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Consob: da oggi in Borsa i ribassisti devono comunicare le loro operazioni

di Ugo Bertone – La Borsa apre in rosso perdendo più dell’1% ma poi lima le perdite – Nuovo record (264 pb) per lo spread Btp-Bund – Il giro di vite di Vegas anticipa il summit europeo che affronterà anche l’emergenza Italia – Il Ft avverte che “gli hedge americani scommettono contro i Btp, ma se si esagera la Ue dovrà intervenire”

Avvio di seduta in ribasso per Piazza Affari, zavorrata da banche, gruppo Fiat e galassia Berlusconi. L’indice FTSE Mib si conferma sotto quota 19.000 punti e lascia sul terreno oltre un punto percentuale. La forbice tra Btp e Bund, intanto, è schizzata oltre quota 260 punti.

Dopo il sell-off di venerdì scorso e nonostante l’intervento della Consob per rendere più trasparenti le posizioni short, prosegue la flessione delle banche, con UniCredit e Intesa Sanpaolo in calo di circa un punto percentuale.

Male Mediaset dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha condannato Fininvest a pagare a Cir 560 milioni. Mondadori cede circa due punti percentuali.

Cir vola: +4% circa. FIAT cede il 2,5% circa, FIAT INDUSTRIAL è in asta di volatilità con un ribasso teorico di oltre sei punti percentuali.

CONSOB: DA OGGI I RIBASSISTI DEVONO DICHIARARE LO SCOPERTO
ASSOSIM: UN BUON COMPROMESSO; CARDIA: MEGLIO LO STOP

La Consob ha approvato un nuovo regime in materia di vendite allo scoperto. «A partire da stamane gli investitori che detengano posizioni ribassiste rilevanti sui titoli azionari negoziati sui mercati regolamentati italiani sono tenuti a darne comunicazione», recita la nota ufficiale diffusa al termine della riunione tenutasi fino alla tarda sera di ieri alla ricerca di misure efficaci per tamponare la frana dei titoli delle banche italiane quotate, Unicredit in testa. Il provvedimento resterà in vigore fino al 9 settembre 2011. Il provvedimento, spiega l’autorità di vigilanza sui mercati «rafforza i poteri di vigilanza della Consob nell’attuale fase di mercato, caratterizzata da un elevato livello di volatilità nell’andamento delle quotazioni. In particolare, dovranno essere rese note alla Consob le posizioni nette corte relative ai titoli azionari delle società quotate in Italia, quando superino determinate soglie quantitative. Il primo obbligo di comunicazione scatta al raggiungimento di una posizione netta corta uguale o superiore allo 0,2% del capitale dell’emittente. Successivamente l’obbligo si attiva per ogni variazione pari o superiore allo 0,1% del capitale».

Secondo l’Assosim si tratta di «un’ottima soluzione di compromesso»; meglio una disciplina basata sulla trasparenza che un divieto, insomma. Anche se l’Associazione italiana degli intermediari mobiliari ritiene che in situazioni di emergenza un obbligo di disclosure sia da preferire a un divieto. Assosim auspica peraltro un intervento al riguardo da parte dell’Esma, l’Autorità europea di controllo dei mercati, «al fine di estendere l’obbligo a tutti gli intermediari dell’Unione Europea ed evitare in tal modo il rischio di arbitraggi normativi». Nel pomeriggio di oggi era intervenuto sul tema anche l’ex presidente della Consob Lamberto Cardia secondo il quale le vendite allo scoperto «in presenza di una situazione di grave crisi andrebbero totalmente vietate per il periodo necessario o al massimo consentite nell’ambito della giornata». Per l’ex presidente, che all’indomani del crack della Lehman Brothers limitò le vendite allo scoperto entro i tre giorni, «è preferibile una riduzione per brevi periodi dei movimenti di mercato piuttosto che assistere ai gravi danni che si determinano a carico di società quotate, anche strategiche per il paese».

L’FT: “HEDGE USA SCOMMETTONO CONTRO I BTP”
“MA SE SI ESAGERA LA UE DOVRA’ INTERVENIRE”

Gli hedge fund americani stanno scommettendo sul crollo dei titoli di Stato italiani., La conferma viene dal Financial Times che, citando fonti di mercato, avvalora l’ipotesi di un attacco concertato a Btp e Cct tramite la tecnica, sperimentata con successo nel caso della Grecia: si compra un cds provocando un calo parallelo dei titoli di Stato rispetto al Bund. Si vende così allo scoperto salvo ricoprirsi il giorno dopo sul mercato, estremamente liquido, di Btp e Cct. “Ci sono ragioni tecniche e fondamentali che lasciano pensare che lo spread dei titoli italiani possa salire ancora “ dichiara al Financial Times Gary Jenkins, responsabile della ricerca sui mercati obbligazionari di Evolution Securities. “Ma il gioco della speculazione contro i bond italiani – aggiunge – rischia di diventare pericoloso proprio nel momento in cui diventa più redditizio: se la situazione italiana diventa troppo cattiva, l’Europa dovrà senz’altro fare qualcosa”.

DRAGHI PRIMO NELLA CLASSIFICA DI FINANCIAL NEWS
NON ERA MAI SUCCESSO AD UN BANCHIERE CENTRALE

Nella classifica di Financial News dei 100 uomini più potenti della finanza europea spunta in cima alla lista il nome di Mario Draghi. Non era mai successo in precedenza che un “regulator” capitanasse la selezione tra i banchieri più potenti del Vecchio Continente. Nella top ten i banchieri centrali sono tre.

I GRANDI A CONSULTO A BRUXELLES SUL BEL PAESE?
LA UE SMENTISCE, MA E’ CONVOCATO ANCHE TRICHET

Nel primo pomeriggio di ieri l’agenzia Reuters aveva diffuso la notizia di una convocazione per lunedì mattina di una riunione d’emergenza del Consiglio per discutere della crisi del debito nell’Eurozona e degli attacchi speculativi all’Italia. La notizia è stata poi smentita dal portavoce del presidente del Consiglio Herman Van Rompuy, Dirk De Backer, secondo il quale l’incontro «è di routine, per preparare l’Eurogruppo, e non di emergenza per parlare dell’attacco all’Italia sui mercati». «Si tratta di una riunione di coordinamento settimanale tra il presidente Van Rompuy ed il presidente della Commissione europea Josè Manuel Durao Barroso», ha chiarito il portavoce.

Dal momento che la riunione è «sull’attualitá economica e finanziaria», Van Rompuy ha deciso di convocare anche il presidente della Bce Jean- Claude Trichet, il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, il commissario agli affari economici e monetari Olli Rehn e il direttore del Tesoro italiano Vittorio Grilli, nella sua veste di presidente del Comitato economico e finanziario europeo, ha sottolineato ancora De Backer. Nonostante la smentita, comunque, secondo gli osservatori non è escluso che si parli anche dell’Italia e della sua fragilità di fronte agli attacchi speculativi.

L’FT. IL DEFAULT DELLA GRECIA NON E’ PIU’ UN TABU’
OGGI L’EUROGRUPPO ESAMINA L’OPZIONE TEDESCA

I ministri dell’Eurogruppo aprono alla possibilità di un default parziale della Grecia. La prima bozza di un piano alla “tedesca” sarà discusso oggi a Bruxelles, rivela il Financial Times che aggiunge che, nella riunione romana dell’Iif tra i grandi banchieri, è stata in pratica bocciata la soluzione francese di un allungamento “volontario” delle scadenze del debito a carico delle banche, già colpita dal secco no di S&P’s. Prende perciò quota la strada di un default parziale combinato con altre misure in aiuto di Atene: un robusto buy back di obbligazioni greche (almeno il 10 per cento) e l’abbassamento dei tassi su una parte del debito. Il punto debole del piano sta nei tempi: difficile che un intervento di questo genere possa prender forma prima di fine estate. Ma un segnale in quella direzione, assicura il giornale britannico, potrebbe alleggerire la pressione su tutto il mercato della zona euro, a partire dai Btp e dai Bonos spagnoli.

USA, IL BRACCIO DI FERRO SUL BUDGET CONTINUA
OGGI OBAMA LANCIA LA SFIDA AI REPUBBLICANI IN TV

Sono andate avanti fino a notte le trattative tra Barack Obama e i leader del Congresso sulla definizione del nuovo deficit del budget federale, Un accordo andrà trovato entro il 2 agosto, pena la paralisi della macchina amministrativa Usa. Ma le parti sono lontane, anche se il presidente intende chiudere la maratona senza sosta entro i prossimi dieci giorni. Anzi, la Casa Bianca ha annunciato per stamane alle 11, ora di Washington, una conferenza stampa in tv. “Volete un miniaccordo che non risolva la questione? – dirà il presidente – Provateci”. “Il problema – ha spiegato in tv Tim Geithner, segretario al Tesoro – è che i repubblicani vogliono parlare solo di tagli alla spesa, senza metter nel conto una sola entrata in più”. Così la Casa Bianca risponde allo speaker repubblicano del Congresso, John Boehmer, che ha dichiarato che non intende più perder tempo a trattare sull’obiettivo di una riduzione del deficit per 4 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni, come chiesto dalla presidenza. Meglio concentrarsi su un programma più limitato, non più di 2 miliardi.

AVVIO DEBOLE PER LE BORSE D’ASIA.
EURO GIU’ OGGI PRENDONO IL VIA LE TRIMESTRALI USA

Mercati deboli oggi in Asia. Pesa la crisi greca, ancor di più l’attacco speculativo al debito italiano, Sullo sfondo c’è forte attesa, dopo i deludenti dati sull’occupazione Usa di venerdì scorso, per l’avvio della campagna delle trimestrali Usa. Si comincia, come da tradizione, con i conti di Alcoa che arriveranno sui mercati europei nel primo pomeriggio. Intanto la Borsa di Tokyo segnala un calo dello 0,7%, Hong Kong dello 0,9% nonostante la debolezza delle grandi banche. I mercati cinesi sono condizionati dalle notizie sull’inflazione, balzata a un nuovo massimo del 6,4% e dall’andamento dell’export, cresciuto “solo” del 17,6% ma a fronte di un incremento dell’import del 19,3. In calo l’euro (1,4127 nei confronti del dollaro) che scende contro 14 valute sulle 16 trattate nei listini d’Oriente.

DOPO IL VENERDI’ NERO LA BORSA DI MILANO
GiUDICA LA SENTENZA SUL LODO MONDADORI

Riflettori accesi su Cir e sui titoli della galassia Fininvest dopo la sentenza che condanna l’ammiraglia di Silvio Berlusconi a rifondere 560 milioni alla Cir. C’è da verificare, innanzitutto, quale sarà la reazione della finanziaria guidata da Rodolfo De Benedetti che ha già anticipato di non voler utilizzare, prima della sentenza definitiva della Cassazione, la cifra che si accinge a sequestrare. Più articolato il discorso sotto i tetti della Fininvest. Premesso che il gruppo ha i mezzi per far fronte alla mazzata, sarà interessante verificare l’impatto suil titolo Mediaset e su Mediolanum. Ennio Doris non ha mai nascosto di esser pronto ad acquistare la quota Fininvest nella finanziaria, qualora la famiglia Berlusconi decidesse di vendere. Intanto, però, la sfida giudiziaria è tutt’altro che finita: i legali del premier stanno studiando le mosse per congelare il rimborso. Ogni congettura di stampo finanziario, dunque, rischia di essere prematura.

Intanto Piazza Affari riparte dopo il venerdì nero. La Borsa di Milano ha infatti chiuso i battenti per il fine settimana dopo una seduta drammatica con l’indice FtseMib in ribasso del 3,4%. Le vendite si sono accanite sui titoli azionari italiani e sui titoli di Stato, con il rendimento del Btp decennale salito di 10 punti base al 5,26% e lo spread con il Bund tedesco ampliato al nuovo massimo storico (dalla istituzione dell’euro) di 245 punti base. L’Italia è diventata il nuovo bersaglio privilegiato della speculazione internazionale che da un anno e mezzo attacca sistematicamente l’euro; il rendimento del Bono, il bond decennale spagnolo, è salito di 6 punti base, meno del Btp. Sono scesi, invece i rendimenti di Germania (-12 punti), Francia (-6 punti) e Gran Bretagna (-9 punti). L’euro è sceso nei confronti del dollaro a 1,425, da 1,436 di ieri sera, ed è precipitato nei confronti del franco svizzero, salito a 1,1939 da 1,2128 (+1,4%). Sul mercato azionario sono andate a picco le principali banche: Unicredit -7,8%,Intesa -4,5% Ubi 5,8%.

JAIN, UN INDIANO AI VERTICI DI DEUTSCHE BANK
SARA’ UNO DEI DUE SUCCESSORI DI ACKERMAN

L’indiano Anshu Jain sarà uno dei due amministratori delegati di Deutsche Bank a partire dal 2012, quando Joseph Ackerman lascerà la guida della banca più potente dell’Unione Europea, posto a cui sembrava destinato Azel Weber prima che l’ex presidente della Bundesbank scegliesse la guida di Ubs. La decisione è stata presa nel corso del week end dal comitato nomine della banca che non ha avuto esitazioni nello scegliere Jain, il “mago” della banca d’affari da cui dipende la maggior parte degli utili dell’istituto. Ma Jain, che tra l’altro parla un tedesco poco più che elementare, non può essere certo l’unico leader della banca più rappresentativa della Germania. Accanto a lui, perciò, ci vuole un tedesco. Probabilmente Juergen Fitschen che però non ha superato le perplessità di Werner Wenning, già ceo di Bayer, che ha chiesto un supplemento di riflessione.

Comunicato della Consob

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