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Cile: opportunità di investimento sui macchinari industriali

Il Paese sudamericano presenta un ambiente commerciale sostenuto da istituzioni solide, basso indice di corruzione e politiche macroeconomiche efficaci – Il debito relativamente basso permette di attuare misure di stimolo fiscale considerevoli pari al 5% del Pil

Cile: opportunità di investimento sui macchinari industriali

Come conseguenza della pandemia Covid, tutte le principali regioni in via di sviluppo hanno subito un forte calo della crescita del Pil e la situazione è ancora precaria con le infezioni che continuano a diffondersi gravando sui sistemi sanitari. Tuttavia, all’inizio del 2021 un certo numero di mercati emergenti è riuscito a tenere sotto controllo il virus, espandendo rapidamente la propria capacità di test e trattamento, attuando lockdown locali se necessario. Inoltre, diversi vaccini sono nelle fasi finali di approvazione, mentre altri sono già in distribuzione. Con la lenta riapertura delle economie, la domanda repressa e la ripresa delle esportazioni, la speranza per quest’anno è una rinnovata crescita del Pil. In questo scenario i mercati promettenti vengono identificati sulla base di tre criteri:

  • il ritmo della ripresa del Pil sulla scia della crisi del Covid-19
  • un numero relativamente basso di casi di Covid-19 (per 100.000 abitanti)
  • condizioni politiche e istituzionali stabili

Di tutte le regioni dei mercati emergenti, l’America Latina è stata la più colpita dalla pandemia, sia in termini di casi di infezione che di tassi di mortalità: la ripresa sarà parziale e disomogenea, a seconda della disponibilità sul fronte fiscale che i governi hanno per sostenere le proprie economie, quanto efficacemente i vaccini possono essere distribuiti, e quanto un paese è dipendente dal turismo. Atradius sottolinea come il Cile abbia un ambiente commerciale interessante, sostenuto da istituzioni solide, basso indice di corruzione e politiche macroeconomiche efficaci. Anche se l’economia è stata colpita dalla pandemia, ha comunque dimostrato di essere resistente allo shock, ben preparata per una robusta ripresa nei prossimi anni: l’economia è relativamente diversificata, con la più elevata quota di attività lavorative a distanza della regione. La ripresa è iniziata nelle vendite al dettaglio e nel settore manifatturiero nel terzo trimestre del 2020, nonostante turismo e alberghiero continuano ad essere deboli. Le entrate dall’export hanno beneficiato di una ripresa del prezzo del rame, il principale prodotto di esportazione. Il rollout dei vaccini è iniziato e dovrebbe essere uno dei più veloci della regione.

In Cile, all’inizio della pandemia è stato implementato un modello di quarantena ben calibrato e dinamico; tuttavia, un allentamento affrettato delle restrizioni alla mobilità ha dovuto essere ristretto a maggio, quando il numero di nuovi casi giornalieri ha ricominciato a salire. Raggiunto il picco lo scorso giugno, i casi hanno iniziato a diminuire di seguito, consentendo una graduale riapertura. La contrazione economica nel 2020 è stata maggiore del previsto inizialmente, anche in presenza di grandi stimoli politici espansivi e per quest’anno Coface prevede un rimbalzo dell’economia. In primo luogo, gli stimoli fiscali in corso non saranno completamente rimossi, compresi 2 miliardi di dollari di sovvenzioni volte a creare nuovi posti di lavoro e recuperare quelli persi durante i mesi di blocco. Ciò si aggiunge a un piano di 34 mld sulle opere pubbliche per il periodo 2020-2022 (circa il 14% del Pil 2019). Inoltre, i consumi delle famiglie dovrebbero essere sostenuti anche dal lento miglioramento del mercato del lavoro e dal tasso d’inflazione relativamente basso. Per quanto riguarda il commercio estero, le esportazioni saranno rafforzate dalla graduale ripresa dell’attività globale, in particolare in Cina, principale partner, e dal prezzo del rame.

Le partite correnti hanno registrato una correzione significativa nel 2020, principalmente a causa di un forte avanzo commerciale (sostenuto dalle esportazioni minerarie e dal calo delle importazioni dovuto al crollo dell’attività interna). Per quanto riguarda il finanziamento, gli IDE netti sono rimasti positivi, anche se inferiori alle aspettative. Per quanto riguarda il debito estero, si è attestato intorno all’82% del Pil nel terzo trimestre 2020, il 67% del quale detenuto dal settore privato. La posizione netta negativa degli investimenti internazionali è ancora a un livello moderato, a circa -13,8% del Pil nel terzo trimestre 2020, principalmente a causa dell’esistenza di investimenti dei fondi pensione rilevanti all’estero (34% del Pil a settembre 2020). Inoltre, nel maggio 2020 l’FMI ha approvato una linea di credito flessibile precauzionale di 23,8 mld. Infine, non va dimenticato che il Cile detiene circa 38 mld di riserve in valuta estera in grado di coprire circa 8 mesi di importazioni, mentre il Tesoro ha detenuto circa 22 mld in fondi sovrani alla fine di settembre 2020. Tuttavia, è importante notare che lo scorso luglio il Congresso ha approvato una legge che consente un prelievo una tantum del 10% dai risparmi pensionistici su un conto di capitalizzazione individuale (un secondo disegno di legge di prelievo simile è in discussione al Congresso). Per quanto riguarda il conto fiscale, il disavanzo di bilancio si è notevolmente ampliato nel 2020 come effetto collaterale del crollo del Pil e del forte stimolo fiscale attuato. Secondo gli analisti, il governo continuerà a gestire un deficit elevato nel 2021, in linea con le pressioni sociali per una maggiore spesa fiscale.

In risposta all’insoddisfazione dell’opinione pubblica, che ha scatenato le violente proteste nel quarto trimestre 2019, lo scorso ottobre il Cile ha tenuto un referendum sull’opportunità di sostituire con una nuova costituzione quella imposta negli anni ’80 dalla dittatura di Pinochet. In questa occasione, i cileni hanno votato a stragrande maggioranza a favore di procedere con la riscrittura e attraverso una Convenzione costituzionale pienamente eletta. L’11 aprile prossimo la popolazione sceglierà l’organo costituzionale di 155 membri: l’organismo inizierà quindi le discussioni nel secondo trimestre dell’anno e avrà fino a un anno per redigere la nuova costituzione. Sebbene ogni clausola debba essere approvata dai due terzi dei suoi membri, l’incertezza sul contenuto rimarrà elevata, dal momento che il referendum obbligatorio sulla ratifica avrà luogo solo nel 2022. Nel complesso, si prevede che la nuova costituzione rafforzerà il ruolo dello Stato nella fornitura di servizi sociali.

Nonostante la maggior parte dei paesi Latam abbia uno spazio fiscale limitato per sostenere la propria economia, il Cile detiene una delle posizioni fiscali a medio termine più solide: il debito pubblico relativamente basso gli permette di attuare misure di stimolo fiscale considerevoli (5% del Pil); inoltre il sistema finanziario è ben protetto dagli shock esterni, con standard di credito conservativi e una credibilità della Banca Centrale consolidata. Il Cile ha sofferto di deflussi di capitale nelle prime fasi della pandemia, ma l’accesso sia per istituzioni pubbliche che per imprese private è stato rapidamente ripristinato, sostenuto dalla linea di credito dell’Fmi e da due fondi sovrani. Per le imprese e gli investitori i settori che presentano le maggiori opportunità in Cile sono l’agricoltura, l’imballaggio e i prodotti farmaceutici: la domanda di macchinari e tecnologia industriale va progressivamente aumentando.

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