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Coppa Italia, Juve-Milan: finale per la storia e l’Europa

I bianconeri vogliono entrare nella storia: mai nessuno ha vinto per due anni consecutivi scudetto e Coppa – I rossoneri invece vogliono salvare la stagione ed entrare in Europa League – Sulla carta non c’è partita e la Juve è strafavorita ma la gara secca è sempre un enigma e può sucedere di tutto – 60mila all’Olimpico – Ieri le due squadre sono state ricevute dal Papa

Coppa Italia, Juve-Milan:  finale per la storia e l’Europa

Chi per impreziosire la stagione, chi per salvarla o quantomeno provare a darle un senso. Sono lontani i tempi in cui Milan e Juventus snobbavano la Coppa Italia, impegnate com’erano ad affrontarsi in finali di ben altro livello. Ma 13 anni dopo Manchester le cose sono decisamente cambiate: rossoneri e bianconeri non si giocano più la Champions League, eppure il clima è quello delle grandi occasioni. Inutile dire che le squadre arrivano alla kermesse romana in maniera diversa, per non dire opposta

. La Juve, fresca vincitrice dello scudetto, punta al trofeo per rendere la sua stagione ancora migliore, il Milan invece, reduce da un settimo posto quantomai deludente, lo brama come l’ultima ancora di salvezza rimasta in circolazione.

Sulla carta non sembrerebbe proprio esserci partita ma nel calcio, si sa, è meglio non dare nulla per scontato. “Le finali sono partite secche, può succedere di tutto – ha confermato Allegri. – Il Milan ha l’ultima chance per entrare in Europa, ci troveremo di fronte una squadra ben diversa da quella del campionato. Inoltre quest’anno ci ha messo in difficoltà sia all’andata che al ritorno, sarà una gara molto equilibrata”.

Rispetto dell’avversario o semplice scaramanzia? Un po’ tutt’e due: il tecnico bianconero non ama il ruolo del favorito a prescindere, consapevole che nel calcio la fame fa spesso la differenza. Dall’altra parte però c’è un Milan ai minimi storici, reduce da una sconfitta con la Roma che ne ha messi a nudo tutti i limiti tecnici e psicologici. La settimana bianconera è passata all’insegna della serenità, quella rossonera invece è stata una vera e propria polveriera, con Brocchi protagonista di sfuriate (più mediatiche che effettive) tutt’altro che abituali.

“Ho visto negli occhi dei ragazzi qualcosa di diverso ma questa volta non mi faccio più fregare – il pensiero del tecnico. – Voglio che mi dimostrino sul campo ferocia e fame di vincere, mi aspetto che tutti diano il 110%. Una vittoria ci darebbe una grande soddisfazione ma non renderebbe positivo il nostro cammino, i problemi ci sono stati e non si cancellerebbero in un colpo solo”.

Brocchi è consapevole della superiorità della Juventus, eppure in cuor suo sembrerebbe credere nel colpaccio. Per la prima volta dal suo arrivo accantonerà il 4-3-1-2 “presidenziale” per passare a un 4-3-3 più logico ed equilibrato, destinato a trasformarsi in 4-5-1 in fase di non possesso. Davanti a Donnarumma ci saranno De Sciglio, Zapata, Romagnoli e Calabria, a centrocampo linea a 3 Kucka-Montolivo-José Mauri, a supporto del tridente offensivo composto da Honda, Bacca e Bonaventura.

Allegri, costretto a rinunciare allo squalificato Bonucci e agli infortunati Marchisio e Khedira, risponderà con il classico 3-5-2: Neto in porta (in Coppa Italia è sempre toccato a lui), Rugani, Barzagli e Chiellini in difesa, Lichtsteiner, Asamoah, Hernanes, Pogba ed Evra in mediana, Dybala e Mandzukic in attacco. Le squadre, ieri ricevute da Papa Francesco in Vaticano, verranno appoggiate da 60mila tifosi, pronti a riversarsi nella Capitale per colorare l’Olimpico con le proprie bandiera. Uno scenario perfetto per una finale, proprio come 13 anni fa: e pazienza se oggi, rispetto ad allora, non c’è in palio la Champions League.

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