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Crescita economica, torna l’ottimismo delle Pmi secondo Grant Thornton. Trainano Italia e Ue

Nonostante le sfide e le incertezze, le Pmi sembrano pronte a investire e a crescere, concentrandosi su settori strategici come la tecnologia e la formazione del personale. È quanto emerge dall’ultimo International Business Report di Grant Thornton

Crescita economica, torna l’ottimismo delle Pmi secondo Grant Thornton. Trainano Italia e Ue

Nel primo trimestre del 2024, un vento di ottimismo soffia sulle Pmi mondiali, secondo l’ultimo International Business Report (IBR) di Grant Thornton. L’analisi, condotta su oltre 2.500 imprese del mid-market a livello globale, rivela un aumento della fiducia nel futuro economico, con un incremento dell’ottimismo dell’1% rispetto al 65% registrato nel secondo semestre del 2023. A guidare questa tendenza sono l’Europa e l’Italia, con un indice di fiducia che balza rispettivamente dal 51% al 53% (+2%) e dal 43% al 48% (+5%).

Profitti in crescita e tecnologia al centro degli investimenti

Un segnale positivo si registra sui profitti: il 62% delle imprese a livello globale prevede un aumento nei prossimi dodici mesi, con un incremento del 2%. In Europa, il dato raggiunge il 48% (+6%), mentre in Italia si alza addirittura dell’11%, portando la percentuale al 53%.

L’ottimismo sembra alimentato dagli investimenti nel settore tecnologico, con un aumento del 5% a livello globale (66%). In Europa, si passa dal 46% al 56% (+10%), mentre in Italia i dati indicano un rialzo del 12%, raggiungendo il 59%.

Analogamente, gli investimenti nella ricerca e sviluppo segnano un aumento sia a livello globale (+3%, 55%), sia in Europa (+5%, 45%), e in Italia con un incremento dell’8%, portando la percentuale al 51%.

Ottimismo sull’export e sui mercati esteri

Le prospettive sull’export sembrano luminose: il 46% delle imprese a livello globale prevede un incremento degli affari sui mercati esteri, con un aumento del 3%. In Europa si registra una crescita dell’8%, mentre in Italia, con un incremento del 5%, la percentuale raggiunge il 40%.

Anche il numero di imprese che prevede un incremento dei paesi in cui poter esportare i propri prodotti risulta in ascesa: a livello globale è cresciuto del +2% (42%), a livello europeo si attesta al 36% (+7%) e in Italia tocca il 48% (+18%).

Timori e preoccupazioni

Tuttavia, non tutto è rose e fiori. Le imprese indicano alcune fonti di preoccupazione per il futuro, tra cui la cybersicurezza, l’incertezza economica, il costo del lavoro e la disponibilità di manodopera qualificata.

Il 50% delle aziende a livello globale si preoccupa della cybersicurezza, mentre in Europa e in Italia il dato si attesta rispettivamente al 44% e al 56%.

L’incertezza economica, sebbene a livello globale scenda dell’1% (56%), in Europa e in Italia mostra un aumento rispettivamente dell’1% (48%) e del 12% (67%).

Le preoccupazioni legate al costo del lavoro aumentano a livello globale, passando dal 51% al 53% (+2%). Un trend simile si registra in Europa con un incremento del 3% (47% vs 44%), mentre in Italia, il Paese che mostra la percentuale più alta di imprese preoccupate per l’incremento del costo del lavoro, si sale al 63%, con una crescita del 12%.

I commenti

“L’inizio di quest’anno porta con sé un rinnovato senso di ottimismo per le aziende del mid market a livello mondiale, evidenziato da un lieve ma significativo aumento della fiducia nella crescita economica – ha commentato Alessandro Dragonetti, managing partner e Head of Tax di Bernoni Grant Thornton –. Questa tendenza è più marcata in Europa e in Italia, dove i dati evidenziano una notevole resilienza di fronte alle sfide globali, come l’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e le tensioni geopolitiche, ed ha come principale effetto un ottimismo diffuso rafforzato dalle previsioni di incremento dei profitti e dei prezzi di vendita per il prossimo anno”.

“Sebbene le imprese europee e italiane si mostrino meno fiduciose sulla possibilità di trasferire l’aumento dell’inflazione sui prezzi finali – ha proseguito Dragonettii – questo atteggiamento non sembra limitare la loro propensione agli investimenti, specialmente in aree chiave come l’Information Technology, la ricerca e sviluppo e la formazione del personale, a conferma del fatto che la crescita sostenibile richiede una combinazione di investimenti tanto in tecnologia quanto in talenti”.

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