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Confindustria, Squinzi e la nuova politica industriale: credito alle imprese, fisco e debiti P.A.

Nella sua prima relazione all’Assemblea degli industriali, il neo presidente Giorgio Squinzi parla di quattro priorità: la riforma della Pubblica amministrazione, i “pagamenti dei debiti della P.A.”, i “tagli alla spesa pubblica” e il “credito alle imprese” – La riforma del lavoro “non convince” – Il fisco? “Una zavorra insopportabile”.

Confindustria, Squinzi e la nuova politica industriale: credito alle imprese, fisco e debiti P.A.

Chiediamo di aprire un confronto per una nuova politica industriale che consenta a questo Paese una vera prospettiva di crescita“. E’ questo l’appello che il neo presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha lanciato oggi al Governo nella sua prima relazione all’Assemblea degli industriali.

Per Squinzi, Governo e Parlamento “devono agire” su “quattro urgenze assolute“: la riforma della Pubblica amministrazione (“madre di tutte le riforme”), i “pagamenti dei debiti della P.A.“, i “tagli alla spesa pubblica” per abbassare le tasse e rilanciare i consumi, e il “credito alle imprese“, perché la restrizione di liquidità “sta soffocando il tessuto produttivo”. Proprio sul fronte del credito, Squinzi ha chiesto “alle banche e allo Stato uno sforzo aggiuntivo”.

Il nuovo leader degli industriali ha sottolineato che “occorre lavorare moltissimo” e “avere sempre l’ossessione della crescita“. Fin qui la stagnazione del nostro Paese  “è stata determinata soprattutto dalla difficoltà di fare impresa”: in primo luogo la “lentezza” della burocrazia, ma anche i “lunghissimi” e “incerti” tempi della giustizia, “l’insopportabile” carico fiscale e la “mancanza” di infrastrutture adeguate. Tutti “mali antichi” dell’Italia.

IMPRESE: ASSOLUTAMENTE CONTRARI ALLA COGESTIONE

“Siamo assolutamente contrari a ogni imposizione per legge di forme di cogestione o codecisione”, ha chiarito Squinzi in riferimento all’ipotesi di partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’azienda.

“In quattro mesi di confronto con le parti sociali – ha aggiunto – il governo non ha mai dichiarato l’intenzione di voler chiedere al parlamento una delega sui temi della cosiddetta ‘democrazia economica’, cioè sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. A sorpresa scopriamo, tra gli emendamenti approvati dal Senato, una norma che delega al governo la disciplina in materia. Su questi temi voglio dire con chiarezza che siamo assolutamente contrari”.

RIFORMA DEL LAVORO NON CONVINCE, AVANTI CON SPENDING REVIEW E PAGAMENTI P.A.

Se la riforma delle pensioni è stata “severa, ma necessaria”, Squinzi ritiene che quella sul mercato del lavoro “appaia meno utile alla competitività del Paese e delle imprese di quanto avremmo voluto. E’ una riforma che modifica il sistema in più punti, ma a nostro giudizio non sempre in modo convincente”.

Sul fronte della spesa pubblica, “non possiamo accontentarci di una spending review che sia solo una bella analisi dei tagli possibili – ha detto il Presidente di Confindustria -. Occorre un impegno serio, determinato, continuo per ridurre la spesa pubblica. Servono tagli veri”.

Quanto alla certificazione dei crediti delle imprese e alle compensazioni rispetto ai debiti iscritti a ruolo, “sono state prese misure importanti”, ma “ora ci aspettiamo che lo Stato acceleri davvero i pagamenti, sia per quello che riguarda il debito pregresso, sia per quello che riguarda le nuove forniture. Non possiamo più accettare che le imprese falliscano perché devono pagare le tasse per forniture fatte allo Stato e che lo Stato non ha pagato. Non possiamo accettare che lo Stato ritardi persino i rimborsi dei crediti Iva”.

FISCO ZAVORRA INTOLLERABILE, GIU’ LE TASSE SU LAVORO E IMPRESE

Secondo Squinzi, il fisco in Italia rappresenta una “zavorra intollerabile”. Per questo “occorre dare concreta prospettiva di riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro. E’ il momento di invertire la rotta: c’è urgente bisogno di riformare il fisco”.

Per essere “efficiente”, un sistema tributario “deve essere stabile”, ma “in Italia le regole fiscali cambiano ogni mese”, ha detto il nuovo presidente degli industriali. La riforma fiscale va fatta “con cura ed attenzione, come auspichiamo che possa accadere con il disegno di legge delega per la riforma del sistema tributario recentemente approvato dal Governo”.

Per abbassare le tasse su imprese e lavoro, Squinzi ha una ricetta precisa: “I proventi della lotta all’evasione, che è sacrosanta, devono essere utilizzati per ridurre la pressione fiscale su chi produce ricchezza, ossia sul lavoro e sull’impresa”. E, per questo, “diciamo no a nuovi balzelli o a tasse fantasiose che creerebbero solo incertezza e sfiducia”. Dati alla mano, il presidente di Confindustria ha ricordato che, nel 2011, il total tax rate, inclusivo di tutte le tasse e i rilievi gravanti su una piccola impresa, “era pari in Italia al 68,5%, contro il 52,8% in Svezia, il 46,7% in Germania, il 37,3% nel Regno Unito”. 

CONTRATTI: SERVE UNITA’, ATTUARE ACCORDO 28 GIUGNO

“Mai come oggi le imprese hanno bisogno di un buon sistema di relazioni industriali che permetta di lavorare su progetti condivisi all’insegna di una forte unità di azione – ha sottolineato ancora Squinzi -. E’ essenziale dare attuazione a quanto abbiamo condiviso con i sindacati nell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011″, ma “dobbiamo dirci con chiarezza che le regole non bastano. Vanno superati deficit culturali e di comportamento”.

Il presidente di Confindustria ha inoltre insistito sulla contrattazione aziendale, che deve essere incentivata “laddove sia realmente e strettamente collegata con la produttività e la redditività”, perché “questa rimane la via maestra per generare valore per le imprese e le persone che vi lavorano”. Tutte le imprese, dunque, “devono avere la possibilità e gli strumenti – ha concluso – per avere un vestito contrattuale su misura”.

RIVEDERE STRUTTURA CONFINDUSTRIA, MA NO SCONVOLGIMENTI

Per il nuovo presidente, la struttura di Confindustria, il suo meccanismo di funzionamento e le sue articolazioni sul territorio “devono essere riviste” e “rese maggiormente efficienti e adeguate ai tempi”. Un compito da svolgere “con equilibrio, senza sconvolgere un sistema che è necessario e ha funzionato bene. Ma dobbiamo farlo. Su questo lavorerà una commissione presieduta da un imprenditore che stimo, Carlo Pesenti. E mi impegnerò io stesso, nei tempi e nei modi adeguati, consultando e coinvolgendo la base imprenditoriale”.

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