Malgrado le aggressioni e le intimidazioni fasciste, il “Cinema in Piazza”, che con 100 proiezioni gratuite in tre arene della Capitale ha animato le serate d’estate di Roma, grazie alla brillante organizzazione dei ragazzi del Cinema America e alla presenza di registi, attori e cineasti di prima grandezza, non è stato solo un evento pubblico ben riuscito ma un esempio di imprenditoria culturale di successo che merita di essere studiato. Sono i numeri a dirlo: boom di pubblico, di sponsor e bilanci in netto attivo. E non per caso anche le grandi testate giornalistiche internazionali – dal Times al Nouvel Observateur, dal Guardian al New York Times – hanno acceso i loro riflettori sul Cinema America.
Secondo i dati preliminari forniti dall’Associazione “Piccolo America” che promuove e gestisce il “Cinema in Piazza” sia nel cuore di Roma (in piazza San Cosimato a Trastevere) che nelle lontane periferie (al Casale della Cervelletta a Tor Sapienza e al Porto Turistico di Ostia, bene confiscato alla criminalità dal Tribunale di Roma) gli spettatori che nei mesi di giugno e luglio hanno assistito alle proiezioni all’aperto nelle 3 arene sono stati oltre 100 mila con una crescita del 37% rispetto al 2018, quando gli spettatori totali erano stati 150 mila ma con il doppio delle proiezioni.
Dal 2015, quando cominciarono le proiezioni di film in piazza, gli spettatori sono stati in totale 420 mila e hanno fatto dei ragazzi del Cinema America (leggi l’intervista al fondatore Valerio Carocci) e delle loro inconfondibili magliette bordeaux, contro cui si è scagliata la violenza dell’estrema destra, un simbolo di partecipazione democratica, di antifascismo mite, di riscossa civile e di solidarietà civica contro la solitudine e l’emarginazione delle periferie.
Oltre agli spettatori, in netta crescita risultano anche gli sponsor che hanno capito l’importanza del “Cinema in Piazza” e che sono per metà pubblici e per metà privati: ai finanziatori storici rappresentati dalla Regione Lazio, dalla Siae, dalla Bnl Bnp Paribas e dall’Ipab Asilo Savoia, si sono aggiunti quest’anno l’Alitalia, la Camera di Commercio di Roma, la Fondazione Cultura e Arte-Terzo Pilastro e la società di calcio As Roma. Partner dell’evento sono anche l’Ente regionale Roma natura e il Porto turistico di Roma nonchè il Ministero dei Beni culturali e quello dell’Istruzione.
Proprio il successo di pubblico e i conti in ordine dell’associazione “Piccolo America”, fondata e presieduta da Valerio Carocci, che è la vera anima della novità che sta vivacizzando il mondo della cultura di Roma, rappresentano la base per dare continuità e per dare un futuro alle nozze tra cinema e cittadini. Grazie alle donazioni e alla vendita di oltre 7 mila magliette bordeaux a offerta libera l’associazione ha chiuso il bilancio 2018 con utile di oltre 50 mila euro, dopo aver quasi triplicato il fatturato dell’anno precedente, e tutto lascia supporre che nel 2019 i conti vadano ancora meglio.
Ma che cosa faranno i ragazzi del Cinema America quando l’estate sarà finita? Il progetto è ambizioso ma è già tracciato: ristrutturare e rivitalizzare la storica sala Troisi – dirimpettaia del Nuovo Sacher di Nanni Moretti – e farne la punta di diamante di un progetto di cinema diffuso che dovrebbe coinvolgere altre sale storiche di Trastevere e far brillare – con un’avvenistica proiezione di immagini – i ponti sul Tevere che circondano il cuore di Roma.