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Ciclismo, Valverde vince anche la Liegi e si conferma re delle Ardenne

Lo spagnolo bissa il successo nella Freccia Vallona. Nibali ci prova ma le game lo tradiscono. Archiviate le classiche monumento, è ormai tempo di Giro con Contador super favorito: Aru, Porte e Uran i suoi avversari più accreditati

Ciclismo, Valverde vince anche la Liegi e si conferma re delle Ardenne

Lo davano per superfavorito della Liegi-Bastogne-Liegi e Alejandro Valverde non ha deluso le attese infilando tutti sul traguardo della centunesima Doyenne: per il campione spagnolo è uno strepitoso tris nell’ultima classica del Trittico delle Ardenne che l’aveva già visto vincitore nel 2006 e nel 2008. Un altro capolavoro che viene a tre giorni di distanza dal suo terzo trionfo nella Freccia Vallona. Come sul Mur d’Huy mercoledì, Valverde ha preceduto ieri – sul traguardo di Ans (Liegi) – per la seconda volta Julian Alaphilippe, che si conferma come la nuova promessa francese per le corse di un giorno. 

Sul terzo gradino del podio è salito Joaquin Rodriguez, che fino all’ultimo forte dell’appoggio dei due compagni Katusha, Moreno e il nostro Caruso, ha sperato di fare il colpaccio ai danni di Valverde, il connazionale della Movistar con il quale Purito ha ruggini antiche, acuite dalla rabbiosa delusione del mondiale fiorentino vinto da Rui Costa e perso da Rodriguez che accusò Valverde di tradimento. Per gli italiani una Doyenne senza molte luci. Nibali ci ha provato sulla Cote de Saint Nicolas ma lo Squalo non aveva le gambe delle giornate migliori. 

E’ così finito risucchiato e scavalcato nell’offensiva finale orchestrata dalla Movistar e dalla Katusha. E nella bagarre in vista dell’arrivo Valverde si è dimostrato di gran lunga il più forte, confermandosi il padrone assoluto delle Ardenne chiudendo trionfalmente una settimana che ha coinciso anche con il suo compleanno il 25 aprile. Già nell’Amstel Gold Race era andato a un soffio dalla vittoria bruciato allo sprint solo da Michal Kwiatkowski: sarebbe stato un “triplete” che in passato è riuscito solo a Davide Rebellin nel 2004 e a Philippe Gilbert nel 2011. Meglio di così, comunque, Valverde non avrebbe potuto però festeggiare i suoi 35 anni, una escalation di successi che rende un po’ anacronistica l’etichetta di eterno piazzato che il murciano si è visto affibbiare per la quantità di podi conquistati senza mai salirvi sul gradino più alto. 

Nei grandi giri Valverde ha avuto sempre la giornata storta che l’ha messo fuori dei giochi anzitempo. Solo nella Vuelta Valverde è riuscito a essere un protagonista e la Vuelta è anche l’unica grande corsa a tappe vinta nel 2009 dallo spagnolo che nelle sue nove partecipazioni ha anche conquistato due secondi posti (2006 e 1012) e tre terzi posti (2003-2013-14) vincendo in tutto otto tappe.  Valverde è anche il ciclista che è salito più volte (sei) sul podio della corsa in linea dei campionati del mondo senza aver mai vinto, con due secondi e quattro terzi posti. Numeri e longevità agonistica che fanno di Valverde un top player del ciclismo mondiale. Archiviate le classiche-monumento di primavera con lui e Degenkolb unici ciclisti a vincerne due a testa, la stagione del pedale entra nel vivo delle grandi corse a tappe con il Giro che partirà tra una decina di giorni. 

Nella corsa rosa non ci sarà lo scontro stellare – previsto al Tour – dei fantastici quattro. Quintana, Nibali e Froome non saranno al via. Dei grandi dominatori di Giri e Tour ci sarà solo Alberto Contador, il “pistolero” che punta quest’anno a una doppietta storica centrando maglia rosa e maglia gialla. Il fuoriclasse spagnolo si presenta a Sanremo con tutti i favori del pronostico. Dovrà vedersela con Richie Porte, Fabio Aru e Rigoberto Uran, un trio di riguardo ma sulla carta meno micidiale di quello che l’attende sulle strade del Tour.  

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