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Costamagna: “Di fronte alla crisi ci vorrebbe un write-off del debito o un Piano Brady dell’Europa”

di Franco Locatelli – Secondo il banchiere ex Goldman Sachs l’Italia e l’Europa devono prendere di petto il rischio debito lanciando subito segnali forti come fece l’America negli anni ’80 – E all’Italia Costamagna raccomanda: “Rafforzare la manovra e subito l’agenda delle riforme” e aggiunge: “Meno male che Draghi c’è”

Costamagna: “Di fronte alla crisi ci vorrebbe un write-off del debito o un Piano Brady dell’Europa”

CLAUDIO COSTAMAGNA* a FIRSTONLINE.INFO

“Qui ci vuole un write-off. E’ ora che l’Europa, e con lei l’Italia, esca dai temporeggiamenti e prenda di petto l’emergenza debito e il cortocircuito tra rischio sovrano e rischio bancario. Ci vorrebbe una soluzione-lampo di grande impatto come furono i Brady bond degli anni ’80 che permisero di riassorbire il debito dei Paesi sudamericani. So perfettamente che è difficile, ma è in questi momenti di crisi che una classe dirigente, se esiste, dimostra la sua capacità di leadership”. Claudio Costamagna, 54 anni, ex ragazzo d’oro di Goldman Sachs e ora banchiere indipendente e presidente della boutique d’affari da lui fondata CC&Soci, ma anche consigliere d’amministrazione e presidente dell’advisory board  di Virgin Group e consigliere indipendente di Bulgari, di Luxottica,  della Dea e del Sole-24 Ore, è in queste ore chiuso in un meeting d’affari a Ginevra. Però non stacca gli occhi dal computer che fotografano le Borse sulle montagne russe, la crisi dell’Euro, il pauroso allargamento dello spread tra Btp e Bund.  Come tutti gli uomini di finanza, Costamagna ne ha vissute molte altre di grandi crisi, ma l’attacco all’euro e la giornate di passione che vive l’Italia non lo lasciano indifferente.  Sostiene: “Non è più tempo di pannicelli caldi. Tra tutti i manager, gli imprenditori e i banchieri che sto incontrando in queste ore e vengono a chiedere consigli c’è un orientamento assolutamente condiviso: è ora che l’Italia e l’Europa diano segnali forti e immediati. La crisi non attende e rischia di avvitarsi su se stessa. E’ inutile prendersela con la speculazione, bisogna andare alla radice della malattia, che è – soprattutto per l’Italia – alto debito e bassa crescita in un Paese che ha eccellenti imprenditori ma ha una classe politica rissosa e incapace di trovare la bussola”.

FIRSTONLINE – Considerazioni sagge, dottor Costamagna, ma a breve che cosa si può realmente fare?

COSTAMAGNA – Come ho già detto, l’Europa dovrebbe prendere il toro per le corna e lanciare un piano simile al piano americano che lanciò a suo tempo il segretario americano al Tesoro Brady per fronteggiare il debito dei paesi sudamericani: emettere eurobond o titoli di Stato pienamente garantiti da cedere alle banche in cambio dei titoli a sconto dei Paesi più indebitati.

FIRSTONLINE – E l’Italia?

COSTAMAGNA – L’Italia deve fare, se ne ha la forza, un salto di qualità. Non si tratta di improvvisare ricette ma di applicare quanto la Banca d’Italia e le menti più lucide del Paese vanno ripetendo anche in queste ore drammatiche.

FIRSTONLINE – Sarebbe a dire?

COSTAMAGNA – Prima di tutto: anticipare e rafforzare l’approvazione definitiva della manovra economica chiarendo e risolvendo davanti ai mercati tutti i dubbi che restano sui conti pubblici 2011-12 e rendendo immediate alcune misure posticipate agli anni futuri. Ma non basta, perché il problema dell’Italia non è solo quello della stabilità finanziaria ma anche quello, sempre più grave, della bassissima crescita.

FIRSTONLINE – E’ difficile però immaginare qualche intervento miracolistico  che rilanci, senza aggravi per la finanza pubblica, la crescita da subito: non crede?

COSTAMAGNA – Nessun miracolo e nessun gioco di prestigio. C’è una sola cosa da fare insieme all’approvazione e al rafforzamento della manovra: aprire subito e attuare da adesso l’agenda Draghi che il Governatore e futuro presidente della Bce ha illustrato nelle sue Considerazioni finali del 31 maggio all’assemblea della Banca d’Italia. Il che vuol dire: liberalizzazioni e riforme subito.

FIRSTONLINE – Costamagna, Lei ha fatto con Mario Draghi al Tesoro le più importanti privatizzazioni italiane e poi ha lavorato con lui in Goldman Sachs. Dica la verità: in una situazione di emergenza come quella italiana Draghi, se non fosse destinato alla Bce, sarebbe stato l’uomo ideale per diventare il nuovo Ciampi alla guida di un governo di garanzia?

COSTAMAGNA -Certamente. Mario ha tutte le qualità di un vero leader: grande competenza tecnica, forte rigore etico e grande realismo e senso dell’equilibrio. Sarebbe stato un premier eccellente. Ma è inutile inseguire le illusioni e Draghi renderà un grande servizio all’Italia e all’Europa alla presidenza della Bce:  è una fortuna che ci sia lui alla testa delle grandi istituzioni finanziarie in un momento così e questo i mercati lo sanno.

*Claudio Costamagna è amministratore della Società dal 2006. Laureato in Economia Aziendale, ha ricoperto importanti cariche in Montedison, Citigroup e Goldman Sachs di cui è stato per molti anni Presidente della divisione Investment Banking per Europa, Medio oriente e Africa. Attualmente è Presidente di “CC e Soci”, una boutique di financial advisory da lui fondata. E’ membro dell’International Advisory Board dell’Università Bocconi. E’ Consigliere di Amministrazione di Luxottica, Bulgari S.p.A., DEA Capital S.p.A., Virgin Group Holding Limited e il Sole24Ore.

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