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Cotone: torna la fibra 100% made in Italy. In Sicilia e in Puglia la produzione

Dopo l’abbandono delle colture negli anni ’60, il cotone torna ad essere una produzione made in Italy – Coldiretti: “Il cotone italiano è di qualità eccellente, con quotazioni di 140 euro al quintale”

Cotone: torna la fibra 100% made in Italy. In Sicilia e in Puglia la produzione

A sessanta anni di distanza, il cotone torna a essere una produzione made in Italy e richiesta sul mercato internazionale. 

È infatti partita proprio in questi giorni in Puglia e in Sicilia la raccolta di questa fibra naturale che nelle due regioni coinvolge circa 300 ettari. Una riscoperta del cotone 100% italiano grazie al mondo della moda che sempre più spesso è alla ricerca di tessuti nazionali per le proprie creazioni. Moda ma non solo, perché il cotone ha un utilizzo molteplice.

Il cotone 100% italiano: una tradizione che risale a 60 anni fa

Un tempo il cotone era diffuso in Italia soprattutto al Sud, perché questa pianta teme il freddo e cresce bene invece in zone esposte al sole e al caldo. E il Mezzogiorno è l’Ideale. E proprio per questo la sua coltivazione era diffusa in particolare in Sicilia, nell’agrigentino, e in Puglia, nella Capitanata. Tanto per farsi un’idea: nella sola Sicilia alla fine degli anni Cinquanta, si legge sul sito ufficiale di Cotton of Sicily, la superficie coltivata sfiorava i 350 mila ettari, di cui 140 mila in provincia di Agrigento. Ma a partire dagli Anni ’60 la coltivazione in Italia è stata progressivamente abbandonata sostanzialmente per due  motivi: l’avvento delle fibre sintetiche e il peso dei costi di produzione dal momento che la raccolta avveniva a mano e richiedeva molto personale.

Ora però ha ripreso vigore, il cotone italiano 2023 è di qualità eccellente – rimarca Coldiretti- con una produzione di oltre 35 quintali a ettaro, con quotazioni di 140 euro al quintale se biologico e 110 se tradizionale.

Chi produce il cotone oggi

In Europa sono sostanzialmente tre i produttori di cotone: la Grecia, la principale produttrice e rappresenta l’80% della superficie coltivata a cotone nel continente, seguita dalla Spagna (e in particolare l’Andalusia), che copre il restante 20%. Poi c’è la Bulgaria che produce cotone su una superficie inferiore ai 1.000 ettari. E ora sul mercato si affaccia, nel suo piccolo, anche l’Italia. 
Oltre i confini europei, sono Stati Uniti, Cina, India, Pakistan e Brasile a farla da padrone, ma ultimamente i grandi marchi della moda e non solo si stanno avvicinando al cotone italiano. Perché, come sottolinea Coldiretti, al di là della tessitura per l’abbigliamento, il cotone ha un utilizzo molteplice: dal mangime per la zootecnia all’olio per cosmesi e farmaceutica, mentre la pianta in grado di raggiungere anche i 3 metri, può essere ridotta in trucioli da sfruttare come combustibile nelle centrali termiche per il recupero energetico della biomassa vegetale. Dalla fibra, poi, si producono anche cotone idrofilo e ovatta.

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