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Coronavirus, nessuno stop a raccolta rifiuti

Cgil, Cisl e Uil firmano accordo per far lavorare in sicurezza gli addetti al servizio. Un servizio quanto mai essenziale con 10 mila dipendenti – Il Ministero dell’Ambiente lancia intanto l’hashtag #ricicloincasa.

Coronavirus, nessuno stop a raccolta rifiuti

L’ultimo decreto del governo le ha inserite tra le attività essenziali. Giustamente. La raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti con tutti i servizi collaterali, restano pienamente operativi. E non solo in continuità con quanto avviene normalmente, ma anche per abbassare qualsiasi rischio ambientale legato al coronavirus. I lavoratori del settore avevano minacciato lo sciopero se non venivano accolte le loro richieste per lavorare in sicurezza. Certezze scientifiche sulle relazioni tra ambiente ed  epidemia per ora non ce ne sono, ma se ne parla. Bisogna solo aspettare.

Dalla pianura padana, alle città inquinate, soffocate da smog e polveri sottili, scienziati ed ambientalisti sono al lavoro. Un quadro generale nel quale non vanno sottovalutate, intanto, le linee guida del Ministero della Salute sulla gestione dei rifiuti domestici. I rifiuti sono importanti anche per tutti noi obbligati a restare in casa. Il Ministero dell’Ambiente ha lanciato l’hastag #ricicloincasa per invogliare le famiglie ad operazioni di riciclo domestico. Foto di lavoretti da postare per far crescere l’attenzione al riuso dei materiali.

Iniziativa simpatica promossa dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che non oscura l’Italia a livello strutturale indietro con gli impianti utili al sistema rifiuti nel suo complesso. Il coronavirus è un’epidemia potente e le condizioni ambientali in cui si diffonde sono importanti: 10 mila persone sono impegnate ogni giorno in Italia, in ogni città, a garantire igiene urbana e corretta gestione di tutto ciò che finisce nel sacchetto rifiuti. Hanno finalmente ottenuto garanzie di sicurezza per il loro lavoro. 

Un industria che fattura più di 2 miliardi di euro, che non si può ritenere estranea a fenomeni epidemiologici, come purtroppo vediamo in tanti territori martoriati. Bene i sindaci impegnati più del normale per sanificare e ripulire strade e piazze. Ma gli addetti a questi lavori? In quali condizioni girano per strade solo ora un po’ più pulite? Nessuno finora si era interessato a loro. Hanno minacciato di fermarsi. Nessuna autorità ha citato il cruciale lavoro che stanno svolgendo da “coraggiosi”. 

Meno di medici e paramedici, certo, ma da tutelare per contenere anche il possibile contagio stando in strada. E pensare che migliaia di famiglie lasciano sacchetti con materiali provenienti da congiunti in quarantena. Un circuito socio-economico che aiuta ad allontanare rischi alla salute. Con la firma del protocollo con le imprese, gli addetti al servizio hanno ottenuto, dunque, tutele per le condizioni di lavoro. Il servizio rifiuti prosegue, dunque, regolarmente in tutta Italia. 

Utilitalia, Confindustria Cisambiente, Alleanza delle cooperative italiane, FISE Assoambiente si sono impegnate con CGIL, CISL, UIL ad assicurare condizioni di lavoro con dispositivi di protezione adeguati. L’onere, tuttavia riguarda anche Governo, Ministeri competenti, Protezione Civile, Regioni, ANCI che devono assicurare le forniture dei dispositivi in tempi rapidi. Non si fermano le strutture sanitarie, non si ferma la gestione dei rifiuti, in un momento così particolare. La lotta al coronavirus ha anche connotati ambientali.

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