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CICLISMO – Giro delle Fiandre più aperto senza Cancellara e Boonen

CICLISMO, GIRO DELLE FIANDRE – Thomas, Vanmarcke, Kristoff, Sagan i più gettonati. Tra gli italiani c’è Paolini trionfatore nella Gand-Wevelgem. Esordio della Saxo-Tinkoff dopo il divorzio da Rijs. Intanto slitta al 23 aprile la decisione Uci sui casi di doping dell’Astana che rischia l’esclusione dalle corse

CICLISMO – Giro delle Fiandre più aperto senza Cancellara e Boonen

Sarà un Giro delle Fiandre più lungo di 5 km e anche più duro per l’inserimento di due nuovi muri, ma senza Tom Boonen e Fabian Cancellara, i due grandi specialisti che hanno vinto sei delle ultime dieci edizioni della Ronde van Vlaanderen, tre a testa, quella che si corre questa Pasqua sarà una gara più aperta anche se il Kwaremont e il Paterberg, ad appena 14 km dall’arrivo di Oudenaarde, saranno ancora il probabile trampolino di lancio per chi succederà a Cancellara nell’albo d’oro della prima classica-monumento del Nord.

Senza i due big – il belga si sta preparando alla prossima Roubaix mentre lo svizzero è out dopo la brutta caduta all’Harelbeke – c’è un ventaglio di corridori su cui si concentrano i favori dei pronostici della vigilia. In prima fila quotato 4,5 nelle scommesse dei bookmakers, c’è il britannico della Sky, Geraint Thomas, brillante vincitore dell’ultimo Harelbeke. Lo segue a 7,5 il belga Sep Vanmarcke; a 8 è dato Alexander Kristoff, il norvegese che dopo aver sfiorato il bis alla Sanremo, ha vinto alla grande la Tre giorni di La Panne; a 9 c’è Sdenek Stybar, il ceco primo quest’anno nella Strade Bianche a Siena; a 10 è dato un terzetto di qualità composto da Greg Van Avermaet, Peter Sagan e Niki Terpstra, tutti e tre in questa stagione alla ricerca ancora di un successo. John Degenkolb, il tedesco trionfatore a Sanremo, è quotato 12.

Tra gli italiani il meglio gettonato a 33 è Luca Paolini, dopo lo strepitoso assolo, a 38 anni suonati, nella Gand-Wevelgem. Tra i vincitori della Ronde al via c’è il solo Stijn Devolder, che domenica parte con il numero 1, come leader della Trek, orfana di Cancellara: al suo attivo c’è addirittura un doppio trionfo nella Ronde del 2008 e 2009. Una terza vittoria porterebbe il 35enne belga nell’elite dei recordmen della classica dei “muri” al pari di Achiel Buysse (1940-41-43), Fiorenzo Magni (1949-50-51), Eric Leman (1970-72-73), Johann Museeuw (1993-95-98), Tom Boonen (2005-06-12) e Fabian Cancellara (2010-11-14).

Come si vede nella rosa degli iscritti tanti bravi corridori ma nessun fuoriclasse tale da essere il superfavorito: in questo scenario potrebbe dire la sua – sempre che non dia forfait all’ultimo momento come spesso gli è capitato – anche un grande ormai prossimo al ritiro, quel Bradley Wiggins che ha vinto la sua ultima crono alla Tre giorni di La Panne e che ha messo la Roubaix al vertice dei suoi obiettivi prima di abbandonare le corse su strada per dedicarsi alla preparazione del record dell’ora. 

Un successo nelle Fiandre di Wiggo sarebbe un bello spot per il mondo del ciclismo che si è avvicinato a questa stagione con l’entusiasmo di chi pregusta epici scontri al vertice, massimo al Tour con Nibali, Contador, Froome e Quintana, tutti e quattro finalmente ai nastri di partenza, ma che a un mese dall’inizio del Giro d’Italia è ancora alle prese con il dossier Astana dopo i ripetuti casi di doping, che hanno coinvolto il team kazako.

Non è casuale la coincidenza che in casa Saxo-Tinkoff, il patron russo Oleg Tinkov si sia affrettato a chiudere il rapporto con Bjarne Rijs, da anni team manager della squadra di Contador, personaggio di indubbia esperienza, ma ormai troppo ingombrante e compromesso con il doping, una piaga che rischia di far scattare l’estromissione dalle corse per l’Astana con il ritiro della licenza World Tour. La decisione verrà presa a Losanna il 23 aprile. Una querelle che sta turbando la stagione di Nibali, capitano del team kazako, testimonial da sempre di un ciclismo pulito, finito però incautamente – anche per il richiamo di un contratto principesco – in una società troppo legata a un passato di fiale e di epo da cui sembra stenti a staccarsi.

Nibali si è personalmente impegnato a difendere il nuovo corso imboccato dalla sua squadra, assumendo un ruolo di avvocato difensore molto più credibile dello stesso Vinokourov, team manager dal passato di corridore non privo di macchie. Ma il rischio che Nibali non corra il Tour a tutt’oggi esiste. Ed è inquietante. Nella stessa situazione di Nibali si trova anche Fabio Aru che dovrebbe essere l’uomo di punta dell’Astana al Giro per contrastare lo strapotere di Contador, gran favorito della corsa a tappe italiana. Un brutto pasticcio, quello dell’Astana, che rabbuia una stagione che doveva essere solo tanto splendente.

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