dell’abusivismo. Sono diventati i luoghi dove si sperimenta la sostenibilità ambientale accompagnata a manifestazioni culturali e di arte. Gli italiani negli ultimi anni hanno riscoperto i borghi, visitandoli, raccontando ad amici e conoscenti di quale forza attrattiva siano capaci paesini a lungo ignorati dalle agenzie di viaggio e dai tour operator. Per non dire di politici, intellettuali e personaggi dello star system che avrebbero potuto “dare una mano” a non renderli deserti. Ma le cose stanno cambiando, come dimostra l’esperienza della startup italo tedesca Amavido, che ha lanciato un crowdinvesting – finanza partecipata – a favore di circa 300 tra i borghi più suggestivi italiani.

La leva del successo e dell’interesse è il turismo. Il segnale vero di una partecipazione responsabile per la salvaguardia e la tutela di decine di centri. La startup con la sua raccolta ha superato l’obiettivo di 75.000 euro fissato per il crowdinvesting lanciato a maggio. A pochi giorni dalla fine della campagna presente su Backtowork24, Amavido ha raccolto oltre 80.000 euro, grazie al quale si affaccerà su nuovi mercati europei che stanno mostrando interesse per i siti italiani. Non una cifra da capogiro, ma significativa. Italiani e stranieri insieme a prendersi cura di intere comunità con frequenti casi di persone e famiglie che – stufe della frenesia delle realtà metropolitane – scelgono di tornare, o di trasferirsi, in luoghi in cui il tempo e la vita sono ancora a misura d’uomo. 

Gli investimenti sostenibili hanno prodotto “Rinascimento 4.0”, espressione che abbina una rivalutazione degli schemi sociali del passato e una digitalizzazione dell’offerta ricettiva e culturale. La qualità ambientale e paesaggistica, senza fonti inquinanti locali o elementi distorsivi, è determinante. I soldi raccolti e da raccogliere servono per fare  anche altro, come attirare artisti di street art, registi e produzioni cinematografiche, mostre e rassegne culturali. Ad Amavido, spiegano che il loro compito è raccontare e promuovere il turismo in questi piccoli luoghi, preziosi per un patrimonio fatto di storia, enogastronomia, folclore, artigianato, ma soprattutto di persone. 

Operazione che in fondo cerca di contrastare lo spopolamento e l’oblio, la scomparsa di storie e ricchezze. Fanno piacere anche le tante rassegne dedicate ai borghi più belli d’Italia dell’ultimo decennio, caratterizzati dalla selezione dei valori ambientali e tradizionali, promossi da enti pubblici e privati. Rendere visibile l’invisibile, spiegano ad Amavido, una missione turistico culturale che punta sul mercato europeo e su quelle tedesco in particolare. Magari con proposte personalizzate e calibrate sui desideri di viaggiatori che sbarcano nelle diverse Regioni. Ancora meglio se intenzionati ad investire.

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