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Coronavirus: Vinitaly annullato, si farà nel 2021

L’evento era stato inizialmente rimandato a giugno, ma il cda di Veronafiere ha preferito rinviarlo direttamente ad aprile dell’anno prossimo.

Coronavirus: Vinitaly annullato, si farà nel 2021

Il coronavirus colpisce ancora. Il Vinitaly di Verona, importantissimo appuntamento per la filiera vitivinicola italiana ed internazionale, è stato prima posticipato mentre ora è arrivata l’ufficialità: l’evento del 2020 è stato cancellato, ci si ritroverà alla Fiera della città scaligera solo tra un anno, dal 18 al 21 aprile del 2021.

Lo ha deciso il cda di Veronafiere riunitosi in sessione straordinaria, a causa del perdurare dell’allerta sanitaria causata dal Covid-19. La fiera scaligera nelle scorse settimane aveva già deciso di riposizionare a giugno la 54esima edizione di Vinitaly, scatenando non poche polemiche nel comparto dei produttori. Adesso il rinvio al 2021, assieme alle concomitanti Sol&Agrifood ed Enolitech. 

Una scelta che, stando al comunicato stampa del consiglio di amministrazione di Verona Fiere, fino alla fine si era voluta evitare ma che “l’inasprirsi della crisi” non ha reso possibile rimandare ulteriormente, come ha sottolineato in più di un passaggio il presidente dell’ente scaligero, Maurizio Danese. “Il perdurare dell’emergenza a livello nazionale e la più recente propagazione del virus a livello europeo e non solo, hanno reso improcrastinabili alcune decisioni. Per tali ragioni il consiglio di amministrazione, d’intento con la direzione generale e il management, ha deliberato oggi in merito a molteplici aspetti essenziali per il proseguimento dell’attività del gruppo. Fra questi, la ridefinizione di obiettivi, strategie e investimenti per la messa in sicurezza dei prodotti, della propria clientela e del business dei settori correlati”.

Il tutto tenendo bene a mente l’impatto economico generale che l’emergenza Covid-19 ha avuto su tutto il comparto: oltre 200 manifestazioni rimandate o cancellate per una perdita di 6 miliardi di euro e circa 51mila posti di lavoro a rischio.  

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