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Consultazioni al via: Mattarella mette in conto due mesi per il nuovo Governo

Il primo giro si conclude giovedì 5 aprile con i partiti più importanti che saranno sentiti dal Colle – Difficilmente si arriverà subito a un incarico, probabile che si arrivi fino al terzo giro di consultazioni, con l’incognita delle regionali di fine aprile – La strategia del Quirinale: puntare sulle convergenze dei programmi.

Consultazioni al via: Mattarella mette in conto due mesi per il nuovo Governo

Sono partite, con la visita al Quirinale di Elisabetta Casellati, le attese consultazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I primi ad essere ascoltati, in vista della possibile formazione di una nuova maggioranza di governo, sono stati la presidente del Senato e il numero uno della Camera, Roberto Fico. I tempi per la formazione del nuovo esecutivo però non sembrano ancora maturi. M5S e Lega non hanno ancora scoperto del tutto le proprie carte e sono ferme ai veti incrociati sul coinvolgimento o meno di Forza Italia e Pd, con l’incognita delle regionali di fine aprile in Molise e Friuli Venezia Giulia.  Dopo la nomina dei presidenti delle Camere e la sosta pasquale, il momento clou è arrivato: il primo giro di consultazioni con le forze politiche parte oggi e si conclude – con gli incontri con i leader più rappresentativi – giovedì 5 aprile. Vista la situazione, sembra molto probabile che si renda necessario un secondo giro di colloqui o forse anche un terzo. Tanto che, secondo le indiscrezioni, il presidente Mattarella avrebbe messo in conto fino a due mesi per la formazione effettiva del nuovo Governo.

La strategia del Colle è chiara: puntare sui programmi. Visto che il gioco delle parti sta offrendo un muro contro muro che difficilmente porterà alla formazione naturale di una maggioranza, Mattarella proverà a superare i tatticismi chiedendo ai leader che incontrerà proposte e indicazioni programmatiche per assicurare al Paese un governo all’altezza dei problemi: “Mi faccio portavoce delle esigenze dei cittadini”, ha detto il Capo dello Stato. Un modo dunque per misurare irriducibili distanze o possibili convergenze fra vincitori e vinti del 4 marzo, sperando che partendo dai programmi possa nascere un’alleanza solida in Parlamento. L’obiettivo è quindi di formare un governo di legislatura, cercando di evitare governi “di tutti” o “di scopo” ed eventuali ritorni alle urne, che però non possono essere al momento esclusi.

I primi ad essere stati ricevuti al Quirinale sono la neo presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e quello della Camera Roberto Fico, che seguendo l’ormai immancabile retorica a 5 Stelle è arrivato da Mattarella a piedi. Sempre oggi tocca al presidente emerito Giorgio Napolitano, mentre nel pomeriggio si comincia con le consultazioni dei gruppi: inizia la delegazione del gruppo “Per le Autonomie (SVP-PATT, UV)”; poco più tardi sono attesi gli esponenti del Gruppo Misto di Palazzo Madama e poi sarà la volta del Gruppo Misto della Camera, il cui presidente è un esponente di LeU, Federico Fornaro. Chiude la giornata la delegazione di Fratelli d’Italia.

Il clou è però per domani, giovedì 5 aprile, quando saliranno al Colle, nell’ordine, Partito Democratico, Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle. Proprio queste ultime due forze sono quelle che hanno mostrato i primi segnali d’intesa con le nomine dei presidenti delle Camere: il nodo però è l’alleanza – sempre solida – tra Salvini e Berlusconi, che non va a genio ai grillini. Di Maio ha detto più volte che un’intesa con Berlusconi è da escludere e che dovrà essere lui il premier, come espresso dal voto popolare lo scorso 4 marzo. “Si parte dal centrodestra, dialogando anche con M5s ma senza veti”, ha detto Salvini, mentre il forzista Antonio Tajani va all’attacco: “Di Maio usa metodi antidemocratici e non mostra rispetto per i quasi 5 milioni di cittadini che li hanno votati”. “Sono parole infantili, puerili”, ha ribattuto il leader M5S.

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