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Cosa fare quando la Borsa va giù? Dallo spread agli Etf, ecco tutti i consigli

Primo consiglio: massima attenzione allo spread, inutile perdere tempo dietro altri indicatori – Poi, un inevitabile occhio alla politica e alle vicende elettorali delle prossime settimane – Infine sfruttare l’arma degli Etf, che hanno la caratteristica di replicare l’indice di Borsa, o così com’è o al contrario.

Cosa fare quando la Borsa va giù? Dallo spread agli Etf, ecco tutti i consigli

Recita l’antico adagio: “in borsa si sale dalle scale e si scende dalla finestra”.  E il proverbio, frutto della saggezza popolare, rischia di tornare d’attualità di fronte alle novità, interne ed internazionali, che minacciano di oscurare i cieli della finanza, fino a pochi giorni fa sereni. Anche troppo sereni, visto che il Vix,  famigerato indice della paura che misura la volatilità dei listini, era scivolato a livelli che non si vedevano da inizio millennio. Ora, complici gli scandali spagnoli che fanno traballare il governo Rajoy e, più ancora, l’offensiva mediatica di Silvio Berlusconi a suon di raffiche populiste ed anti-europee (“Silvio’s reveng” titola in mattinata Business Insider, una delle voci più ascolatet dai traders Usa)  il quadro cambia.  E a farne le spese, per primi, potrebbero essere i portafogli dei risparmiatori, ovvero quel Bot people che nei momenti della crisi più drammatica, è tornato a comprare Bot e Btp venduti a piene mani dagli investitori internazionali. E’ proprio il Bot people che, senza accorgersene, ha visto sfumare con il calo dei titoli di Stato, i presunti vantaggi della presunta restituzione dell’Imu sulla prima casa…

In una congiuntura così agitata risulta arduo dar consigli su come muoversi. Basti dire che la cronaca delle ultime giornate, da lunedì in poi, ha in pratica ribaltato tutte le previsioni di esperti ed analisti,  con l’eccezione di chi (vedi il panel startegist dell’Aiaf) suggeriva prudenza sull’area euro vista la elevata volatilità registrata nel corso del 2012. Ma qualceh indicazione di rotta, nel breve termine, è possibile.

LA BUSSOLA DELLO SPREAD

Primo consiglio: massima attenzione allo spread. Inutile perdere tempo dietro altri indicatori (rapporto prezzo/utili, dividendo, andamento dell’esercizio eccetera) pur essenziali in una logica di lungo termine. Un giudizio drastico ma che trova conferma nei fatti: nel corso degli ultimi sei mesi, prima della correzione in atto da inizio febbraio, Piazza Affari aveva recuperato il 36% nonostante che il consenso sugli utili 2013 sulle società quotate sia sceso del 14%.   Il “mistero” si spiega solo facendo ricorso allo spread che si è in pratica dimezzato da luglio a fine gennaio. Non è difficile prevedere che il legame quasi meccanico tra spread e quotazioni azionarie sia destinato a proseguire nei possimi mesi, in assenza (come è, ahimè, probabile ) di un’inversione di tendenza della congiuntura economica.

Per questo motivo l’analisi di Piazza Affari  deve tener conto di due fattori: a) l’evoluzione dello spread; b) la ricerca dei titoli più sensibili alle oscillazioni, nei due sensi, della forbice tra Btp e Bund.

LA SCOMMESSA ELETTORALE

Lo spread, nelle prossime settimane, è direttamente correlato, in egual misura, alle tensioni politiche in Italia e Spagna. Ciascuno dei due Paesi, infatti, potrebbe far saltare l’ingegnoso ma fragile meccanismo basato sulla moral suasion della Bce senza però mettere in atto gli acquisti del fondo Ems. Che accadrà se Italia o Spagna dovessero chiedere l’aiuto europeo? E’ la domanda che fa trasalire i mercati, già sul chi va là per i disastri del mondo bancario, a partire da Mps.

In questo quadro, senza voler addentrarsi in analisi politiche, gli osservatori convengono che:

a) In caso di affermazione del centro sinistra con successiva alleanza certa alla Camera ed al Senato con il centro di Mario Monti si potrebbe immaginare un governo di legislatura, impegnato a proseguire sui binari della convergenza con la Ue. In questo caso lo spread potrebbe assottigliarsi lasciando margini per un ulteriore rialzo del listino. Ad essere favoriti sarebbero innanzitutto i titoli bancari  (Intesa, Unicredit ed Ubi in testa) e le assicurazioni. Analoga spinta al rialzo verrebbe assicurata dal calo dei tassi alle aziende più indebitate (Enel, ad esempio). Una nota particolare la merita Mps, scommessa a rischio ma che potrebbe rivelarsi fruttuosa come l’investimento in hellenic bond nel 2012.

b) Scenario opposto se dalle urne uscisse un velenoso pareggio tra centro destra e centro sinistra. In tal caso potrebbe delinearsi lo scenario greco di inizio 2012, ovvero l’impossibilità a nominare un governo stabile ed il ricorso alle urne entro breve tempo. In tal caso andrà messa in conto l’impennata dello spread. Meglio, per affrontare la tempesta, puntare sulle azioni più resistenti sul fronte dei tassi e meno esposte al mercato dell’area euro: i titoli del lusso, da Salvatore Ferragamo a Cucinelli a Luxottica; i titoli anticiclici come Campari e Recordati. Una scommessa la merita Yoox, titolo già ben valutato  ma con grandi prospettive legate all’espansione dell’e-commerce in Asia. 

L’ARMA DEGLI ETF

Non è mai saggio metter tutte le uova in un solo cesto, ammonisce il proverbio inglese. Tanto meno in una stagione  in cui fioccano da ogni dove proiettili e pallettoni. Perciò, meglio sfruttare, vuoi in chiave speculativa che di protezione, gli strumenti a disposizione. In Piazza Affari figurano diversi strumenti a disposizione degli specialisti:

a) le opzioni put sui singoli titoli o, meglio, le opzioni  put legate all’indice di BorsaS&P Mib. Come funzionano? Se alla scadenza dell’opzione l’indice è sceso sotto un dato livello (il valore di esercizio), ottenete un pagamento pari alla differenza tra il valore di esercizio e il valore dell’indice; in caso contrario, non ottenete niente A Piazza Affari sono quotate opzioni put sull’indice S&P Mib, con diverse date di scadenza e diversi valori di esercizio. Il loro costo può cambiare notevolmente: il prezzo è più alto per quelle che hanno un valore di esercizio più elevato (perché vi tutelano di più dai cali) e per quelle che hanno una scadenza più lontana (perché è più probabile che l’indice di Borsa abbia il tempo di scendere al di sotto del valore di esercizio), regola che però non vale in un frangente come quello attuale dominato dal rischio di elevata volatilità.

b) Altro strumento di “protezione” sono  i future sull’indice di Borsa. Ma, a differenza delle opzioni, infatti, questi strumenti non prevedono solo un costo iniziale, ma un “adeguamento” giorno per giorno in base all’andamento dell’indice: se la Borsa non va nella direzione prevista, potreste trovarvi a dover pagare cifre anche ben più alte rispetto all’esborso iniziale.

c) Più efficienti sono gli  gli Etf short che hanno  la caratteristica di replicare l’indice di Borsa, ma al contrario: sale quando l’indice scende, e viceversa. Più che uno strumento di copertura, comunque troppo costoso per mettere al riparo dal ribasso il proprio patrimonio, però, sono l’arma ideale per chi vuole speculare nella prospettiva di un  ribasso, magari temporaneo , condizionato dall’incertezza elettorale. Gli strumenti non mancano, visto che i controvalori scambiati sugli Etf superano ormai i volumi del mercato azionario.  Non mancano prodotti a leva come    l’Etfx Ftse Mib super short strategy, che raddoppia (con segno opposto) gli alti e bassi di Piazza Affari. Ma ci sono anche vere e proprie “bombe” come i certificati a leva 5X long/short che moltiplicano per 5 gli effetti al rialzo o al ribasso. Un sistema da kamikaze  su cui si può anche puntare un chip, nella consapevolezza che anche le perdite (non solo i guadagni) possono essere moltiplicati per 5. Attenzione, perché l’indice della paura non fa sconti. 

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