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Crisi di Governo, tassi in ascesa e spread sotto tiro: la Borsa si prepara alla tempesta perfetta

La crisi del Governo Draghi aggiunge grande incertezza ai mercati in vista del board di oggi della Bce, che non esclude di aumentare i tassi di mezzo punto

Crisi di Governo, tassi in ascesa e spread sotto tiro: la Borsa si prepara alla tempesta perfetta

Preparatevi al peggio. Anche se non è facile immaginare una situazione peggiore di quella che, vittime dell’ennesimo harakiri della classe politica, i mercati del Bel Paese si apprestano ad affrontare oggi, in un clima torrido non solo sul piano meteo. Alle 9 Mario Draghi sarà alle Camera, dove annuncerà la propria intenzione di salire al Quirinale per rassegnare le dimissioni al presidente della Repubblica. Poco dopo, attorno alle 10 e trenta, prenderà il via a Francoforte l’attesa riunione della Bce che sancirà, per la prima volta dopo undici anni, un aumento dei tassi, 25 o (più probabilmente) 50 punti per sostenere l’euro e frenare l’inflazione. Ma la vera incognita sta nel piano anti-spread. Chi si fiderà delle garanzie di affidabilità del debito italiano dopo il benservito a Draghi? Il piano messo a punto dai tecnici per sostenere i Btp contro la speculazione rischia di esser sepolto prima di nascere.

La nota positiva è che Mosca ha riaperto alle 4 del mattino il rubinetto del gas di North Stream. Solo al 40%, probabilmente, tanto per tenere l’Europa sulla corda. Ma oggi lo zar del Cremlino ha di che esser soddisfatto: i tre leader italiani più vicini alla Russia (Conte, Salvini e Berlusconi) hanno affossato il governo filoatlantico Draghi. Questa miscela promette di tradursi in un’apertura horror. “Il dramma italiano di oggi – dice Vitor Constancio, già vice di Draghi alla Bce – anticipa la tempesta perfetta per la Bce domani”.

Prevista apertura in rosso, la forbice con i Bund sopra 230 punti

Piazza Affari, che ieri è stato il listino peggiore d’Europa (-1,60%) si avvia a un’apertura in rosso: i derivati, secondo le indicazioni di ieri sera delle sale operative, evidenziano una discesa del 2,50%.

Inevitabile una ricaduta sul mercato obbligazionario: la forbice tra i Btp e i Bund è salita ieri in serata a 237 ma stamane, specie se non arriveranno parole forti da Lagarde, si rischia di avvicinarsi a quota 250. O anche più su, verso i 300 punti, vista la mal parata che si annuncia per la finanza pubblica dopo i forti miglioramenti sottolineati ieri da Draghi.

Il Btp a due anni peggio della Grecia

Il rendimento dei titoli a due anni ha superato quello della Grecia: siamo percepiti più a rischio di Atene.

La fine del governo Draghi congela o affossa importanti dossier economici, ponendo un’ipoteca sulla prossima sessione di bilancio che si apre a settembre con il varo della Nadef, la Nota di aggiornamento del Def. E si conclude entro dicembre con l’approvazione della legge di bilancio per il 2023, da presentare a Bruxelles entro il 15 ottobre e al Parlamento entro il 20 ottobre. Ora si rischia l’esercizio provvisorio, se si scavalca il 31 dicembre.

Apertura in rosso per il Nasdaq, vola Netflix

Lo psicodramma italiano contribuisce a spegnere l’euforia dei listini. Il Nasdaq, che ieri ha guadagnato l’1,6%, oggi si avvia ad un’apertura negativa. A mettersi in luce sono state soprattutto le società dei servizi streaming, rianimate dalle comunicazioni del trimestre di Netflix: il titolo ha chiuso in rialzo di oltre al 7%.

Hanno chiuso in forte rialzo i titoli leader del settore tech, a partire da Apple ed Amazon. Contrastata Tesla: la società ha chiuso il secondo trimestre sopra le attese degli analisti. Il titolo è arrivato a guadagnare oltre il 3%, ma poi è tornato indietro, in sintonia con l’andamento dei future.

Tokyo in parità: la BoJ non cambia politica

Stamattina, in Asia Pacifico, i listini sono contrastati. Hang Seng di Hong Kong -1,4%. Kospi di Seul +0,7%. BSE Sensex di Mumbai +0,2%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,5%.

Nikkei di Tokyo sulla parità dopo le decisioni della Banca centrale del Giappone. Nonostante l’inflazione sia sopra la soglia di allerta, il board dell’istituto di credito centrale ha deciso di non alzare i tassi e di confermare la politica monetaria ultraespansiva. Una sola novità: aumentano le previsioni sull’inflazione, vista al 2,3% nel prossimo trimestre (contro 1,9%).

Mosca riapre i rubinetti: energia in calo

Scendono anche stamattina le materie prime, soprattutto quelle dell’energia. Il petrolio WTI tratta a 98,8 dollari, in calo dell’1%. Ieri il greggio del Texas ha perso il 4,2%. Oro sui minimi di medio periodo, per la prima volta sotto la barriera dei 1.700 dollari a1.692 dollari, in calo dello 0,3%.

Treasury Note a dieci anni interno a quota 3% sotto i biennali al 3,21%. I tassi reali, quelli depurati dall’inflazione si muovono poco, intorno a 0,62% sui dieci anni.

Nel giorno delle comunicazioni della BCE, oggi in programma per le 14.15, l’euro dollaro tratta a 1,022, in rialzo dello 0,4%.

Elon Musk vende i Bitcoin in perdita

Il Bitcoin apre la seduta in calo dell’1,4%, a 22.900 dollari. Ieri ha toccato il prezzo più alto da un mese a 24.275 dollari.

Tesla ha venduto in perdita una parte significativa della sua partecipazione nella criptovaluta: “Alla fine del secondo trimestre abbiamo convertito circa il 75% dei nostri acquisti di Bitcoin in valuta”, ha affermato Tesla nella lettera agli azionisti pubblicata ieri. “Le conversioni nel secondo trimestre hanno aggiunto 936 milioni di dollari cash al nostro saldo di liquidità”. L’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha dichiarato al riguardo, durante la teleconferenza con gli analisti, che la società ha venduto Bitcoin per massimizzare la propria posizione di cassa a causa dell’incertezza relativa ai lockdown provocati dal Covid e ha precisato che la vendita non dovrebbe essere vista come “una sorta di verdetto su Bitcoin”.

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